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TESTO Nessuno le strapperà dalla mia mano

don Roberto Seregni  

IV Domenica di Pasqua (Anno C) (08/05/2022)

Vangelo: Gv 10,27-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. 29Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. 30Io e il Padre siamo una cosa sola».

Seguimi, disse il Risorto a Pietro.

Seguimi come sei, con la tua fragilità, con le tue paure, con i tuoi slanci e le tue cadute. Seguimi, fidati e lasciati amare.

Seguimi è l'ultima parola che Gesù Risorto disse a Pietro. A differenza degli altri evangelisti, Giovanni racconta la chiamata di Pietro alla fine del suo Vangelo. Alla fine, dopo aver sperimentato la sua debolezza, dopo aver fatto l'esperienza meravigliosa della gratuità dell'amore che perdona, il Risorto lo chiama a seguirlo. Alla fine tutto inizia.

Il Vangelo di questa settimana è per Pietro e per ciascuno di noi. Siamo pieni di dubbi e paure, ma abbiamo nel cuore il desiderio di seguire Gesù e di amarlo. Siamo stanchi e delusi, affaticati e appesantiti, ma vibra in noi il desiderio di bellezza e di felicità. Oggi il Risorto soffia nei nostri orecchi un messaggio di speranza: nessuno ci potrà strappare dalla sua mano.

Con una magistrale pennellata, Giovanni ci indica i due verbi fondamentali del discepolato: ascoltare e camminare. Il discepolo che ascolta la parola e cammina sui passi del Maestro, mette radici nella sua mano e da lí nessuno potrà strapparlo. Questo non significa che non avremo problemi, che tutto sarà facile e comodo. Magari!

Essere discepoli è una sfida, è andare contro corrente, è esporsi alla burla e alla critica, ma sempre con la certezza che viviamo radicati nella mano di Cristo, che l'ultima parola sul mondo, sulla storia, sull'umanità sarà la sua. Sempre con l'umiltà e la semplicità di chi si affida a un amore che ha vinto la morte. Sempre costruendo pace, aprendo cammini di dialogo, promovendo la giustizia e la dignità per ogni fratello e sorella. Sempre con la fiducia e la serenità di chi non giudica, non grida, non accusa, ma accompagna i poveri, ascolta gli ammalati e si preoccupa degli abbandonati senza cercare applausi o posti in prima fila.

Il Risorto, che rilancia Pietro sulla strada della missione, rilancia anche ciascuno di noi ad annunciare che la vita donata por amore ha vinto, che la morte è stata disarmata e non fa piú cosí paura: dalla sua mano nessuno potrà mai rapirci.

don Roberto Seregni

 

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