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TESTO Commento su Matteo 25,31-46

don Roberto Rossi  

XXXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) - Cristo Re (20/11/2005)

Vangelo: Mt 25,31-46 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 31Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. 37Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. 40E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. 44Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. 45Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

Cristo è il Re dell'universo, è il nostro re. La liturgia lo chiama Principio e Fine, Alfa e Omega.

Infatti: "In principio era il Verbo e il Verbo era Dio e tutto è stato fatto per mezzo di Lui".

E il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi e noi abbiamo visto la sua gloria. E' venuto come Salvatore, come il buon pastore che cerca, sostiene, guida, cura ogni pecora secondo la sua situazione e le sue necessità. Così ha amato e ha salvato il mondo e ciascuno di noi.

Il vangelo di oggi ci presenta Cristo nella sua gloria finale e definitiva e come vuole farci dono di entrare nella sua beatitudine.

"Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria, e saranno riunite davanti a Lui tutte le genti".

Di fronte a quel momento supremo Gesù ci dice che c'è una grande responsabilità: siamo di fronte alla salvezza eterna che Cristo ci ha meritato e al pericolo della dannazione.

Gesù si presenta come colui che ha il potere di fare un giudizio giusto, senza errori. Ha un modo di giudicare consolante, perché ogni cosa anche piccola non si perde, ma nello stesso tempo ogni cosa

cattiva avrà delle conseguenze. Addirittura non tanto le cose cattive, per le quali con sincerità e fede possiamo chiedere il perdono, ma le cose buone che non abbiamo fatto saranno quelle che incontreranno il giudizio giusto e severo e le sue conseguenze.

Per tutti sarà una sorpresa: sia per chi ha operato il bene, sia per chi non lo ha fatto.

Gesù è il re che esercita il potere di dare il suo regno a tutti coloro che vivono per gli altri, anche senza saperlo. Questi pensieri sono un avvertimento, aiutano a prepararsi all'incontro pieno e
definitivo con il Signore.

Occorre innanzitutto lasciarsi salvare, guarire, perdonare da Dio. Il Signore ha una grande cura per ogni uomo. Fa di tutto per salvare, guarire, per sostenere, per pascere, per nutrire.

Inoltre una persona che segue Cristo deve rendersi conto che Dio avrà l'ultima parola sulla nostra vita. Che ciascuno di noi ha avuto tanti talenti con la responsabilità di farli fruttare nel bene.

Occorre evitare le mezze misure, ma essere chiari e decisi, come la finale della parabola: esiste il bene e il male, il bene fatto e il bene non fatto.

Noi saremo giudicati sull'amore: non sulle parole, i propositi, i sentimenti, le preghiere, ma sull'amore concreto verso il prossimo bisognoso. L'aiuto concreto al prossimo bisognoso è la via che conduce a Dio e alla sua salvezza eterna, perché Gesù ritiene fatto a Sé, quello che noi facciamo al prossimo. "Avevo fame, avevo sete, ero nudo, ero malato, ero carcerato e voi mi avete aiutato: venite benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo".

Se non abbiamo fatto questo, la parola di Dio è tremenda: "Via lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno".

Questa parabola del giudizio finale ci interpella proprio nei problemi più gravi da cui è afflitta la nostra umanità. La fame, le malattie, le ingiustizie, le migrazioni e ogni sofferenza materiale o morale sono le tragedie della maggior parte dei nostri fratelli: in essi Cristo chiede di essere aiutato e salvato. Con tutti i contatti che abbiamo o che possiamo cercare con le persone, con i problemi della nostra società, con i drammi e le tragedie di intere parti dell'umanità abbiamo una enorme possibilità di camminare verso la salvezza, attraverso tutto il bene che possiamo fare per aiutare chi

ha bisogno.

Ci sono alcuni passi ben concreti che possiamo fare.

- E' importante la carità e la condivisione immediata: abbiamo tante cose, persino superflue e dannose, sprechiamo tanto cibo, soldi, vestiti, lusso. Ognuno di noi e ogni famiglia può e deve vivere la carità concreta in tutti i gesti possibili.

- Prendere coscienza che la miseria del mondo non è colpa di Dio, non è un caso, ma è un impoverimento, cioè uno sfruttamento di alcune parti del mondo su altre, o dovuto a crisi economiche che spesso schiacciano intere nazioni o a guerre e ingiustizie, molte volte causate da chi sta bene.

- E' necessario un impegno sociale e politico per fare la nostra parte, anche se piccola, per la conversione del mondo, per l'inversione dei meccanismi che creano miseria, per sostenere i

passi, le leggi, le opinioni, le scelte per la giustizia e la possibilità di vita per tutti gli uomini nostri fratelli.

"Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me". Questa parola ci raggiunge oggi, quando ancora possiamo recuperare la nostra prova di esame: oggi possiamo riconoscere e amare nel povero, Cristo, presente in lui.

Scrive un giovane: apro il giornale e leggo quel titolo "Trattato come un malato terminale" che mi ha incuriosito e poi le righe seguenti:

"Dei quaranta Paesi considerati oggi poverissimi, ben 34 si trovano nell'Africa Sud-Sahariana. Negli ultimi vent'anni, il loro reddito medio è diminuito da 400 a 300 dollari all'anno". Tutto questo mi parla di te Signore: sei tu quel malato terminale, sei tu, Signore che vivi con meno di un dollaro al giorno.
In un'altra pagina dello stesso giornale:

"Sono stati sepolti da qualche parte, sui monti del Bale. Dieci bambini etiopi che andavano alla ricerca di qualche cosa da mangiare. Uccisi dalla fame, sepolti in fretta, qua e là sparsi. Solo lacrime e poche cerimonie, perché così si usa. Perché pure per gli adulti, i loro genitori, la lotta contro il tempo può essere ragione di vita o di morte. Quei 10 bambini facevano parte di un gruppo di 20 mila adulti in cammino alla ricerca di zone dove sopravvivere..." Tu, Signore, sei quei 10 bambini, tu sei quella fila interminabile di 20 mila persone..."
E' solo una notizia di oggi, domani ce ne dimentichiamo.

No, aiutaci Signore a non amare soltanto noi stessi, aiutaci a vederti nell'affamato, nell'assetato, nel carcerato, nell'ignudo, nel senza tetto..." Signore, non mancano le occasioni per fare un corso di recupero: come spendo il mio tempo, i miei soldi, i doni che mi hai dato? E' il caso di metterci subito dalla parte giusta, basterà alzare gli occhi, e lui affamato di pane e d'amicizia, assetato d'acqua e d'amore, nudo di vestiti e di protezione lo incontriamo subito, ad ogni passo...

 

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