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TESTO Commento su Atti 16,23-28.32-34

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della VI settimana di Pasqua (24/05/2022)

Brano biblico: Atti 16,23-28.32-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

«23E, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. 24Egli, ricevuto quest'ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi. 25Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. 26D'improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti. 27Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. 28Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». 32E annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa. 33Egli li prese allora in disparte a quella medesima ora della notte, ne lavò le piaghe e subito si fece battezzare con tutti i suoi; 34poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.»

Atti 16,23-28.32-34

Come vivere questa Parola?
Il carceriere per fare buona guardia usò le precauzioni più dure sicuramente maltrattandoli. Dopo il terremoto sarebbero potuti scappare, chi non l'avrebbe fatto? Ma loro hanno vissuto in pieno quanto Gesù ha detto in Luca 6,27-28 “Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.” Non scappando e gridando forte “Non farti del male siamo tutti qui” hanno fatto del bene a chi li trattava male. Non potevano prevedere le conseguenze del loro agire e il risultato più importante è stata la conversione del carceriere con tutta la sua famiglia, oltre ad un trattamento migliore. Qui si mettono in evidenza gli effetti positivi nel seguire, senza aspettative, gli insegnamenti di Gesù e come questi si possono vedere solo a posteriore. È un invito a fidarci ed affidarci al Signore. Affidamento che può crescere solo leggendo la Parola e pregando, anche nei momenti più neri della nostra vita, quando siamo incatenati nella parte più interna del nostro carcere interiore: ce l'insegnano Paolo e Sila.

Signore, aiutami a rispondere con il bene a coloro che mi fanno del male.

O Maria, Vergine potente, Tu grande illustre presidio della Chiesa; Tu aiuto meraviglioso dei Cristiani; Tu terribile come esercito schierato a battaglia; Tu sola hai distrutto ogni eresia n tutto il mondo; Tu nelle angustie, nelle lotte, nelle strettezze difendici dal nemico e nell'ora della morte accogli l'anima nostra in Paradiso! Amen. (Preghiera a Maria Ausiliatrice di San Giovanni Bosco)

La voce del Papa
[...] abbandonarci con fiducia a Dio in ogni momento della nostra vita, specialmente nel momento della prova e del turbamento. Quando sentiamo forte il dubbio e la paura ci sembra di affondare, nei momenti difficili della vita, dove tutto diventa buio, non dobbiamo vergognarci di gridare, come Pietro: «Signore, salvami!». Bussare al cuore di Dio, al cuore di Gesù: «Signore, salvami!». È una bella preghiera. Possiamo ripeterla tante volte: «Signore, salvami!»
Dall'Angelus di Papa Francesco di domenica, 9 agosto 2020

Claudio Del Brocco

 

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