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TESTO Volti o numeri?

don Maurizio Prandi

Santissima Trinità (Anno C) (12/06/2022)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

L'altra sera, alla condivisione sul brano di vangelo che la Chiesa ci consegna in questa solennità, siamo partiti da un testo di don Angelo Casati che ci ha ricordato che in Dio ciò che conta non sono i numeri ma i volti, che il mistero della Trinità l'abbiamo segnato sin da piccoli sulla pelle. Con quel segno di croce che ogni volta che accolgo una famiglia che chiede di celebrare il battesimo ripeto non essere un segno di sofferenza o di dolore, ma il segno dell'amore di Dio per ogni donna ed ogni uomo che intraprendono un cammino su questa terra. Quel segno, inizialmente “muto” viene poi come irrigato al momento del battesimo: io ti battezzo, nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo non indugiamo su una parola inventata da noi, Trinità, che può apparire astratta, no! Fin dal primo incontro Dio entra nella nostra vita come Padre, Figlio, Spirito santo. Sono nomi, sono volti, nomi e volti legati alla croce, mi viene da dire tenuti insieme dalla croce con la quale tante volte, durante il giorno, ci segniamo. Don Angelo lo chiama: l'abbraccio della croce!

I nomi ce li ha ricordati anche oggi Gesù nel vangelo: il figlio che annuncia ai discepoli, lo Spirito che guida e che rende presente Gesù, il Padre che dona al Figlio ciò che possiede: forse è proprio questa gratuità che ha ispirato qualcuno durante la condivisione a dire che ciò che emerge da Dio è la relazione, la bellezza della relazione, sì perché la bellezza della Trinità, il fascino sta proprio lì, non nell'uno e trino, non nei tre che sono uno o nell'uno che racchiude i tre, no! La bellezza sta nella relazione, nel fatto che in Dio nessuno parla di sé, nessuno propone sé o vuol convincere l'altro della sua posizione, in Dio nessuno vuole imporre ma ciascuno condivide quello che ha ricevuto; ripeto: nessuno desidera imporsi sull'altro! Forse, semplicemente parlano tra loro, si confrontano. Quanto sarebbe importante imparare e vivere questo a partire da me, da noi, dalle nostre famiglie, dalle comunità in cui viviamo; e poi, pensando a questa relazione ancora una volta ci siamo detti l'importanza del condividere la Parola di Dio, lasciarci sorprendere, stupire da quello che lo Spirito suscita nel cuore della sorella, del fratello che parla perché (perdonate la semplicità del paragone), non c'è la gara a dire l'idea più nuova o il concetto più affascinante o la cosa più furba, c'è semplicemente il desiderio di consegnarci l'un l'altro quello che abbiamo ricevuto e lo facciamo con pazienza, senza pretendere di risolvere o di capire tutto ma davvero accompagnati da un Dio che in Gesù ci dice che pian piano riusciremo a sostenere (letterale: per ora non siete in grado di sostenerle) tutto quello che lui vuole dirci.

E se due domeniche fa ci dicevamo che Dio non è un dogma che mi tiene in chiesa ma una relazione che mi fa vivere, che bello sentirci confermati in questo provando a respirarla un poco questa relazione, perché scopriamo che il Vangelo non ci ha parlato di numeri ma, lo ripeto ancora, di volti.

E insieme ai nomi, ci ha accompagnato, nelle ultime domeniche (perdonate se faccio qualche passo a ritroso ma tutto mi pare molto collegato), un verbo legato a quei nomi che dicono volti, legato ai nostri nomi che dicono volti, il verbo “amare”. Ricordate nelle ultime due domeniche il risuonare di questo verbo: Se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. La Trinità è in questo verbo e la seconda lettura di oggi ce lo ricorda: l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato; l'amore. l'amare, me lo hanno ripetuto le coppie che si avvicinano al matrimonio, è contro la solitudine: che bello pensare che in Dio non c'è una solitudine. Come potrebbero, fraintendendo, farci pensare altre immagini che da sempre gli attribuiamo. Sì perché Dio è l'Onnipotente, l'immenso, di Dio non possiamo cancellare la dimensione trascendente ma “Onnipotente”, certo! Ma si può essere onnipotenti e soli; “immenso”, d'accordo, ma si può essere immensi e soli”; “trascendente”, teologicamente corretto ma si può essere trascendenti e soli.

E poi la tenerezza di Gesù, la sua attenzione nei confronti dei discepoli (e perché no, anche nei nostri e delle domande che ci portiamo dentro) nel suo discorso d'addio. Non ha potuto - pensate, neppure lui - dire tutto (don A. Casati). E che presunzione quando noi ci comportiamo come se potessimo dire tutto, definire tutto. Neppure Gesù ha potuto dire tutto: “Ho ancora molte cose da dirvi”.
Lui conosce i nostri limiti, sa che cosa possono portare, di rivelazione, le nostre spalle: “per il momento non siete capaci di portarne il peso”.
Ma ci promette lo Spirito “che vi guiderà nella verità tutta intera”. E che cos'è questa verità alla quale lo Spirito ci introduce? Non certo una serie di formule teologiche, la verità è la persona di Gesù, ce lo siamo detto tante volte: che cosa è la verità? Gli aveva chiesto Pilato, non aveva capito che la Verità è la proposta di vita che Gesù ha fatto, la sua proposta di una umanità piena perché donata, una umanità perfetta non perché senza rughe o difficoltà o sconfitte ma perché capace di riconoscere in quelle rughe, difficoltà, sconfitte una occasione di incontro, di condivisione e di accompagnamento; don Angelo Casati la definisce così: ci guiderà nella sapienza del vivere, quella sapienza custodita nella vicenda terrena di Gesù, questa sapienza sulla nascita, sulla vita, sulla morte, la sapienza del vivere che, secondo Gesù, ha questo suggeritore meraviglioso: lo Spirito che ha messo la sua dimora nei nostri cuori.

 

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