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TESTO Commento su Luca 9,11-17

padre Paul Devreux

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno C) (19/06/2022)

Vangelo: Lc 9,11-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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11Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

12Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

Oggi è la festa del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, che Gesù istituì nell'ultima cena e che ricordiamo in ogni eucaristia. Noi ci nutriamo del suo corpo a messa, e lo conserviamo come dono prezioso nel tabernacolo. Oggi, in tanti paesi e città, si fa anche la processione del Corpus Domini, come fa anche il Papa a Roma ogni anno, come gesto di venerazione. In questa occasione, la chiesa ci propone il vangelo detto della moltiplicazione dei pani e dei pesci, per cui si impone la domanda: Che rapporto c'è tra questa festa e questo vangelo? Vediamo il testo.

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Quindi guarire o aiutare chi ha bisogno, è insito del regno di Dio, che altro non è che la società che proviamo a portare avanti oggi, con l'aiuto di Dio.

Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
E' come se dicesse: ”Hai predicato bene, ma ora, ognuno si arrangi, perché il vangelo è bello, ma la realtà è diversa”.

Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare».
Questa è la proposta che Gesù fa a tutti noi, e anche noi reagiamo come i discepoli dicendo: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C'erano infatti circa cinquemila uomini. Anche noi sappiamo che se andiamo a comperare da mangiare per tutti i bisognosi, riusciamo a fare solo un'elemosina, che è meglio di niente, ma non risolve il problema, perché i poveri rimangono poveri e anche noi non siamo contenti del risultato.

Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Fare gruppi di cinquanta corrisponde a mettere ordine per rendere gestibile la situazione. Ma farli sedere ha un forte significato simbolico. Significa farli accomodare, come ad una festa di nozze, dando a tutti, pari dignità e diritto. Non c'è più il forte il debole, il ricco e il povero, quello che è in grado di andarsi a cercare cibo e alloggio, e chi no. Questo è il regno di Dio, il mondo nuovo, dove ci può essere giustizia e pace, portato avanti dal nuovo comandamento dell'amore.

Egli prese i cinque pani e i due pesci,
5 più 2 fa 7= una perfezione, non manca nulla. Ed è il frutto di ciò che i discepoli sono disposti a condividere. La logica normale sarebbe stata quella di tenersi ognuno il suo per sopravvivere, mentre Gesù lancia la logica della condivisione. Non parla di moltiplicazione, ma solo di ciò che gli viene messo a disposizione dagli apostoli per poterlo condividere.

alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Le stesse cose che fa quando istituisce l'eucaristia. Prende il pane che gli viene donato, lo benedice riconoscendo cosi che è un dono di Dio e non proprietà privata, lo spezza, così come lui si è fatto in quattro per aiutare tutti quelli che ha incontrato, e lo riconsegna a noi discepoli, non perché lo mettiamo in banca, ma perché lo distribuiamo alla folla.

Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.
Dove c'è condivisione c'è abbondanza, sviluppo, benessere e pace. Dove c'è la logica del commercio, c'è un tutt'altro mondo. Noi, in quale mondo viviamo? in quale mondo voglio vivere? Quale mondo voglio portare avanti e lasciare ai posteri?
Penso che tutti siamo lacerati tra quello che chiamiamo la realtà e la realtà che Gesù propone.
Gesù ha scelto di farsi pane, per nutrirci e aiutarci tutti. In questo è figlio di Dio, ma anche profondamente umano. Se desidero essere in comunione con lui, la via è farmi pane anche io per gli altri, con tutti i miei limiti, con il mio peccato di sfiducia in Dio, con le mie paure che per me non rimanga nulla, ma anche con il desiderio di essere in comunione con lui per vivere, e vivere nella dimensione della vita eterna. Gesù dice:”Fate questo in memoria di me!”.
L'eucaristia è Gesù che si dona a noi per nutrirci. Io posso essere in comunione con lui provando a fare come lui.

Buona domenica.

 

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