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TESTO La sequela che richiede coraggio e distacco

padre Antonio Rungi

XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (26/06/2022)

Vangelo: Lc 9,51-62 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,51-62

51Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, egli prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme 52e mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. 53Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. 54Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55Si voltò e li rimproverò. 56E si misero in cammino verso un altro villaggio.

57Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». 58E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». 59A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». 61Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». 62Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».

Ultima domenica di giugno siamo in pieno delle vacanze estive, durante le quali noi continueremo a presentarvi la parola di Dio per dare senso e significato alle domenica di luglio ed agosto che, speriamo, possano essere per tutti un motivo di gioia e di rinascita e di riposo del corpo, ma non dello spirito.br>

Il Vangelo di questa XIII Domenica del tempo ordinario pone di fronte al risentimento degli apostoli e alla pazienza di Cristo.
Gesù nella parte iniziale del testo del vangelo di Luca chiede ai suoi discepoli di uscire fuori dai vecchi schemi veterotestamentari di vendetta, di odio e di quanto altro che è in opposizione ad una visione pacifica dell'esistenza. Mai come in questo periodo di guerra nel cuore dell'Europa suonano forti queste parole per cambiare opinione ed atteggiamenti di fronte ai rifiuti, alle provocazioni, alle invasioni, agli abusi e alle guerre di ogni genere.
In questo brano del Vangelo di Luca, Gesù vuole da noi più coraggio, più creatività e più energie spirituali. Il modello di questo coraggio non è solo Lui, che è morto sulla croce per noi, ma anche tutti coloro che sul suo esempio, non hanno avuto paura di affrontare la dura battaglia dell'esistenza, come Giovanni Battista, Pietro e Paolo, che ricordiamo in questi giorni.
L'evangelista ci invita a riflettere sullo stile di vita di Cristo che Egli "mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé".
I discepoli in assoluta obbedienza al comando di Gesù “si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l'ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme".
Gesù è quindi rifiutato, perché la sua meta era altrove. A questo punto, i discepoli di Gesù, Giacomo e Giovanni si rivolgono al Signore con questa assurda richiesta per chi deve portare pace, vita e speranza e non reagire e minacciare vendetta: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Gesù cosa fece allora di fronte a questo comportamento irritato ed irritante dei suoi discepoli? "Si voltò e li rimproverò". Non bisogna mai pretendere le cose, quando manca la disponibilità del cuore, della mente ed anche della tasca da parte delle persone è bene passare oltre. Se vieni accettato ti fermi, altrimenti vai avanti senza fermarti un istante. E così fecero tutti insieme, Gesù e gli Apostoli. Infatti "si misero in cammino verso un altro villaggio".
In questo itinerario di Gesù e degli apostoli verso Gerusalemme succedono alcune cose che Luca registra e poi cita nel suo vangelo. Prima di tutto un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». Evidentemente non sapeva ciò che era riservato al Maestro: il rifiuto, la croce, l'abbandono, la morte. Gesù con la sua risposta a questo tale di cui non è detto il nome, replica con parole vere e rispondenti alla sua esperienza di maestro povero e senza alcuna sicurezza: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». L'assoluta povertà del Figlio di Dio è il primo passo per quanti vogliono mettersi alla sequela di Gesù.
Sempre lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù incontra un altro uomo e al quale chiede di seguirlo. Qui è lui che lo invita ad aderire al suo progetto di vita a chiederglielo espressamente; ma costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò Gesù: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio». Forte invito a non lasciarsi condizionare da ciò che è morte, dolore, abbandono per non avere il coraggio di cominciare proprio da Lui e con Lui.
Una terza persona disse a Gesù: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Anche qui si evidenzia un attaccamento agli affetti umani, che ostacolano la piena sequela di Cristo. Al che Gesù rispose: «Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Possiamo capire che il cammino intrapreso in qualsiasi scelta di vita non ammette ripensamenti e il tornare indietro non è serio né tantomeno espressione di maturità e consapevolezza delle proprie scelte. Quanti ripensamenti su troppe cose, anche sulla fede e su quanto conta nella nostra vita e nella società: la famiglia, il matrimonio, il sacerdozio, la vita consacrata e la stessa vita umana.
Questo nostro limite è comprensibile se valutiamo la nostra esistenza nell'orizzonte del tempo e delle cose che ci legano ad esso; ma se abbiamo gli occhi e la mente orientati all'eterno, sappiamo essere capaci di scelte totali e radicali per amore di Cristo e della Chiesa.
Seguire Gesù è molto più difficile di quanto si creda e si afferma, in quanto la sua sequela non ammette condizionamenti, richiede una totale risposta di amore e di impegni, che non può attende, ma che deve trovare risposta immediata. Ci vuole, in poche parole, coraggio. E questo coraggio pochi ce l'hanno. Troppi motivi di ordine umano e materiale possono distrarre le persone a seguire la chiamata di Dio a vivere una vita degna di essere definita umana, con quelle connotazioni tipiche che l'uomo porta in sé perché cittadino del cielo ed un povero pellegrino sulla terra.

 

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