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TESTO Commento su Dan 7,13

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Venerdì della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (25/11/2005)

Brano biblico: Dan 7,13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Guardavo ancora nelle visioni notturne, ed ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio d'uomo.

Come vivere questa Parola?

Il profeta è l'uomo che cerca di perforare gli eventi per "leggerli" in profondità. Non si ferma alle tenebre da cui si trova avvolto, non si lascia soggiogare dal terrore che ad esse si accompagna, ma resta saldo: sentinella di Dio che sa attendere l'alba di cui già intravede il timido annuncio. Ecco quanto propongono alla nostra considerazione le letture odierne. E "profeta" sono io, sei tu, è ogni cristiano in forza del Battesimo. "Nelle visioni notturne" di una storia in cui le "quattro bestie" (cioè i grandi imperi edificati sulla violenza, di cui parla Daniele) sono un fatto ricorrente, il "profeta" continua ad essere l'uomo della speranza. Non nega l'esistenza devastante del male. Lo guarda in faccia con lucidità, dandogli il nome che ne definisce la radice profonda: satana. Ma egli sa che il male è già stato vinto e l'alba della redenzione già imperla la storia. Egli ne individua le tracce nei tanti e misconosciuti gesti di solidarietà, nella ricerca gratuita e appassionata di un incontro più profondo con il Trascendente, di cui magari ancora si ignora il nome... Piccole luci, inscritte nella storia di questo nostro secolo, che annunciano il pieno fulgore del giorno. Cristiano, "profeta di Dio", tu oggi sei chiamato in prima persona a "leggere" questo germogliare di vita che parla di una Presenza, che rimanda al "Figlio dell'uomo", non come a un mitico personaggio del passato, ma come Colui che percorre ancora le nostre strade. Figlio di Dio e fratello nostro, il cui "giudizio" è salvezza.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, cercherò di cogliere questa Presenza amica in me e intorno a me. Sarò attento ai "segni" che me la indicano, per alimentare quel sano ottimismo cristiano che è poi la radice della nostra speranza.

Concedimi, Signore, di vivere il mio "profetismo", contrapponendo ai molteplici messaggi di morte l'annuncio gioioso che la Vita trionfa. Rendimi profeta di speranza, "segno" della tua presenza.

La voce di uno scrittore russo

Tutto passerà. Le sofferenze, i tormenti, il sangue, la fame e la pestilenza. La spada sparirà, ma le stelle resteranno anche quando le ombre dei nostri corpi e delle nostre opere non saranno più sulla terra. Non c'è uomo che non lo sappia. Perché, dunque, non vogliamo rivolgere lo sguardo alle stelle? Perché?
Michail.Bulgakov

 

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