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TESTO Commento su Giovanni 13,1-15

Omelie.org (bambini)  

Giovedì Santo (Messa in Cena Domini) (14/04/2022)

Vangelo: Gv 13,1-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. 2Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, 3Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. 5Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. 6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». 7Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». 8Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». 9Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». 10Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». 11Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».

12Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? 13Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. 14Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. 15Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.

Cari ragazzi e ragazze, bambini e bambine, ben trovati!

Siamo già giunti alla Pasqua, e con questo non intendo dire che mancano pochi giorni, ma che sta già iniziando!

Si perché la celebrazione della Resurrezione non può prescindere dal Triduo.

Il Triduo è un periodo di tre giorni di celebrazioni, che riguardano la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù Cristo. Ma considerando che dal giovedì alla domenica sono quattro giorni, perché si dice che ne siano tre?

Secondo la tradizione ebraica, il giorno inizia dalla sera prima e si conclude prima del tramonto. Questo metodo di calcolare il tempo simboleggia l'Alleanza con Dio: come il giorno è senza tramonto, la relazione tra Dio e l'uomo è senza fine. Pertanto, secondo questo ragionamento, il giovedì sera appartiene già alla giornata del venerdì. Ecco che si tornano a contare tre giorni.

Al di là di queste nozioni tecniche, ciò che è fondamentale spiegare è che è di vitale importanza per un cristiano partecipare all'intero Triduo. Esso non è solo un ricordo di quello che è successo duemila anni fa, ma è un memoriale cioè, per opera dello Spirito Santo, quello che celebriamo sta accadendo adesso, in questo momento. Noi non stiamo ricordando ma lo stiamo vivendo. Diventiamo testimoni oculari dell'amore di Cristo per noi. Di qui, l'importanza di vivere tutte le celebrazioni del Triduo: non possiamo limitarci alla Domenica mattina perché essa è intimamente connessa alle altre. Non può esistere la Resurrezione senza la Morte o la Croce senza la donazione totale e gratuita di Gesù per noi.

Passiamo ora a vedere cosa accade nel corso della celebrazione del giovedì Santo.

Sin dalla Prima Lettura si parla del memoriale. Anche gli ebrei, infatti vivono la Pasqua, cioè il passaggio dalla schiavitù alla libertà e sono proprio loro a insegnarci a non dimenticare ciò che Dio fa per gli uomini, in quanto esso è pilastro della nostra esistenza.

La mattina del giovedì santo c'è la messa crismale in cattedrale con il vescovo: in questa messa ci sono in questa messa due segni importantissimi: la benedizione degli olii santi; gli olii che si usano nei Sacramenti e che poi vengono mandati nelle Chiese locali. Questo gesto sottolinea sia il Sacerdozio di ogni Battezzato sia l'unità della Chiesa in tutto il mondo. La messa del giovedì sera è anche chiamata Coena Domini, la Cena del Signore. Forse, siamo abituati ad attribuirgli una connotazione negativa perché è l'inizio di una fase dolorosa, ma in realtà è un'esplosione di Amore Tuttavia la cosa sulla quale ci dobbiamo concentrare di più è il gesto della lavanda dei piedi.

Gesù è il Figlio di Dio. È Dio Lui stesso eppure si fa servo degli uomini. Avete presente quando diciamo a qualcuno “ti voglio bene da morire”? Ecco Gesù inizia a dimostrarlo con i fatti, tanto è vero che poco dopo istituisce l'Eucarestia. Essa è la fonte vitale del cristiano.

Pensate di essere chiusi in una stanza chiusa ermeticamente: l'ossigeno è quasi finito e respirare diventa quasi impossibile. Ecco, l'Eucarestia è l'ossigeno puro che ci permettere di vivere, che non si esaurisce mai, il cibo che non si deteriora. Cristo, con l'istituzione dell'Eucarestia dimostra di essere la fonte dell'Amore che ci mantiene in vita e che ci permette di amare gli altri. Questo momento è anche detto la Nuova ed Eterna Alleanza: il nostro legame con Dio diventa indissolubile, preziosissimo, infinito: anche se noi ci dimenticassimo di Dio, Lui non smetterebbe mai di amarci perché ha scelto, una volta e per tutte, di essere una cosa sola con noi.

Insomma, la Coena Domini è la dimostrazione di Amore più straordinario che l'essere umano abbia mai potuto immaginare. Ed è proprio per questo che il Salmo Responsoriale è una lode a Dio per tutte le Sue opere.

Ma questo regalo non è solo la Vita, è anche un esempio di come poter vivere la nostra vita: nel servizio agli altri, perché è amando che ci si sente amati. San paolo, nella Seconda Lettura ci rivela che per evangelizzare non servono grandi sermoni o teorie filosofiche, e non basta vivere l'Eucarestia (che significa “rendimento di grazie”) solo a messa, piuttosto tutta la nostra vita deve diventare un rendimento di grazie.
Facile a dirsi, ma a farsi?

Ecco, se tu hai capito che la Eucaristia non è solo un gesto, ma una vera e propria donazione di Dio a te, perché Lui vuole essere un tutt'uno con te, se accogli questo regalo senza recriminazioni, allora la tua gioia sarà talmente enorme che tenerla tutta per te sarà impossibile ma vivrai, facendo una vita normalissima, esprimendo però in tutto ciò che farai quest'amore e questa gioia senza fine.

L'amore di Dio è un amore completo, totale: il Vangelo afferma “avendo amato i suoi, li amo sino alla fine”; Dio non si pente di quello che ha donato, del cammino che ha intrapreso, non torna indietro! Si tratta di un Amore talmente enorme che l'essere umano fa difficoltà ad accogliere: ecco perché san Pietro non vuole farsi lavare i piedi. Per poter accettare che Dio si metta al servizio dell'uomo, bisogna che si converta a questo amore. Ci si deve arrendere senza razionalizzare troppo. È assurdo desiderare di inginocchiarsi davanti a qualcuno, ma Dio lo fa. Dunque possiamo solo accogliere questo Amore sconvolgente che non si può spiegare ma solo vivere.

Solo in questo modo, entrando in questa gratuità divina, potremmo amare gratuitamente e liberamente gli altri.
Buon Triduo Pasquale!
Commento a cura di Cristina Pettinari

 

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