PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Amore di Dio e vocazione

padre Gian Franco Scarpitta  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (06/02/2022)

Vangelo: Lc 5,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 5,1-11

In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Ruoli di rilievo e posizioni di responsabilità. Oppure importanti mansioni comuni, incarichi e progetti da portare a termine. E' molto conveniente che ci vengano proposti da altri, poiché in tal caso siamo più sicuri che non corrispondono (solamente) a nostre personali preferenze e che anche altri riconoscano i nostri talenti. Quando si è chiamati ad assumere un incarico si è sempre resi oggetto di fiducia e di attenzione da parte di chi ci sovrintende e nonostante i tentennamenti iniziali si acquista anche più coraggio nell'eseguire qualsiasi servizio.

Qualsiasi ruolo o posizione che si voglia assumere non può che corrispondere infatti a una vocazione, escludendo ogni forma di arrivismo o di presunzione, pena l'insuccesso e la disfatta per noi stessi e per gli altri. Vocazione equivale a chiamata ed è una condizione connaturale che ci caratterizza ciascuno in modo differente. Credenti e non credenti, occorre che ci domandiamo costantemente quale sia il nostro specifico vocazionale, ai fini di poterlo individuare per poi attuarlo senza riserve. Ciascuno ha la sua vocazione e inequivocabilmente ne esterna le prerogative e i carismi per se stesso e per gli altri; tutto sta a comprendere quale sia la nostra vocazione peculiare.

Avere aspirazioni e progetti per il futuro è senz'altro esaltante e costruttivo e porsi delle mete intorno al proprio obiettivo professionale equivale ad essere intraprendenti e non vivere alla giornata. Quando si è convinti di avere talento e risorse per un determinato scopo di vita, a condizione che si escludano vanità e falso orgoglio, occorre non distogliere il pensiero dal proprio obiettivo e perseverarvi fino in fondo, anche in presenza di ostacoli e impedimenti. Se si ha comprovata passione e capacità su un determinato campo, occorre sempre destreggiarsi con dedizione, coltivando le proprie risorse e procurando di accrescere il proprio potenziale, lottando contro le immancabili difficoltà e le incomprensioni altrui. Proprio l'esercizio delle nostre qualità, il loro accrescimento affinato corredato con la costanza nella prova e nelle difficoltà, identifica la nostra vocazione perché restare saldi nelle sfide che essa ci propina tutti i giorni è il consolidamento della sua veridicità. “La vocazione vuol dire avere per mestiere la propria passione” diceva Stendhal. Alberoni scriveva che “Nel corso della nostra vita dobbiamo cercare la nostra strada professionale, artistica. A volte essa ci appare chiara fin da ragazzi, altre volte, invece, la troviamo solo molto tardi, dopo innumerevoli tentativi. Dipende dalle nostre qualità, dall'ambiente in cui viviamo, dalle possibilità che ci offre la vita... Però siamo sempre noi, singoli individui, che dobbiamo trovare la specialissima strada a cui siamo più portati.”

Nell'ottica della fede poi abbiamo la certezza che ogni vocazione proviene da Dio, che ci ha conosciuti fin dal grembo materno, anzi ancor prima che ci formassimo e che si formasse questo mondo (Ger 1,5) e che riteniamo che ci sostenga e ci consolidi sempre nella nostra esistenza (Sal 90,1). Chi crede in Colui che ha creato il mondo ritiene infatti che egli stesso non è stato affidato al caso o alla fatalità, ma ciascuno è stato pensato e posto in essere secondo modalità e prerogative differenti rispetto a tutti gli altri. Ciascuno è unico e irripetibile. Ciò significa che ognuno è stato creato per un determinato scopo, con carismi e proprietà singolari che lo fanno se stesso. Ciascuno ha la sua vocazione, ossia è stato chiamato da Dio per adempiere un progetto determinato. La chiamata è molteplice e lo si vede dalla molteplicità dei doni e dei carismi.

Nel libro del profeta Isaia di cui alla Prima Lettura, il profeta stesso si propone come emissario del Signore dopo avere fatto esperienza diretta della sua misericordia, nell'essere immediatamente purificato da Questi per mezzo di un carbone ardente. Concepisce cioè che Dio innanzitutto lo ama, lo considera prezioso ai suoi occhi e per questo vuole renderlo “puro”, cioè libero dal peccato che è ostativo alla comunione con lui. Il profeta capisce di essere stato liberato da un fardello ossessionante che lo opprimeva, quale appunto era il peccato, e per ciò stesso di venire adesso reso oggetto della fiducia divina. Per questo esclama deliberatamente e senza riserve: “Eccomi, manda me.” Sperimentare di essere amati prima ancora che chiamati appartiene anche all'esperienza di altri profeti come Geremia, Giosuè, e anche nell'episodio raccontatoci oggi da Luca Gesù dimostra di scegliere i suoi emissari liberamente, ma non prima di aver dimostrato che senza di lui nulla è possibile mentre “sulla sua parola” ogni lacuna viene sempre colmata: proprio dopo aver istruito la folla su tanti elementi di verità, Gesù invita Pietro a tentare la pesca e questi, reduce da una lunga nottata infruttuosa, prende il largo e getta le reti in mare per poi ritirarle stracolme di pesci di varie forme e di varie dimensioni... Il miracolo di questa pesca vuol sottintendere la presenza di Dio nella nostra vita che offre la possibilità unica di portare ogni cosa a compimento ed è il preludio alla chiamata del Signore a una missione del tutto nuova che impegnerà Pietro per tutta la vita: andare a pesca di uomini. Realizzare la pesca prodiga delle anime, come proficua è stata quella di cui lui ha appena goduto, instaurandosi nella sua vita un nuovo ordine di cose differente da quello precedente, per il quale occorrerà che spenda se stesso con fiducia, risolutezza e intraprendenza. Per Pietro, come per gli altri discepoli che diventeranno apostoli, non è difficile comprendere di essere stato ritenuto degno di fiducia e che le sue capacità edificheranno il Corpo di Cristo che è la chiesa; saprà benissimo di non aver intrapreso una missione subordinata alle sue decisioni personali o alle sue preferenze ma scaturita da una divina chiamata e comprenderà che essa potrà essere svolta solamente nel nome di Colui per il quale getterà le reti.

Meglio essere chiamati che partire da soli e gettarsi a capofitto. Quando si è chiamati si è certi di poter riuscire anche senza risultati, perché questi appartengono al Padrone della storia.

 

Ricerca avanzata  (53712 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: