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TESTO Ascolta l'Amore

don Mario Simula  

V Domenica di Quaresima (Anno C) (03/04/2022)

Vangelo: Gv 8,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Guardare avanti verso una speranza nuova è l'impegno della quinta domenica di Quaresima.
Lasciamo alle spalle le cose di prima: ne sono nate di nuove. Il messaggio della liturgia diventa stile di vita. Ogni volta che celebriamo, siamo messi davanti ad un pezzo della nostra storia. Abbiamo seminato nel pianto, adesso, oggi, raccogliamo nella gioia. Paolo con franchezza riconosce che tutto quanto ha vissuto fuori dall'ottica di Gesù è da considerare spazzatura. Dobbiamo guadagnare ogni giorno Gesù.
Siamo in cammino. Non abbiamo certo raggiunto la meta. Ma ci sforziamo per toccarla.
E' faticosa la meta perché domanda allenamento, perseveranza, settimane lunghe per costruire, pietra su pietra, la conversione.
Ancora la meta ci appare come una conquista da raggiungere. Se dimentico ciò che mi sta alle spalle e mi protendo verso ciò che mi sta di fronte, riesco a raggiungere il premio che Dio ci chiama a ricevere in Cristo Gesù.
Poeticamente Isaia ci invita a non ricordare più le cose passate, a non pensare più quelle antiche. Dio fa una cosa nuova. Lo fa per il popolo che Egli stesso ha plasmato perché Gli renda lode.
Il Vangelo ci racconta la realtà più nuova che possa apparire nel mondo.
Ripercorriamo il fatto da protagonisti presenti e consapevoli che quanto vediamo ci riguarda direttamente.
Gesù sta insegnando nel tempio. Gli scribi e i farisei colgono l'occasione per condurgli una donna sorpresa in adulterio. La mettono in mezzo. E' l'imputata e deve essere giudicata e messa a morte.
Si rivolgono a Gesù. Non si comprende (o forse si comprende molto bene) se il processo intendano farlo al Maestro oppure alla donna. In realtà essa è soltanto un appiglio.
“Maestro, questa donna è stata colta in adulterio. La legge di Mosè ci chiede di lapidarla. Tu che ne dici?”.
Queste sono le domande davanti alle quali le orecchie di Dio sono sorde. Contengono soltanto provocazione e presunzione. Dio non può ascoltare. Dio ha le sue strade. Soltanto quelle vuole percorrere. Ognuno di noi non saprà cosa significhi la vera conversione che rallegra il cuore di Dio, finché non si rivolgerà a Gesù con domande d'amore. chi gli parla con parole provocatorie e blasfeme cerca la propria condanna. Non si deve mettere alla prova Dio accusandolo.
Fino a quando ho un briciolo di rettitudine e di amore alla verità, non metterò sotto processo Dio.
Riconoscerò i miei peccati e troverò misericordia. Soltanto questo posso fare.
Gesù sembra ignorare scribi e farisei. Non li guarda, ma si china e inizia a scrivere col dito per terra.
Tuttavia, non esistono limiti per i cuori ostinati. Rimangono stabili nelle loro intenzioni perverse.
Insistono nelle loro provocazioni.
Gesù inizia a spogliarli della loro superbia e della loro malignità. “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”.
E' un'affermazione apparentemente anonima. In realtà contiene tutta la malvagità racchiusa nel cuore di quegli uomini, nemici non della donna ma di Gesù.
L'esito delle parole è immediato. Non dà spazio ad ulteriori appigli menzogneri. Non dà respiro alle giustificazioni.
“Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani”.
Spero di essere la donna adultera per sperimentare “la cosa nuova” che inizia ad esistere per lei. Gesù trasforma il lamento in danza. Il pianto in gioia. La spazzatura in meta essenziale, quella che conduce alla felicità senza scorciatoie, ma soltanto attraverso la strada del pentimento.
La donna rimane sola, in quella beata e gratificante solitudine di chi può contemplare, senza minacce il volto dolcissimo di Gesù. E' in mezzo. In mezzo ad una tempesta di amore e di misericordia.
Gesù si mette in piedi e apre con lei un dialogo semplice, breve ed eterno. L'amore vero è fatto di una sola parola: “Ti amo”. Il fuoco che diffonde è eterno.
“Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”.
Le parole del perdono risuonano come una melodia di cielo. Anticipano l'incontro con Dio nel suo Regno.
Sono parole che non incutono paura. Sono miti. Accoglienti. Stile di chi si prende cura, come sta facendo Gesù.
La donna ha la forza e la confidenza di rispondere. Sa di avere davanti la tenerezza di Dio: “Nessuno, Signore”.
Risuonano nell'universo dell'amore le parole “nuove”. Scopriamo finalmente la “cosa nuova”. La spazzatura degli orgogliosi si dilegua. Rimane soltanto la bellezza di questo incontro imprevisto.
“Neanche io ti condanno”, poteva farlo, ma non è una nota che appartiene alle corde del cuore di Gesù.
“Va'. Inizia anche tu la tua gara correndo verso la meta. Tutto il resto che trovi è paglia al vento.
“D'ora in poi non peccare più”
.
La vita rimessa a nuovo inizia. Inizia da un pentimento sincero, da un amore accolto, da un atto di fiducia nel Signore.
Sarà il primo passo di una vita che accantona il peccato. Il peccato blocca il cammino verso Gesù. Il pentimento apre, invece, ai primi albori della risurrezione.

