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TESTO Le due sorelle di Lazzaro artefici di una bellissima vicenda evangelica

padre Antonio Rungi

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (17/07/2022)

Vangelo: Lc 10,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,38-42

In quel tempo, 38mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

La XVI domenica del tempo ordinario ci porta con Gesù nella casa delle due celebri sorelle del vangelo e anche sorelle naturali di Lazzaro e cioè Marta e Maria.
Ebbene l'evangelista Luca ci racconta di questo incontro tra Gesù, Marta e Maria a casa loro, invitato a pranzo e per intrattenersi con loro. Gesù era di casa, come si suol dire, in questa abitazione di Betania e quindi ci andava volentieri anche per la sua amicizia con il fratello delle due sorelle che era Lazzaro.
Gesù viene accolto con grande gioia e senso di ospitalità da Marta che, come capita in tante famiglie, è il tutto fare e quindi si preoccupa di mettere a suo agio il Maestro e di non fargli mancare niente.
Presa da questa ansia di prestazione nelle cose materiali ad un certo punto si stanca e fa osservare a Gesù che sua sorella Maria, che sta seduta ai piedi di Gesù tutta intenta ad una conversazione di grande peso spirituale e dottrinale, si è dimenticata di darle una mano e di preparare il necessario per il pranzo.
Sbotta all'improvviso e si rivolge al Maestro: “dì a mia sorella che mi dia una mano nel preparare le cose”.
Gesù non reagisce in modo sgarbato, ma risponde a Marta di non agitarsi e non preoccuparsi di troppe cose materiali, ma di dare più spazio alla voce di Dio, all'ascolto e a mettersi a servizio di Colui che è la Parola che sta comunicando con loro in quel luogo.
Occasione da parte di Gesù per fare chiarezza sulle cose che contano e che hanno un peso davanti a Dio.
Apprezza Maria, perché si è scelta la parte migliore, ma non condanna Marta che si è data alla pratica.
In questo suo apparente discorso di netta separazione tra il corpo e lo spirito, tra il materiale lo spirituale, Gesù non mette paletti o alza muri, ma propone un stretto rapporto tra le due realtà, per cui le cose dello spirito devono avere un riscontro nella vita quotidiana e le cose materiali, devono essere supportate da una visione spirituale e celestiale delle stesse, altrimenti perdono di peso e di senso. Nessun sgarbo, quindi, da parte di Gesù, ma neanche da parte di Marta e di Maria. Ognuno è al suo posto ed ha scelto di dare più importanza a quanto era per ognuno di loro in quel momento prioritario. Gesù svolge il suo ruolo di Maestro; Marta quella di preparatrice dell'ambiente di casa; Maria ascoltatrice attenta del Maestro che si è posta ai piedi di Gesù con il desiderio di ascoltarlo Gesù e poi mettere in pratica. Prima si apprende e poi si insegna- Maria fa esattamente questo. Ma quando in una famiglia o in un ambiente c'è qualcuno che vuole dominare la scena o imporsi e prevalere o mettere in evidenza ciò che fa, non dando importanza o svalutando quello che fanno gli altri, succedono le cose di cui stiamo parlando e che il Vangelo di Luca di questa XVI domenica ordinaria ci presenta sinteticamente ma efficacemente.
La cosa migliore che Maria si era scelta in quel momento è proprio questo contatto diretto con Gesù che purtroppo noi oggi non sappiamo cercare, e se arriva non sappiano neppure gustare.
E mi riferisco alla parola di Dio e soprattutto al sacramento dell'eucaristia. Scegliersi la parte migliore non è il mangiare, il bere, il divertirsi e cose del genere, magari cercando il meglio per se stesso e lasciando la scarto agli altri; ma significa semplicemente fare esperienza di gioia e di amore, stando vicino a Colui che è la nostra gioia e il nostro vero amore. Mettersi come Maria, sorella di Lazzaro ai piedi di Gesù per ascoltare dalla sua viva voce, la parola di Dio e fare tante cose per il bene degli altri nell'attività caritativa, è camminare come chiesa e come fraternità, senza conflitti e senza preferenze di parte o di azioni o scelte da compiersi. Ciò che Gesù vuole da noi, è fare la scelta più saggia della nostra vita umana e cristiana, perché chi sta con Gesù trova solo gioia e consolazione in netto contratto con tutto quello che esalta la frenesia del vivere e il superattivismo per risultare capaci ed efficienti davanti alla società. Da qui nasce la questione di tante vite umane che non hanno più tempo per essere se stesse, ma solo di fare cose, a volte senza senso, senza scopo, in eccesso e senza ottenere risultati soddisfacenti. Faccio tutto io, se non ci fossi io. Poi si muore e quando tutto sembra buio fondo, ricomincia a sbocciare la vita, in quanto tutti siamo utili, ma nessuno è indispensabile.
Quando la vita non si nutre delle cose di Dio, nessuna opera umana avrà un significato e valore, fosse anche l'opera più geniale, creativa, innovativa ed importante della storia dell'umana. Bisogna metterci il cuore, la passione e l'amore quando si parla di religione, facendo quelle poche essenziali cose che danno senso alla nostra vita e sono dirette a migliorare noi stessi e non solo a soddisfare le cose che più amiamo e non sempre corrispondenti alla morale e alla fede che professiamo.

 

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