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TESTO Ora i tuoi occhi vedono

don Angelo Casati  

VI domenica dopo Pentecoste (Anno C) (17/07/2022)

Vangelo: Gv 19,30-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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30Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. 35Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.

Due sono le parole che su tutte, risuonano nei brani che ora abbiamo ascoltato: la parola "alleanza" e la parola "sangue". La parola "alleanza" sposata alla parola "sangue". E c'è molto da riflettere, e da interrogarsi, sulla connessione, per non lasciarci irretire da equivoci e fraintendimenti. A mettercene al riparo, questo squarcio, sobrio e ingualcibile, della morte di Gesù nel racconto di Giovanni. Il brano liturgico è stato defraudato di due versetti, per me imperdibili, che vorrei ricordarvi: "Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto". "Volgeranno lo sguardo...": è tutto qui. "Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito".

Tutto è compiuto. E' tutto qui. E noi volgiamo lo sguardo, i nostri occhi vedono. Forse alcuni di voi ricordano gli inizi del vangelo di Luca. Maria e Giuseppe portano al tempio il loro bambino che è un frugolo di quaranta giorni, e il vecchio Simeone, chiamato all'appuntamento dallo Spirito, li scova tra i tanti, prende in braccio il bambino e dice parole che sanno di canto: "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele" (Lc 2, 29-31). I miei occhi hanno visto.

Noi oggi siamo stati convocati all'appuntamento, sotto la croce. E i nostri occhi ora vedono. Vedono la salvezza, vedono che cosa è alleanza, l'alleanza di Dio. E' scritta lì. Vi dicevo della parola "alleanza" che può essere fraintesa sino ad essere sporcata. Perché può diventare, sulle nostre labbra, divisiva, intesa come "contro", contro qualcuno: noi "alleati contro...", una alleanza che, alla fin fine, giunge a spargere sangue di altri. So che gli esegeti avrebbero da ridire - molto da ridire - su ciò che vi sto dicendo: io, per mia deformazione, faccio fatica a rimanere impassibile nel racconto dell'alleanza antica con tutto quello spargimento di sangue, sangue di giovenchi, e catini di sangue, e aspersione di sangue. So che il tutto stava a significare che Dio e il suo popolo diventavano alleati, uniti da uno stesso sangue. Ma poi in altre pagine Dio supera l'inganno che lui possa essere placato con il sangue, parla di un'alleanza nuova.

La lettera agli Ebrei oggi ci ha ricordato un passo luminoso del profeta Geremia: "Questa sarà l'alleanza che concluderò con la casa d'Israele dopo quei giorni - oracolo del Signore -: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l'un l'altro, dicendo: "Conoscete il Signore", perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande - oracolo del Signore -, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato (Ger 31,33-34). Ecco l'alleanza, la nuova: le braccia di Gesù allargate sulla croce, come in una consegna estrema, e dalla ferita, per trafittura di lancia, sangue ed acqua. Sangue che non è morte, è acqua, è vita. Dio non chiede sangue, anzi, i sangui gridano a lui. Dio si consegna. Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

Non c'è più bisogno che uno istruisca un altro. Dal più grande al più piccolo, tutti capiscono. L'alleanza vera è dentro questa passione di Dio per noi, passione d'amore svelata, al grado estremo, in Gesù di Nazaret. Un'alleanza non modulata su leggi, ma dettata dall'amore. L'amore che si svela non nel depredare, ma nel consegnare. Sino a consegnare se stessi. Gesù ha passato una vita a consegnarsi e a contestare una deriva della religione ridotta ad alleanza formale, senza spirito. Può succedere anche nelle nostre relazioni umane: stare stretti dalla legge e non volersi bene. Così non c'è aria, non c'è respiro, non c'è spirito.

Al cuore vengono le parole di Luca: "Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi" ( Lc 22, 19-20). Così: corpo dato, sangue versato, si è consegnato. E ti prende emozione quando alla comunione ti vien consegnato, nelle mani: è il segno della sua alleanza con te, con noi riuniti, con il mondo. E noi a chiedergli di imparare da lui a consegnarci nella vita.

A volte ci capita di dire: "Puoi fidarti: quella è un donna, quello è un uomo, che si consegna corpo ed anima". Consegnarsi, come il Signore. Con tutto, con i nostri colori e con le nostre ombre, con la nostra passione e con la nostra debolezza, con i nostri gesti e con i nostri pensieri, con le nostre giornate limpide e con quelle imbronciate di nubi, consegnarci. Dopo aver visto con i nostri occhi l'alleanza. Scritta, a memoria sulla croce. Sono passati anni e anni, ma l'emozione è come fosse oggi: trascorrevo giorni di silenzi in un monastero, a me caro, quello di Bose. Rimasi come rapito davanti a un grande crocifisso ligneo, braccia allargate, mani come fuori misura.

A braccia larghe
appena abbassate
sembri planare
dolcemente
su di me
Gesù crocifisso
fino ad abbracciarmi
ultimo fra i peccatori.
Rozzo scultore
o poeta
chi nel vivo del legno
incavò grosse mani
-le tue-
quasi fuori misura?
"Nessuno" -hai detto-
"può rapirvi dalle mie mani".
Il "fuori misura"
dell'amore.

 

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