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TESTO Commento su 1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2; Sal 131; 1Cor 15,54b-57; Lc 11,27-28

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Assunzione della Beata Vergine Maria (Messa della Vigilia) (15/08/2022)

Vangelo: 1Cr 15,3-4.15-16; 16,1-2; Sal 131; 1Cor 15,54b-57; Lc 11,27-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 11,27-28

27Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». 28Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

La festa dell'Assunta si posiziona nel cuore delle vacanze estive e porta con sé la festa di ferragosto (tradizione antica pagana) e la festa religiosa che ha radici popolari di antichissima tradizione. È un invito a fermarci un attimo a riflettere sulla figura di Maria, madre di Dio, in un tempo di vacanza e di riposo per molti, e di attesa per coloro che, meno fortunati, stanno vivendo problemi legati all'attuale situazione economica.
La prima lettura, con il suo linguaggio simbolico, ci descrive la lotta tra la vita e il potere del male che vuole imporre il suo dominio su tutte le cose. Il conflitto tra una fragile donna, che ha partorito un bambino e che offre al mondo una speranza di vita nuova, e la brutalità di un potere che la vuole distruggere. La donna perseguitata deve fuggire nel deserto per salvarsi: Maria è il “segno” della “Chiesa”, fragile, chiamata a lottare contro coloro che la vogliono soggetta al potere, ma sostenuta dalla fedeltà alla Parola di Dio.
In collegamento con questa immagine, Paolo ci ricorda che l'umanità, attraverso l'”uomo” Adamo è precipitata nel peccato e quindi nella morte, ma attraverso un altro uomo, il figlio di Maria, il Cristo risorto, si è realizzata la rinascita che porta alla sconfitta di tutti i mali, compresa la morte. Questo è il regalo che ci ha fatto Dio Padre per mezzo di Maria.
Nella pagina del Vangelo troviamo, come protagoniste, due donne e nessun'altra presenza, se non il mistero di Dio pulsante nei loro grembi. Sono loro, in quanto madri di due bimbi generati dall'intervento straordinario di Dio, che hanno parole profetiche. Maria ed Elisabetta si benedicono, cantano, danzano, sono piene di vita perché comprendono che attraverso di loro si sta compiendo qualcosa che le supera, qualcosa di più grande. Il mistero sta prendendo corpo, sangue, forma in loro. Loro si sono fidate, hanno dato il loro assenso, lo hanno permesso, e adesso ciò che era nascosto, oscuro prende volto e nome.
Maria canta il Magnificat. Il Magnificat non è uno dei tanti poveri canti di devozione, ma un vero canto rivoluzionario. Esso afferma che la fede deve cambiare la storia, creare valori nuovi, essere sorgente di magnanimità e di coraggio. Anche noi siamo chiamati con Maria ad essere protagonisti di fatti che cambiano i rapporti tra gli uomini, affinché non siano più i potenti a contare, ma gli uomini veri. Maria dice questo mentre si accinge a prestare i servizi più umili alla cugina Elisabetta che attende un figlio come lei. Questo per dirci che la rivoluzione del Vangelo non passa necessariamente attraverso i grandi appuntamenti della storia, ma anche e soprattutto attraverso piccoli gesti quotidiani vissuti con amore. Il Magnificat rappresenta anche la rivoluzione più efficace, perché tocca tutti noi, personalmente, da vicino, e va alla radice di ogni serio cambiamento.
Ma il vangelo ci mostra anche qual è il motivo più vero della grandezza di Maria e della sua beatitudine: la fede. Maria è l'ascoltatrice perfetta del suo Dio. È Colei che sempre si è lasciata muovere dallo Spirito Santo senza opporgli mai alcuna resistenza. Si è posta ad esclusivo servizio del Figlio, consacrando a Lui tutta la sua umana esistenza. La Vergine Maria è la donna della carità che mai si è risparmiata in qualche cosa. Ma è anche la Madre della speranza. Maria ha il desiderio di comunicare agli altri questa "lieta notizia" e di diffonderla e nello stesso tempo sente la voglia di servizio e di aiuto concreto verso una persona che si trova in una situazione di bisogno concreto e reale. Maria compie tutto questo "in fretta", non nella prospettiva di arrivare il prima possibile a destinazione, ma nell'ottica di non perdere tempo in cose futili o adagiarsi in situazioni di comodo, per realizzare il più presto possibile quella missione alla quale era stata chiamata.
Si diviene "grandi" nel momento in cui si è fedeli alla propria missione, soprattutto quando questa è sostenuta da uno spirito di fede profonda e convinta. Per arrivare a realizzare tutto ciò è necessario leggere la propria vita all'interno del piano divino ed è ciò che Maria ci insegna e fa nel "magnificat". È la Vergine Maria che reca a noi il conforto dello Spirito Santo e della presenza di Cristo Gesù, insegnandoci a cantare le glorie del nostro Dio e Signore. È sempre Lei che ci educa alla vera fede, carità e speranza e che ci insegna come si ama il Signore, rivelandoci la verità di Dio attraverso l'annuncio delle sue grandi opere. Non si tratta di fare grandi cose, ma di essere attenti alle cose grandi che il Signore opera nella storia, agli orizzonti di giustizia e di solidarietà che la sua azione apre agli uomini. Cose grandi sono quelle che cambiano la qualità della nostra vita, che la rendono più aperta e disponibile, più libera dalle cose, più generosa.
La Vergine Maria ci aiuti a seguirla in questo cammino di fede e di impegno molto concreto.

Per la riflessione di coppia e di famiglia:
- Maria si reca “in fretta” dalla cugina Elisabetta: di fronte alle situazioni che ci interpellano o alle persone che hanno bisogno della nostra presenza, qual è la nostra risposta? Siamo disposti a metterci a disposizione senza valutare i pro e i contro?
- Il Magnificat ribadisce che la salvezza di Dio passa attraverso i piccoli. Noi, in questi momenti di grandi difficoltà, come ci aiutiamo a saper cogliere i segni di speranza negli avvenimenti che viviamo?

Anna e Carlo - CPM Torino

 

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