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TESTO Commento su Luca 20,27-40

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Sabato della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (19/11/2005)

Vangelo: Lc 20,27-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 20,27-40

27Gli si avvicinarono alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: 28«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello. 29C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. 30Allora la prese il secondo 31e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. 32Da ultimo morì anche la donna. 33La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». 34Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; 35ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: 36infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. 37Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. 38Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».

39Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». 40E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Dalla Parola del giorno

Dio non è Dio dei morti ma dei viventi, perché tutti vivono per lui.

Come vivere questa Parola?

Questa solare affermazione è di Gesù che, in tal modo, chiude la bocca ai Sadducei: una setta ebraica che negava la resurrezione dei morti. L'obiezione era stata posta da loro, sottintendendo la legge del levirato per cui era risaputo che la vedova doveva sposare il fratello del marito defunto. Ma l'argomentare sulla vedova sopravvissuta a ben set-te mariti, quel chiedere di chi sarà la donna nella risurrezione ultima è intriso di acre ironia! E proprio in questo contesto è forte quel proclamare da parte di Gesù, che nell'economia della resurrezione, tutto sarà diverso, anche il rapporto uomo e donna che, quaggiù, ha il suo perno significativo nella complementarietà del sesso. Vale la pena di riflettere. L'essere "come angeli di Dio" nella vita eterna esprime il superamento di quella dialettica tra corpo e spirito che è la connotazione a anche la fatica del nostro essere uomini e donne quaggiù. Tutto questo sarà superato in una perfetta armonia senza scosse e turbamenti. Ma bisogna che fin d'ora noi viviamo da "figli della resurrezione", non della morte, come, a volte, noi cristiani diamo a vedere. Figli della risurrezione – dice Gesù – significa essere contemporaneamente figli di Dio: un Dio che – è ancora lui a proclamarlo – non è "Dio dei morti ma dei viventi". A ben pensarci è entusiasmante, e si colora di quella speranza teologale che ha tanto bisogno di essere coltivata, in questo tempo, nel cuore di chi si dice cristiano. Però questa "coltivazione" implica l'impegno a non lasciare sedimentare in noi segni di morte.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito di entrare nella mia identità di figlio della resurrezione e quindi di assaporare e diffondere quel "gusto della vita" che è "vita nuova" in Cristo Gesù.:

Signore, che sei risorto dai morti perché fossimo con te conrisorti in speranza, dacci di aprirci a pensieri e sentimenti di pace, di progresso nella bontà, nella gentilezza, nella promozione di chi ci sta accanto perché gustiamo la vita in te che sei la Vita e la Resurrezione.

La voce di un Padre della Chiesa

Si semina il frumento, se piace, o qualsiasi genere di semi. Appena cade, come se morisse, va in putrefazione ed è inutile al nutrimento. Ma quello putrefatto risorge verdeggiante e caduto piccolo risorge bellissimo. Il frumento è fatto per noi. Per il nostro uso il frumento e i semi sono fatti, non per se stessi. Quelle cose che per noi sono state create, morte rivivono, e noi, motivo per i quali esse vivono, morti non risorgeremo?
Cirillo di Gerusalemme

 

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