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TESTO Il buon Pastore che parla alle sue pecorelle, intente ad ascoltarLo

padre Antonio Rungi

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IV Domenica di Pasqua (Anno C) (08/05/2022)

Vangelo: Gv 10,27-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 10,27-30

27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».

Sono tre i motivi principali per celebrare degnamente questa domenica del tempo pasquale, al cui centro c'è il tempo del mistero della Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.

Il primo motivo è che oggi celebriamo la quarta domenica di Pasqua, definita del Buon Pastore, perché il Vangelo ci presenta appunto l'immagine di Cristo Buon Pastore che si prende cura di ogni sua pecorella, ovvero di ognuno di noi. Lui è il pastore del suo gregge che normalmente si identifica con la chiesa, la comunità di tutti i battezzati e credenti.
Lui, Gesù, è la nostra guida, Lui è il nostro difensore, Lui è il nostro Redentore che ci accoglie, ci protegge e ci difende da qualsiasi assalto del nemico che si possa verificare a danno del suo amato gregge.

Secondo motivo di gioia è che oggi celebriamo la festa della mamma. Il mio e vostro primo pensiero va alla mamma di tutti che Maria Santissima, alla quale dedichiamo interamente il mese di maggio che abbiamo iniziato da qualche giorno. Come pure un pensiero speciale ed un ringraziamento sincero a tutte le mamme della terra, viventi o defunte. Grazie a tutte le mamme del mondo che amano e difendono la vita, dal concepimento fino all'ultimo istante della sua esistenza terrena.

Il terzo motivo è che in questo giorno noi eleviamo a Maria la supplica che va sotto il titolo di Regina delle Vittorie, supplica scritta dal Beato Bartolo Longo e che accompagna il cammino di noi cristiani devoti della Madonna di Pompei fin da piccoli e che viene recitata l' 8 maggio e la prima domenica di ottobre.

Ritornando al testo del Vangelo di questa quarta domenica di Pasqua si parla appunto del Buon Pastore. Gesù Cristo è il pastore delle nostre anime, Egli si prende cura di ogni sua pecorella, di quella che ascolta la sua voce, ma soprattutto di quella che si è smarrita, quella che ha perso la strada dell'ovile. Di quella che ha più necessità di essere aiutata per ritornare alla sede del suo vivere quotidiano da cristiano.
In questa pagina del Vangelo di Giovanni troviamo un forte appello a quello che è l'invito alla conversione di ognuno di noi, quando ci allontaniamo da Dio e imbocchiamo altre strade che ci portano ad abbandonare il gregge del Buon Pastore, quando prendiamo le distanze da Gesù, dalla Chiesa, dalla vita sacramentale e dalla preghiera, e, invece, ci caliamo in una vita di immoralità che è non quella da noi accettata e che dovrebbe essere espletata in ragione del battesimo ricevuto e delle scelte di vita fatte liberamente davanti a Dio e alla società.
Quando non pratichiamo più la religione, scatta il meccanismo dell'allontanamento, dell'isolamento, dell'abbandono e del disprezzo anche di quello che si è stati nel passato o lo si è in quel momento.
Il vangelo del buon Pastore è quindi un forte invito a ritornare alla sede naturale del nostro vivere da cristiani, quella sede che è la Chiesa, la comunione con tutti i fedeli, il sentirci membri effettivi del popolo santo di Dio e fratelli in umanità con tutti gli uomini e donne della terra.
E' richiesta a noi la coerenza della fede, che passa attraverso l'adesione alla comunità dei credenti. Se vogliamo continuare a vivere nel gregge che è la Chiesa di Cristo dobbiamo seguire gli insegnamenti dei nostri pastori a partire dal Santo Padre, Papa Francesco, al quale va il nostro pensiero riconoscente e grato per tutto quello che sta facendo per il bene della chiesa stessa e per l'umanità intera, soprattutto in questo tempo di pandemia e di guerra totale.
Bisogna seguire gli insegnamenti dei Vescovi che sono i pastori delle chiese locali e quelli dei parroci, che solo il punto di riferimento pastorale e spirituale delle nostre comunità parrocchiali, che operano sul territorio e che bisogna amare, proteggere, far crescere, potenziare e soprattutto sostenere con la preghiera e il responsabile coinvolgimento di tutti, mediante la fattiva collaborazione di ciascuno. Per essere gregge, è necessario che ci siano i pastori e oggi che è la giornata del Buon Pastore siamo chiamati a pregare per le vocazioni alla vita sacerdotale, cioè per tutti i pastori della Chiesa cattolica già in servizio o che si apprestano a tale ministero.
Una giornata in cui abbiamo il dovere di mettere al centro dei nostri pensieri e delle nostre preoccupazioni tutti sacerdoti, coloro che Signore ha scelto e sceglie tra il popolo di Dio per essere ministri della riconciliazione, dell'eucaristia e per essere padri e pastori di ogni membro del suo popolo, senza fare preferenze o attuare discriminazioni. E come preghiamo nel santo rosario, ancor più oggi ci rivolgiamo al Signore, attraverso l'intercessione della Madonna, Regina degli Apostoli, che mandi santi sacerdoti, ferventi religiosi e laici impegnati nella sua Chiesa.
Il gregge siamo tutti noi, uniti da uno stesso battesimo e da una stessa fede e diretti verso l'unica salvezza, quella eterna.

 

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