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TESTO Commento su Luca 17,5-10

don Michele Cerutti

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (02/10/2022)

Vangelo: Lc 17,5-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 5gli apostoli dissero al Signore: 6«Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe.

7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? 8Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? 9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Ogni volta che volgo il mio sguardo e rileggo il mio vissuto e le persone incontrate in questi anni di cammino mi vengono alla mente e nel cuore le piante radicate nei mari dell'esistenza perché abitati da una fede che li ha resi capaci di resistere alle difficoltà della vita.
Il mio pensiero corre alle mamme dei figli disabili o in carcere o le mogli dei mariti ammalati e corre anche a coloro che nei letti degli ospedali volgono il loro sguardo all'innocente che è morto sulla Croce.
Quanti begli esempi mi vengono offerti e mi offri Signore e come mi è difficile convertirmi o Gesù davanti a tutti ciò.
Quella che ci viene chiesta è una fede non arrogante, ma che si esprime nella brezza di un vento leggero con tanti gesti di attenzione e di amore.
La fede che piace a Gesù non è quella di chi si sente a posto sbandierando rosari, reclama la Croce sui muri degli uffici pubblici per delimitare un confine che altri non debbono violare.
La fede che piace a Gesù quella piccola che sa compiere gesti di misericordia non si pone a ergersi nei confronti dei fratelli come giudice implacabile.
Gesù oggi sembra chiederci come stai con la fede?
Ti accontenti di quello che fai e pensi sia tanto, mentre in realtà è soltanto il tuo dovere di uomo o di donna creato per dare gloria a Dio?
Siamo chiamati a vivere una fede che sappia essere risposta in mezzo ad un mondo che i filosofi chiamano liquido capace di essere fermento nella pasta.
Ci sono dei tempi storici in cui al cristiano viene chiesto proprio questo.
Pensiamo ai monaci ai tempi dell'invasione barbarica o a Filippo Neri nei tempi del decadimento papale.
Una fede quella che ci viene chiesta che ci spinge a spostare le montagne dell'indifferenza o a sradicare gli alberi dell'orgoglio per far vincere invece una fede fatta di piccole attenzioni.
Non siamo eccezionali perché facciamo cose straordinarie, ma facciamo tutto per mantenerci nell'umiltà.
Dobbiamo assaporare questo piccolo granello per essere uomini e donne votati alla novità.
Non dobbiamo avere paura siamo provati in tanti modi.
Mi ha commosso in questi giorni leggere nell'Ufficio delle Letture di Padre Pio da Pietrelcina questa espressione tratta a conclusione di una sua lettera:
Se Gesù si manifesta, ringraziatelo; se si nasconde, ringraziatelo ancora: sono scherzi di amore. Mi auguro che arriviate a spirare con Gesù sulla croce ed esclamare con Gesù: “Consumniatum est!” (Gv 19, 30).
E' l'augurio che mi faccio è l'augurio che faccio a Voi perché siamo servi inutili che in mezzo alle prove della vita possano esclamare alla fine con Gesù: Consumniatum est.

 

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