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TESTO Vieni Spirito a spronare e rincuorare

padre Gian Franco Scarpitta   S. Vito Equense

Pentecoste (Anno C) - Messa del Giorno (05/06/2022)

Vangelo: Gv 14,15-16.23-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,15-16.23-26

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre,

23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Di solitudine e di disorientamento non si muore, ma senza che se ne colmi la lacuna è difficile vivere. Sia nella vita che nell'esercizio di un compito e di una missione, avvertiamo la necessità di un riferimento, di una compagnia, di qualcuno a cui chiedere sostegno o con cui confrontarci o trarre consiglio; da soli si può soccombere alla propria presunzione o alla disillusione e restarne vittima. Come diceva Don Abbondio (Manzoni) “il coraggio, se uno non ce l'ha, non se lo può dare”, tuttavia è necessario essere indifferenti alla paura o almeno di adattare questo sentimento alle situazioni conformandolo agli obiettivi e alla volontà.

Occorre uno sprone motivazionale su ogni cosa e in tal senso l'odierna solennità di Pentecoste è per noi una grande opportunità, un'occasione propizia.

Procedendo con ordine, che cosa avviene nella giornata ebraica che viene descritta dagli Atti degli Apostoli? Si realizza la promessa con cui Gesù aveva rassicurato gli apostoli che non sarebbero rimasti soli dopo la sua ascensione al Cielo, ma che anzi sarebbero stati rivestiti di forza dall'alto per essere condotti alla verità tutta intera. Per aver cioè rammentato costantemente quello che Gesù aveva loro insegnato e per essere anche ulteriormente istruiti su ogni altra cosa che fino a quel momento non avevano capito o di cui non erano in grado di comprendonio (Gv 16, 12 - 15). Il Consolatore è l'identità di questa forza che procede dall'alto, lo Spirito di verità, che conferisce memoria, intelligenza, discernimento, profitto intellettuale in modo da conoscere ogni cosa e affinché si possa vincere ogni dubbio e ogni perplessità. Lo Spirito che rinnova fin dal profondo perché possiamo vivere il rinnovato vigore della verità e comportarci conformemente ad essa. Inoltre, secondo la promessa di Gesù, lo Spirito Santo avrebbe infuso costanza, coraggio e franchezza apostolica (parresia) per essere suoi testimoni “fino agli estremi confini della terra” (At 1, 8) che nel linguaggio dell'epoca significa “fino a Roma”, ma oggi esprime totalità e universalità: fin dove finisce la realtà umana e possibilmente anche oltre.

Questa promessa si realizza proprio oggi, a Gerusalemme, nel giorno in cui tutti gli Ebrei di qualsiasi estrazione o provenienza raggiungono il tempio per la festa di Pentecoste, che ricorda l'alleanza di Dio con il suo popolo sul monte Sinai. Essa viene anche denominata “festa delle Settimane”, perché culmina nel cinquantesimo giorno dall'”offerta dei covoni” che corrispondeva alla Pasqua ebraica (Festa degli azzimi); in tale giorno comincia la mietitura e si offrono al tempio le primizie del grano. Mentre la città vive l'andirivieni continuo da e verso il tempio, un minuscolo gruppo di persone sosta rintanato in un piccolo luogo sprangato ed evita ogni contatto con l'esterno, per paura di inimicizie e persecuzioni da parte dei Giudei. Queste persone nell'isolamento da tutto il resto della società stanno pregando e aspettano, quando improvvisamene li si vede correre per le strade e per la piazza antistante lodando Dio in una lingua sconosciuta, grazie alla quale però vengono compresi da tutti gli astanti: Elamiti, Medi, Mesopotami, Cretesi... nonostante la differenza di etnia e di provenienza, tutti quanti li sentono parlare e comprendono quello che dicono, appunto le grandi opere di Dio. Da paurosi e circospetti, gli apostoli di Gesù fuoriescono dal rifugio impavidi, intrepidi e coraggiosi e il discorso entusiastico di Pietro produrrà oltre tremila uomini al loro seguito. A dare loro tenacia, coraggio e sicumera è stato lo Spirito Santo, disceso su di loro proprio mentre isolati stavano pregando in attesa. Lo Spirito promesso da Gesù ha realizzato anche le ulteriori promesse del coraggio, dello zelo e di ogni altra prerogativa necessaria alla testimonianza di Gesù risorto.

E' lo stesso Spirito che aveva condotto Gesù nella missione sin dal battesimo al Giordano, quando era stato istituito Figlio di Dio; lo stesso che aveva condotto Gesù nel deserto per uscire indenne dalle morse della tentazione del demonio; lo stesso che aveva accompagnato Gesù nella missione e che Gesù aveva rimesso al Padre al momento di spirare sulla croce. Gesù stesso ci illustra che è lo Spirito che lega da sempre Lui al Padre, la Persona divina che leda i Due nel vincolo di amore sin dall'eternità. Ma che viene effuso anche sugli apostoli e da questi su tutta la Chiesa e sul mondo intero. E' grazie allo Spirito Santo che i discepoli acquisiranno determinazione, coraggio, franchezza apostolica e fecondità nel loro ministero. E' grazie allo Spirito che la Chiesa, man mano che si accresce nel numero dei suoi elementi, è capace di organizzarsi sempre più nella comunione e nella solidarietà interna, ancor prima che nella missione; ciò anche affrontando con successo ogni sorta di problemi e di difficoltà, non ultima quella dei dissidi fra cristiani di varia provenienza (Cfr At 15).

Ed è lo stesso Spirito che attualizza la presenza di Gesù Risorto in ogni istante, che tuttora ci rende edotti che lo stesso Signore è con noi e che non siamo mai soli nonostante siano trascorsi già parecchi secoli dopo la sua Ascensione.

Possiamo continuare a confidare nello Spirito e aprirci alla sua azione silente ma perdurante, che ci illustra anche la verità profonda intorno a quello che abbiamo vissuto a proposito della pandemia da coronavirus: Spirito Santo, insegnaci il senso del malessere trascorso e rendici docili alla sua pedagogia e al lume che Dio Padre vuole darci in codeste esperienze demoralizzanti.

Spirito della verità, dacci il dono del discernimento perché possiamo davvero individuare il Cristo via, verità e vita nelle vicende di questo tempo che passa. Spirito di consiglio, di testimonianza, donaci la costanza nella lotta per essere portatori coraggiosi del messaggio di Gesù risorto, perché con esso possiamo tutti contribuire a trasformare radicalmente la società e a costruire la civiltà dell'amore. Spirito Santo, donaci sprone, sicurezza e coraggio nella timidezza, forza e costanza nella prova e nelle difficoltà, fiducia nell'abbandono e rinnovata fede nel dubbio.

Donaci di riscontrare la presenza di Gesù risorto perché attraverso questi, per tuo mezzo, possiamo giungere alla comunione con il Padre e alla salvezza.

 

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