Gesù, sono commosso per il dono che mi fai: posso guardare il tuo volto senza dovermi nascondere.
Mi fido a tal punto della tua misericordia che non mi rimane alcun motivo per non avere fiducia in te. Tu conosci il mio cuore nell'intimo. Tu mi conosci da sempre. Tu hai visto formarsi, cellula dopo cellula, la mia vita, il corpo, il cuore. Che cosa devo manifestarti ancora?
Devo soltanto credere che tu mi scruti e mi conosci.
Non mi rimane altro che invocarti dicendo: “Scrutami e guardami nel profondo, Signore!”.
Credo che il cuore dell'adultera fosse molto simile al mio. Una peccatrice che tu liberi da coloro che la giudicano. Che tu liberi dal peccato che la tiene schiava. Che tu liberi da ogni soggezione nei confronti del tuo amore. Il suo amore era stato sempre incerto e confuso, reso opaco da soddisfazioni degradanti.
Tu la riabiliti alla vita. Tu guardi soprattutto il suo cuore pentito e dolente. Tu la vedi in mezzo a gente crudele, guardata con disprezzo e desiderio. Poi ti rialzi dalla tua riflessione e la guardi con la luce di Dio, con la limpidezza bellissima di Dio.
Non la condanni. La riabiliti. La rafforzi. La rendi amante del tuo amore e non degli amori torbidi. Tu le doni coraggio e dignità.
Gesù, sono come quell'adultera. Perseguitato continuamente dalle spine del peccato. Qualche volta preferisco quelle punture velenose, piuttosto che il tuo amore dolce.
Gesù, voglio sentire dette per me le parole soavi della misericordia: “Figlio mio, non ti condanno. Ti raccolgo da terra. Ti riabilito alla vita. Ti scelgo come amico del mio amore. Ti offro la mia tenerezza. Ti riporto su una strada che diventa strada verso di me, sempre. Sarai forte. Sarai coraggioso. Sarai appagato. Sarai beato perché hai trovato le mie viscere di misericordia e accetti che ti prenda sulle mie ginocchia e che ti nutra col il latte dolce del mio seno. Io sono anche madre. Sono colui che ti genera tutti i giorni ad esistere limpido e felice”.
Tu sei la madre che non si dimentica mai del figlio e lo accoglie con viscere di misericordia. Ti appartengo come sono: cercatore di libertà vera, bisognoso di amore trasparente come una pietra preziosa.
Tu mi rispondi:”Alzati, va' lungo i sentieri della vita. Non peccare più. E' possibile se ti fidi di me”.

 

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