PERFEZIONA LA RICERCA

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Voi, una clamorosa smentita

don Angelo Casati  

don Angelo Casati è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

5a domenica dopo Epifania (anno C) (06/02/2022)

Vangelo: Mt 8,5-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Oggi abbiamo ascoltato parole dal rotolo di Ezechiele. Ebbene il profeta le avrebbe dovuto dire - e le disse - al suo popolo, tenendo in mano qualcosa. Che cosa tenesse in mano il profeta, è stato omesso nella nostra lettura e immagino che spiaccia a tutti coloro che, come me, amano le immagini. Sono le immagini ad accendere le parole che seguono. Per questo vorrei proporvele: "Mi fu rivolta questa parola del Signore: "Figlio d'uomo, prendi un legno e scrivici sopra: "Giuda e i figli d'Israele uniti a lui". Poi prendi un altro legno e scrivici sopra: "Giuseppe, legno di Efraim, e tutta la casa d'Israele unita a lui". Accostali l'uno all'altro in modo da fare un legno solo, che formino una cosa sola nella tua mano"!

Voi mi capite, una suggestiva immagine dell'unità. Che mi ha ricordato come alcuni quotidiani, giorni fa, parlassero di una mostra nella nostra città dal titolo "Legni cuciti", un grande architetto! Ma, insieme, l'immagine mi richiama altri volti, di amici ed amiche, l'arte dei legni. E notate, non legni incastrati né incollati, solo uniti, ognuno rispettato nella sua dignità. "Dignità" parola evocata, quasi in un decalogo, dal Presidente Mattarella nel suo discorso di inizio di un nuovo mandato. Legni che si affacciano, che si parlano, sorprendono il valore dell'altro, la dignità di ciascuno.

Parola sacra la "dignità", purtroppo spesso disattesa nella sua struggente implorazione, o persino violata, sconsacrata: "Formino una cosa sola nelle mie mani". Starei per dire che l'immagine dei legni riuniti si dilata e va oltre i confini di un popolo, va al riconoscimento della dignità di tutti. Oggi Paolo, nelle lettera ai Romani, premeva verso questo riconoscimento universale, "poiché" scrive "non c'è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti". Tutti uniti, non incollati, nella mano di Dio. Dobbiamo ammettere che il percorso verso questo riconoscimento della dignità del greco, del pagano, non fu privo di lentezze e di ostacoli.

A volte le stesse scritture sembravano insinuare o persino indurre a sentimenti di diffidenza, se non di sospetto o di disprezzo, verso popoli altri, i pagani. Dobbiamo anche riconoscere che si erano create, nell'immaginario comune, convinzioni e tradizioni che consideravano quelli fuori del popolo d'Israele, gli altri, i diversi, come impuri. Altro che legni uniti nella mano di un Dio creatore! E dobbiamo anche aggiungere che questa era l'aria che, per lo più, Gesù crescendo aveva respirato, aria ammorbata, avversa allo straniero. L'aria, che nega limpidezza all'orizzonte, non si era purtroppo dissolta sotto i cieli ai tempi di Gesù. Ma - confessiamolo - nemmeno sotto i nostri cieli. Anche noi la respiriamo, anche Gesù l'aveva respirata. E vengo così al vangelo.

E non so se oso troppo dicendo che il racconto di Matteo è come se avvicinasse due legni, di suggestione rara, Gesù e il centurione pagano. Il testo è di una bellezza che prende il cuore, anche per i sentimenti che pulsano sul fondale e sono come celebrati nelle parole del racconto, persino nel bianco tra parola e parola: i sentimenti, capite! Prima di sfiorare il racconto vorrei indugiare su un passaggio, che sembra confermare i pensieri che ora stavamo condividendo. Se tentassimo di immaginare che cosa si mosse dentro Gesù alle parole del centurione, legno accanto a legno?

E' scritto: lo prese un sentimento di meraviglia, di stupore quasi gli si stesse svelando più limpidamente qualcosa. Matteo lo lascia intendere da una fessura, scrivendo: "Ascoltandolo, Gesù si meravigliò". Si meravigliò, come sgranasse gli occhi. Il centurione allontanava d'un colpo lo stereotipo dello straniero che ancora era nell'aria. Si meravigliò, era una meraviglia, le sue parole una meraviglia. Dal paese dei non circoncisi. E noi siamo capaci di meraviglia per gesti e parole da altri paesi? Matteo ha sposato due verbi, che lasciano una traccia troppo importante, ineludibile, per noi lettori del vangelo, scrive: "Ascoltandolo si meravigliò".

"Ascoltandolo": se non ascolti, se non stai a millimetri di occhi, se giudichi da lontano, se uno per te è un nome e e non una persona in carne ed ossa, passerai la vita barricato in quello che hai sempre pensato o ti hanno fatto pensare, e non ci sarà meraviglia, ma solo pregiudizio. "Ascoltandolo": la meraviglia viene dopo. Se non c'è la premessa non accade. Ascoltandolo. Ma che cosa aveva mai detto il centurione, per far dire a Gesù: "In Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande!"?. Sono andato a rileggere. Due fessure. Certo, un'altra idea di fede. Sono due le espressioni del centurione. Le estraggo.

La prima: "Lo scongiurava e diceva: 'Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente'". La seconda: "Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito". "Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente". E lo scongiurava. Immagino che l'abbiate notato: di solito sono i servi che si muovono per il loro padrone. Qui è semplicemente il contrario. E il centurione ha parole accorate, pulsa il cuore, dice: "Soffre terribilmente". Legno accanto a legno, come evaporassero i ruoli. Accade la fede, quando scompaiono le distinzioni e rimane l'umano. E splende la fiducia. Fede è sporgersi. Con fiducia.

La seconda espressione: "Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto". Un umile sentire. E' in un umile sentire che intravvedi la fede, ti sporgi, ti abbandoni. Nell'arroganza non ti sporgi, hai fede solo in te stesso. Un legno presuntuosamente solo. Le due strade della fede andrebbero ripercorse, lascio a voi. Per un accenno - solo un accenno a un particolare, che poi un particolare non è - che mi sembra bellissimo: Gesù opera a distanza, e arriva, non visto, a un servo, e legno da lontano abbraccia un altro legno, un legno diverso, nel segreto dell'invisibilità, e senza chiedere nulla. Quasi a dirci che l'amore opera anche a distanza.

E che non è vero, non è proprio vero, che "lontano dagli occhi, lontano dal cuore". A clamorosa smentita.

 

Ricerca avanzata  (54009 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: