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TESTO Commento su Luca 20,27-40

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Sabato della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (24/11/2001)

Vangelo: Lc 20,27-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 20,27-40

27Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

39Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». 40E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Dalla Parola del giorno

E non possono più morire, perché sono figli di Dio

Come vivere questa Parola?

I sadducei tentano di mettere alle strette Gesù con una domanda che è un vero e proprio dilemma. Tuttavia, nel loro interrogativo, fa capolino il desiderio profondo di ogni uomo: quello di avere una discendenza, ossia la vita eterna. Ed è rispetto a questo desiderio che Gesù annuncia la sua buona novella. Il dilemma posto dai sadducei riguarda una donna e degli uomini incapaci di avere figli: è la maledizione della sterilità. Come vincere questa sterilità radicale degli uomini? Con un colpo d'ala Gesù risponde alla domanda ponendosi da un'altra prospettiva: la sterilità non è più una maledizione, perché gli uomini, prima che madri e padri, sono chiamati ad essere figli! Dio è la madre e il padre: in lui solo è la fonte di ogni fertilità, perché egli è "Dio dei vivi" e "tutti vivono per lui". Lo Spirito stesso attesta che siamo figli di Dio e se siamo figli, siamo anche eredi (cf Rom 8,16-17): la vita, e la vita eterna, sono un'eredità, ossia un dono del Padre.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, starò in ascolto dello Spirito, che grida "Abbà, Padre": nella forza di questo nome, di questa parentela, è vinta ogni mia morte, sterilità e paralisi.

La voce di un maestro spirituale dei nostri tempi

Quello che ci dice Paolo a proposito dell'accesso al Padre (cf Ef 3,12; Eb 10,19-20) non è solo di un apostolo scelto dal Signore e gratificato dal privilegio di avvicinarsi all'Essere invisibile e contemplarlo; è piuttosto l'eredità del Figlio unigenito, distribuita a tutti i figli, con abbondanza.
Matta el Meskin

 

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