PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Una misericordia che non chiede permesso!

don Maurizio Prandi

V Domenica di Quaresima (Anno C) (03/04/2022)

Vangelo: Gv 8,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 8,1-11

1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Con l'ascolto del brano di vangelo di questa V domenica del tempo di quaresima rimaniamo nel tema della misericordia, una misericordia che non chiede permesso per avvolgere l'uomo ma lo raggiunge gratuitamente. Come il figlio che domenica scorsa abbiamo visto torna non perché si era pentito anche qui non sappiamo se questa donna era pentita, ma certamente sappiamo che il perdono la raggiunge prima della conversione.
Non sappiamo molto di questa donna perché nessuno le parla, nessuno le chiede: in fondo di questa donna non importa a nessuno, fuorché a Gesù. Spesso ce lo diciamo ma ancora una volta non ne possiamo fare a meno: per chi la trascina davanti a Gesù questa donna è il suo peccato, non c'è spazio per lei creatura, non c'è spazio per la sua storia, per i suoi sentimenti, non c'è spazio per la sua consapevolezza, ripeto: non soltanto ha commesso un peccato, lei è il suo peccato.
Un particolare, che ancora non conoscevo: il peccato di adulterio prevedeva sì la lapidazione, ma nel caso che lei fosse fidanzata; nel caso di una persona sposata la pena era sempre la morte, ma per strangolamento. Dico questo non per il gusto del macabro ma per far notare che vista la pena era soltanto fidanzata e quindi giovanissima come sapete: dodici, forse tredici anni, quattordici al massimo. Quanta durezza, quanto livore, quanta spietatezza nei confronti di una adolescente e se consideriamo poi che l'obiettivo di scribi e farisei era Gesù, anche usata!

Tutto parte da lì, dal tranello, che tendono a Gesù per coglierlo in fallo (in fondo, diceva Maria Stella, a loro importa solo di fermare Gesù, fermare uno che racconta il volto di un Dio che certamente non giustifica, ma nemmeno giudica, un Dio che apre un futuro, un orizzonte nuovo, un Dio che ti permette di dire: oggi ricomincio) e per poterlo accusare: Tu che ne dici? Gli chiedono, e qui si sarebbero aspettati, da tipici uomini religiosi un bel pistolotto sul peccato e sulla sua gravità. Si perché la religione, come dicevo domenica scorsa, vuole queste cose; la religione domanda: Scusa ma ti esaminata per bene? Ti rendi conto di quello che hai fatto? E la gravita di quello che hai commesso, dove la mettiamo? Quante volte? Sei pentita? Detesti le tue colpe? Prometti di non farlo più? Accetti la giusta pena come conseguenza di quello che hai commesso?
Gesù però niente di tutto questo! Non giustifica, ma apre la ragazza ad un futuro diverso, potrà vivere in modo nuovo, differente: Nemmeno io ti condanno. Va' (ecco il perdono) e non peccare più (ecco l'invito alla conversione ad una vita nuova, differente). Notavamo durante la condivisione che anche per gli uomini che abbandonano le loro pietre non c'è condanna perché anche loro riconoscono di non essere senza peccato. Mi piace questo: Gesù è venuto anche per loro a chiamarli e a salvarli, li interroga, li spinge a guardarsi dentro, alla loro situazione rispetto al peccato ma non li condanna anzi: lascia intravvedere loro la misericordia di Dio, di più: li porta a mettersi nella situazione della donna peccatrice che loro stessi hanno trascinato davanti a lui. Che bello quello che scrive papa Francesco: “Anche a loro Gesù vuole offrire una prospettiva di vita nuova e con quella frase: chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei fa appello alla loro coscienza richiamandoli alla consapevolezza della loro condizione”. La condivisione ci ha aperto anche ad un sentimento di dispiacere nei loro confronti, che andandosene così presto hanno perso l'opportunità di ascoltare parole di perdono e di misericordia.
Ci siamo fermati anche sull'atteggiamento di Gesù, sui suoi gesti:
- sul particolare del dito che scrive per terra, come il dito di Dio sul Sinai ha scritto i comandamenti su tavole di pietra qui Gesù scrive sulla terra e proprio dalla terra Dio aveva tratto il primo uomo. Da un lato ci sono persone che ricordano una Legge scolpita su tavole di pietra, dall'altro c'è Gesù che dice che non sulla pietra, ma sulla carne va scritta la Legge, nelle nostre povere vite, segnate dalla fragilità, dalla debolezza, dal peccato
- di più, c'è questo chinarsi (gesto ripetuto per due volte) di Gesù, che è un chinarsi di fronte alla donna. E. Bianchi scrive che la donna che era stata presa e fatta stare in piedi davanti a Gesù seduto come un maestro e come un giudice, vede Gesù, chinato, inchinato di fronte a lei, in un grande silenzio.
- Forse, come sottolineava Carla, c'è anche un Gesù quasi schiacciato da questo atteggiamento così disumano da parte dei presenti e questo non guardare la donna fino a quando tutti se ne siano andati, dice che lui non vuole avere niente da spartire con loro, nemmeno lo sguardo. Non vuole mescolare il suo sguardo con quello di chi teneva in mano la propria pietra, vuole che la donna non appena sarà possibile si senta guardata da lui in modo differente.

Concludo con quanto proponeva Daniele durante la condivisione: siamo nell'ambito di una festa appena conclusa e conclusasi con la difesa di Gesù da parte di Nicodemo: i farisei che accusano e citano la Parola di Dio e Nicodemo che invita invece ad ascoltare Gesù prima di condannarlo: la Legge "non giudica un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere quello che fa". Tutti vanno a casa, Gesù invece va al monte degli Ulivi, il luogo della preghiera e al mattino torna al Tempio: è l'alba di un nuovo giorno, di una nuova settimana, di una vita nuova possibile in ascolto di Gesù che invita tutti a compiere gesti e azioni che raccontino l'agire di Dio, che non è mai condanna (le pietre), ma perdono (Va'! e non peccare più!). Mi piace molto tutto questo: Gesù, che ci ha raccontato in pienezza Dio, afferma che di fronte all'uomo che si allontana da lui Dio ha un solo desiderio: che si converta e viva!
Bello quello che Rosanna affermava: la manifestazione più grande del potere è il perdono. Gesù (E. Ronchi) non domanda che cosa ha fatto, le indica che cosa potrà fare. Lei non appartiene più al suo sbaglio, ma al suo futuro, ai semi che verranno seminati, alle persone che verranno amate. Il perdono è qualcosa che non libera il passato, fa molto di più: libera il futuro. E il bene possibile, solo possibile, di domani, conta di più del male di adesso. Nel mondo del vangelo è il bene che revoca il male, non viceversa. Il perdono è un vero dono, il solo dono che non ci farà più vittime, che non farà più vittime, né fuori né dentro noi.

 

Ricerca avanzata  (53985 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: