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TESTO I cinque misteri della gloria divina

diac. Vito Calella

V Domenica di Pasqua (Anno C) (15/05/2022)

Vangelo: Gv 13,31-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 13,31-35

31Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Il termine «gloria», secondo il modo di pensare della nostra cultura occidentale, corrisponde alle parole "successo personale", "fama individuale", "vittoria sugli altri", "autorealizzazione".

Il verbo «essere glorificato» corrisponde ai verbi “essere riconosciuto”, “viralizzare nel web”, “essere famoso”, “essere qualcuno e distaccarsi dalla massa”. “Gloria umana” è la ricerca egoistica di farsi riconoscere dagli altri: con la forza del potere fisico, politico, militare, che si è riusciti a conquistare; o per il successo professionale, risultato di una lotta competitiva con gli altri; o per mezzo dell'ostentazione della ricchezza dei beni materiali e del denaro, perché “essere ricchi” è “essere top”; o grazie a titoli accademici che lodano il possesso di conoscenze scientifiche, tecnologiche, filosofiche, capaci di dominare la natura di questo pianeta Terra; o perché si ottiene notorietà attraverso il numero di follower su Twitter, Instagram, Tiktok. Questo tipo di “gloria umana” è falsa gloria, è vanagloria. Non porta buoni frutti e non dà vera felicità.

La “gloria divina” è ben diversa da questa apparente “gloria umana”

Gesù, nel contesto della cena pasquale, era consapevole di essere tradito da Giuda Iscariota (cfr Gv 13,18). Gesù aveva anche lavato i piedi al traditore, gli aveva anche offerto il suo corpo e il suo sangue nel pane e nel vino di quell'ultima cena. Quando Giuda iniziò a realizzare il suo progetto di consegnare Gesù alle autorità guidaiche per essere condannato a morte, il nostro Maestro e Signore riprese a parlare di «gloria», come aveva già fatto in altre precedenti occasioni.

Troviamo strano questo suo parlare di «gloria», perché lo fa ricordando la sua sofferenza e la sua morte. Seguendo il Vangelo di Giovanni, Gesù aveva già detto che «Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo. Ma se muore, porterà molto frutto» (Gv 12,24). Aveva poi espresso nella preghiera i suoi sentimenti di angoscia, che ci ricordano la sua agonia nel Getsemani, prima del suo arresto: «Adesso l'anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome!» (Gv 12,27). L'evangelista Giovanni continua scrivendo: «Venne allora una voce dal cielo: "L'ho glorificato e lo glorificherò ancora!"» (Gv 12,28).

Oggi Cristo risuscitato ci ha ripetuto cinque volte il tema della «gloria», che lo coinvolge nella comunione con il Padre, quando inizia l'evento storico, detto «l'ora», della sua passione, morte e risurrezione. Subito «dopo che Giuda ebbe lasciato il cenacolo, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito» (Gv 13,31-32).
È la “gloria divina”, che si svela con cinque misteri.
Primo Mistero della “gloria Divina”: la comunione

La “gloria divina” è la comunione eterna del Padre con il Figlio nello Spirito Santo.

Abbiamo ascoltato: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui» (Gv 13,31). In Gv 17,5 Gesù chiede al Padre che la gloria della comunione, che ha avuto con lui da tutta l'eternità, rimanga salda nell'ora della prova della sua passione e morte: «Padre, glorificami in te con la gloria che ho avuto presso di te prima che il mondo fosse». La gloria della comunione del Padre con il Figlio è il dono dello Spirito Santo, offerto gratuitamente a tutti noi, chiamati a scoprire questo dono già effuso nei nostri cuori: «O Padre, la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa» (Gv 17,22).
Secondo Mistero della “Gloria Divina”: donazione

La “gloria divina” è la libera donazione per la nostra salvezza.

Abbiamo ascoltato: «Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito» (Gv 13,32). Il Padre è stato glorificato in Gesù quando è nato a Betlemme. Gli angeli cantarono: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra a coloro che egli ama» (Lc 2,14). A Natale celebriamo questo «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14). È la gloria dell'incarnazione del Figlio di Dio, che ha assunto la nostra condizione umana. È un dono gratuito di Dio per la nostra salvezza.

L'apostolo Paolo, scrivendo ai Filippesi, esprime questo dono nel modo seguente: «Cristo Gesù pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, 7ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,6-8).

Nella prima lettera di Giovanni leggiamo: «Dio è amore. In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1 Gv 4,8b-10).
Terzo Mistero della “gloria Divina”: Il nuovo comandamento

Abbiamo ascoltato: «Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri. Come io vi ho amato, così anche voi dovete amarvi gli uni gli altri» (Gv 13,34). Continuando la lettura della prima lettera di Giovanni, leggiamo: «Carissimi, se Dio ci ha tanto amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri» (1 Gv 4,11).

Il pensare alla “gloria divina” richiede alla nostra libertà di abbandonare la ricerca della vanagloria umana e di diventare testimoni di questa “gloria divina” in comunione con i nostri fratelli e sorelle appartenenti alla comunità cristiana. Il Padre unito al Figlio nello Spirito Santo ha bisogno di ciascuno di noi perché prevalgano nel mondo relazioni di rispetto e perché «tutti abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza», perché per questo Gesù, il Figlio di Dio è venuto nel mondo (Gv 10,10). Dipende da ciascuno di noi decidere di fare in modo che il nostro corpo sia tempio dello Spirito Santo e diventi strumento per la realizzazione di relazioni “cucite” con il filo della gratuità dell'amore divino e non più quello della soddisfazione egoistica di interessi di potere, di piacere e per paura di perdere la nostra vanagloria.

Viviamo nel tempo dello Spirito Santo, nel tempo della Chiesa, ed è per questo che l'apostolo Giovanni non vide più il Figlio di Dio scendere dal cielo, ma il corpo di Cristo risuscitato, rappresentato oggi dalla nostra comunità cristiana, la nuova Gerusalemme, che vuole essere nel mondo testimone dell'amore fraterno e della sinodalità: «Vidi la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da Dio, vestita da sposa adorna per il suo sposo. È la dimora di Dio tra gli uomini. Dio abiterà in mezzo a loro. Essi saranno il suo popolo e Dio stesso sarà con loro» (Ap 21,2.3b).
Quarto mistero della “gloria divina”: la vittoria sul male

Abbiamo ascoltato: «Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi. Non ci sarà più la morte, non ci sarà più lutto, pianto, dolore, perché ciò che era prima è passato» (Ap 21,4) Il «mare», che nella Bibbia è immagine simbolica del male, «non c'è più» (Ap 21,4). Solo Dio ha il potere di scrivere dritto nelle righe storte del male della guerra, dell'ingiustizia, della mancanza di rispetto per gli altri e per la natura. Ci affidiamo al Padre uniti al Figlio nello Spirito Santo e la “gloria divina” si manifesterà nella possibilità data di «nuovi cieli e terra nuova».
Quinto mistero della “gloria divina”: la missione

Abbiamo ascoltato: «Tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). Ci sono molte persone che non hanno ancora scoperto di essere amate da Dio e di essere già state graziate dal dono dello Spirito Santo. Siamo una comunità missionaria e anche noi possiamo condividere «tutto ciò che Dio ha fatto con la nostra attività missionaria e come ha aperto ai pagani le porte della fede» (At 14,27).

 

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