TESTO Commento su Luca 21,34-36
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Sabato della XXXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (01/12/2001)
Vangelo: Lc 21,34-36
Dalla Parola del giorno
Vegliate e pregate in ogni momento.
Come vivere questa Parola?
Si conclude il discorso escatologico di Gesù: la fine è certa, il quando nessuno lo sa. Come vivere l'attesa del tempo presente? Vegliando e pregando. Vegliare è tenere gli occhi aperti: quello che i discepoli non riuscirono a fare nella notte del Getsemani. La notte del mondo o la si vive vegliando, o con il "cuore appesantito": appesantito è il cuore con lo sguardo a terra e che batte lentamente, è il cuore che nella notte non vede altro che buio; vigilante è invece il cuore che nella notte intravede la luce, attende l'alba eterna. Cuore appesantito è quello di chi vive il tempo presente nella tristezza del non-senso, cuore vigilante è quello di chi attende con speranza la luce che viene e già nel presente ne riconosce i segni. Vegliare e pregare: il cuore appesantito cerca consolazione in "dissipazioni e ubriachezze", vero oppio dei popoli, anestetici che fanno dormire e dimenticare; il cuore vigilante invece prega: sveglio, vive del ricordo del Signore nel dialogo incessante con lui e nell'attesa del suo ritorno.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, ripeterò con Paolo: siate figli della luce e del giorno, perché siete destinati alla salvezza, alle nozze eterne con Cristo Gesù (cf 1 Ts 5,1s)
La voce di un Padre del deserto
La preghiera è soprattutto attendere con un cuore sobrio e vigilante che Dio venga e visiti l'anima.
Pseudo Macario