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TESTO "Che peccato...!"

don Luciano Sanvito

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2005)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

La festa dell'"essere senza peccato"...

* richiama l'attenzione sul peccato dell'uomo come occasione sprecata: 'che peccato...' esprime l'incapacità dell'uomo a causa della propria distrazione, a cogliere le possibilità insite in se stesso, negli altri e nel mondo.

* risveglia il cammino dell'attesa verso la realtà che ci si fa incontro, come proposta da cogliere: ciò che ci viene incontro - 'che peccato' - non sempre viene colto: dunque, stai in attenzione a cogliere l'occasione.

* riesprime il dogma dell'essere senza peccato non come fatto escludente e esclusivo di una persona irraggiungibile e di una situazione impossibile a vivere, ma come la possibilità dell'uomo a pesare sempre più il valore della grazia superando così il gravame del peccato, che sempre e comunque ci rimane accanto, ma perdendo peso e valore. 'Che peccato': non diamo ancora questo peso alla grazia!

* ridice il peccato e l'essere peccatore in modo nuovo, in chiave sopratutto positiva: "Là dove è abbondato il peccato, è sovrabbondata la grazia"; "O felice colpa, che ha meritato di avere un così grande redentore". Anche chi è senza peccato passa attraverso la realtà peccatrice e condivide il senso dell'essere alle prese con il peccato, senza mai esserne in schiavitù: e questo è possibile a ognuno.

'Che peccato!'...non lo abbiamo ancora compreso, questo potere.

* ridona la coscienza di poter essere sempre più immacolati, cioè incontaminati e disinquinati dalle superficialità, dalle impossibilità a vivere, dalle paure e desolazioni della tristezza delle luci che nascondono il falso natale, riportandoci alla superiorità sul sè istintivo, distratto, bistrattato e reso disgraziato dalla falsità del sè, degli altri e del mondo. 'Che peccato': questa autenticità è ancora un dono che attende di essere accolto!

 

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