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TESTO Ascoltatelo

don Roberto Seregni  

II Domenica di Quaresima (Anno C) (13/03/2022)

Vangelo: Lc 9,28-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 9,28-36

28Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

Nonostante la distanza, anche in Perú arrivano gli echi terribili della guerra. Paura, rabbia e sdegno si mescolano a un sentimento di stanchezza generale, appesantimento e fatica. Siamo sfiniti, mi viene da dire. Iniziavamo a tirare un po' il fiato dopo le diminuzioni dei contagi, e ora dobbiamo fare i conti con questa guerra. Ancora in ginocchio, ancora a scrutare l'orizzonte in punta di piedi cercando di intuire cosa fare, dire o pensare per non affondare nella disperazione e nella paura.

C'è una mano che guida la storia, ne siamo sicuri. C'è un senso, un perché, una direzione. Forse non riusciamo a scovarla con chiarezza, ma c'é.

Mi sento come Pietro nel racconto della trasfigurazione. Stanco, sfinito, oppresso dal sonno, con la voglia di chiudere gli occhi e sperare di riaprirli in una realtà parallela piú giusta, umana e pacifica.

Pero no. É questa la nostra storia. E in questa storia, piena di contraddizioni e di ferite, si è fatto carne il Figlio di Dio ed è morto appeso ad una croce raggiungendo il luogo piú lontano da Dio, perché nessuno si senta piú lontano da Lui. Nessuno.

Rileggo il racconto della trasfigurazione e la voce del Padre del Cielo risuona con una forza inaudita: “Ascoltatelo”. Questo è il grande desiderio del Padre: ascoltare il Figlio per vivere come fratelli.
“Ascoltatelo”.

Che sia questo il segreto per poter scorgere nuovi cammini di riconciliazione fra le macerie dei nostri sogni?
“Ascoltatelo”.

Che sia questo il cammino per riaprire nuovi orizzonti di speranza?
“Ascoltatelo”.

Che sia questo il fondamento per costruire una nuova umanità?

don Roberto Seregni

 

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