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TESTO La preghiera del Padre nostro

padre Antonio Rungi

XVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (24/07/2022)

Vangelo: Lc 11,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre,

sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno;

3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,

4e perdona a noi i nostri peccati,

anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,

e non abbandonarci alla tentazione».

5Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, 6perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, 7e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, 8vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.

9Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. 11Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? 12O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

La diciassettesima domenica del tempo ordinario, nel pieno dell'estate 2022, mentre non si abbassa la curva della pandemia e la guerra continua a mietere vittime in Ucraina e in tante parti del mondo, risuona forte la preghiera del Padre Nostro che Gesù stesso ha insegnato ai suoi discepoli e anche a tutti noi credenti in Lui quale Salvatore e Redentore.
Il bisogno del pregare e del sapere pregare viene espresso da uno de discepoli di Gesù al Maestro. E Gesù come un vero educatore, la prima cosa che fa è quella di insegnare a pregare con una formula che lui stessa ritiene indispensabile per chiedere ciò di cui veramente abbiamo bisogno noi esseri mortali.
E allora colta l'occasione Egli mette su spontaneamente la preghiera del Padre Nostro che tutti conosciamo e che recentemente è stata rivista, aggiornata ed adeguata ai testi originali e alla dottrina e teologia cattolica, dopo la revisione dei testi liturgici voluta dal Concilio Vaticano II.

Nel testo del vangelo di Luca si legge prima di tutto che “Gesù si trovava in un luogo a pregare”. Quindi si parte da un'esperienza di preghiera e come tutte le preghiere hanno un inizio ed un termine. Infatti Luca dice che “quando ebbe finito” di pregare, uno dei suoi discepoli gli disse. Non sappiamo chi rivolse questa domanda a Gesù, ma certamente è uno solo di loro e non tutti. Quindi il bisogno di pregare nasce dall'intimo di ciascuno di noi. Cosa chiede in particolare questo discepolo anonimo? «Signore, insegnaci a pregare”, e fa anche un paragone con il precursore di Gesù, Giovanni Battista che aveva insegnato ai suoi discepoli». Giovanni quindi risultare essere educatore alla preghiera e maestro di preghiera.
A questo punto Gesù non esprime giudizio o valutazione di sorta sulla preghiera insegnata da Giovanni, ma si limita subito a formulare la sua preghiera in questo modo: "Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione"».
E' così formulata la preghiera di Gesù quella che tutti sappiamo, conosciamo e recitiamo ogni volta che c'è necessità o si svolge una cerimonia liturgica o una liturgia della chiesa cattolica. E' la preghiera di tutti e tutti possono recitarla come Gesù ci ha insegnato. Essa è il punto di incontro e convergenza di quanti professano la fede in Gesù Cristo.
Primo atto di culto rivolto a Dio che è nostro Padre è quello di santificare il suo nome, poi di pregare perché si diffonda il Regno di Dio tra gli uomini e non il regno degli uomini in opposizione a quello di Dio e in guerra con altri uomini della terra; segue poi la richiesta di quello che è il necessario per tutti gli esseri umani ed è quel cibo quotidiano che pochi hanno in abbondanza che tantissimi ne hanno poco o per niente. Altra domanda di preghiera è richiedere la misericordia di Dio per i nostri peccati e parimenti quello di perdonare a quanti coloro ci hanno offeso o ci hanno fatto del male. Estinguere i debiti morali è molto importante davanti a Dio e questi debiti possono essere anche considerevoli e consistenti. Perciò il successivo passo del nostro pregare con la stessa preghiera che Gesù ci ha insegnato è quello di chiedere al Signore che noi non rimaniamo nelle nostre tentazioni, abituandoci ad uno stile peccaminoso di vita che quasi voglia legittimare il male che facciamo a noi stessi e agli altri.

A conferma di questa speciale preghiera Gesù porta un esempio molto chiaro ed esplicativo per farci capire il senso del pregare dei cristiani: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall'interno gli risponde: “Non m'importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono”.
Ciò significa che Dio non respinge nessuna delle nostre preghiere e le nostre insistenze aprono le porte di cuore di Cristo ad accogliere se non tutte almeno le richieste che Egli può accontentare facilmente, senza fare differenze, discriminazioni o preferenze. Ecco perché Gesù spinge la nostra mente e il nostro cuore nella direzione di chiedere e di saper chiedere: “Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto”.
Agganciandosi all'esperienza della paternità e della maternità dei genitori e applicando questo modo di fare di ogni papà terreno Egli del Padre suo: “Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». Quindi il Signore accoglie e soddisfa le nostre richieste spirituali ed in particolare il dono dello Spirito Santo. Dio come Padre accoglie tutti nelle sue braccia e nella sua casa.

Questa preghiera del Padre Nostro è così indirizzata a potenziare quel cammino di interiorizzazione che spesso manca, perché siamo abituati con le nostre preghiere a chiedere cose che davvero non contano e che per quanto concesse anche per un tempo alla fine approdano tutte alla realtà celeste ed eterna. Perciò quando recitiamo il Padre Nostro ricordiamoci sempre che la prima cosa alla quale aderire con la nostra mente è quella di fare la volontà di Dio: sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Non è sempre e purtroppo così in quanto vorremmo piegare la volontà di Dio alla nostra volontà e che tutto ci venga concesso perché dobbiamo avere salute, lunga vita, non farci mancare nulla a noi e ai nostri cari o più stretti amici e conoscenti e magari dimenticandoci delle tante sofferenze che ci sono nel mondo e che riguardano i nostri fratelli in quanto Dio è Padre di tutti. Ecco perché ci rivolgiamo a Dio, chiamandolo Padre “Nostro” e non mio, in quanto preghiamo insieme e come chiesa ci rivolgiamo a Lui perché tutti abbiano accoglienza nel suo cuore di Padre sia per le cose spirituali e sia per quelli materiali, compreso quel pane che manca su tante mense e tavole, oggi soprattutto con la crisi economica post pandemica e in tempo di guerra.

 

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