TESTO Nella Vita
don Alberto Brignoli Amici di Pongo
V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (06/02/2022)
Vangelo: Lc 5,1-11
In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Da oltre quarant'anni, nella Chiesa Italiana, la prima domenica di febbraio è dedicata alla Giornata per la Vita, della quale dobbiamo avere cura in tutte le sue forme (salutari o colpite dalla malattia) e in ognuna delle sue fasi, dal momento della sua progettazione iniziale fino al suo compimento. In mezzo, ci sta il vivere quotidiano, al quale va data tutta la dignità e l'importanza che merita. Nonostante spesso non ci si pensi. Nonostante, quotidianamente, siamo talmente presi dalle mille cose da fare che non abbiamo neppure il tempo di capire se quello che stiamo facendo dia la giusta dignità e importanza alla nostra e all'altrui Vita. E poi, di cose, nella Vita, ne capitano così tante che riuscire a capire quali di esse siano dignitose e importanti e quali no, è parecchio faticoso.
E lo diciamo pure: “Non sai quante cose possono capitare, nella Vita...”; “Non sempre le cose vanno come vorremmo noi, nella Vita...”; “Quante sorprese, amare e felici, ti possono capitare, nella Vita...”. Chi di noi non ha ascoltato, o pronunciato, frasi simili a queste, nella Vita? “Nella” Vita, sì: perché la Vita è qualcosa nella quale siamo immersi, nella quale ci troviamo dentro, fino al collo, volenti o nolenti, dal momento in cui vediamo la luce e anche già prima, quando navighiamo avvolti nel mare del grembo materno. Per poi uscire e navigare in un altro mare, nel quale ci troveremo immersi finché tutto terminerà, finché Dio vorrà. E in questo mare anche noi, come Simone, Giacomo e Giovanni, ci troviamo a navigare, a pescare, o anche solo ad accogliere sulla nostra barca qualcuno che ha bisogno di un appoggio, mentre noi tiriamo a riva le nostre reti, vuote, dopo un'inutile notte di lavoro. Sono tutte cose che possono capitare, mentre navighiamo nella Vita.
Perché nella Vita, le cose non sempre vanno come diciamo noi, come vogliamo noi, o come le pensiamo noi. Anche se le abbiamo pensate bene. Un pescatore sa bene quello che fa, quando esce di notte a pescare, sa che il pesce buono e piccolo, di notte, viene più a galla e più a riva. Ma non è detto che riesca a pescarlo, perché nella Vita capita anche di sbagliare o di non avere fortuna. Ci manca pure che mentre tu sei intento, nella Vita, a tirare i remi in barca, a lavare e riassettare le reti (gesto per nulla poetico, perché le reti bagnate sono pesantissime, e poi, sporche di alghe, meduse e acqua salata, bruciano sulle ferite...), arrivi qualche perditempo, un vagabondo o un turista curioso, oppure un perfetto sconosciuto, che ti chiede se può salire sulla tua barchetta scostandosi un po' dalla riva, perché vuole parlare a un gruppo di persone sedute sulla spiaggia...
Eh, sì: c'è sempre qualcuno, nella Vita, che se la prende comoda, che è sempre sereno, che non si ammazza di lavoro e allora può permettersi anche di perdere tempo “socializzando” con gli amici o con gente conosciuta sulla riva del mare, oppure - come si fa oggi - navigando nel mare virtuale dei social...va beh, contento lui... purché non venga a sindacare su quello che io sto facendo. Perché, nella Vita, c'è anche chi pretende di insegnarti il tuo mestiere, e magari lo fa anche nel momento meno opportuno, quando tu esci da un momento buio, da una notte che spesso, nella Vita, è molto più lunga del giorno. E in quel momento, non hai proprio voglia di sentire qualcuno che fa “il maestrino” e che ti dice come ti devi comportare nel buio della notte (avete mai provato a scambiare anche solo due parole con un gruppo di pescatori che rientra in molo all'alba senza aver preso nulla tutta la notte, e voi gli dite “Ma non è che potete provare a pescare da un'altra parte, che magari prendete qualcosa”?). Ci manca, poi, di scoprire che chi dà un consiglio di questo tipo all'esperto e anziano pescatore... è un falegname, che se ne intende di pesca quanto il sottoscritto si intende di fisica e matematica... Immagino l'atteggiamento di Simon Pietro nel momento in cui si sentì dire queste parole...eppure fu diplomatico, cortese, molto di più della stragrande maggioranza di noi, che in mezzo al mare, al largo, avrebbe volentieri gettato non le reti, ma il soggetto in questione...
Eppure, nella Vita, accadono momenti, cose, situazioni, che non riesci a spiegarti, ma che alla fine fai perché le senti dentro, perché avverti qualcosa di particolare, di strano, una situazione, uno sguardo, una parola magari in apparenza priva di significato che però ti entra dentro, ti colpisce, e sulla scorta della quale “getti le reti” in mare, in pieno giorno, al largo, dove notoriamente è ben difficile pescare il pesce piccolo e buono.
Quante cose strane, nella Vita: uno sconosciuto, vagabondo, santone, un po' hippy, sognatore, predicatore, figlio di un falegname, dice una parola strampalata e priva di senso a un esperto pescatore che ha faticato tutta la notte senza prendere nulla, ma “sulla sua parola” getta le reti in mare nel momento peggiore della giornata, e gli fa fare la pesca della Vita, quella pesca che lui, nella Vita, non aveva mai fatto. Una pesca esagerata, che rischia di far rompere le reti e affondare la barca, la sua e quella degli amici venuti in suo soccorso... sì, perché nel buio della notte, nella Vita, anche gli amici più fidati non prendono nulla, proprio come te, e non possono esserti d'aiuto, sono dei falliti come te, finché non trovano, nella Vita, qualcuno che con una sola parola è capace di sconvolgere la loro esistenza.
E non finisce lì, perché poi quando torni a riva devi ammettere che il falegname aveva ragione, e che chi sbaglia sei tu, e gli chiedi di lasciarti in pace, di andarsene dalla tua Vita, non perché non abbia ragione, ma perché ti accorgi di non essere degno di lui. E lui che non demorde, perché ormai, nella Vita, nella tua Vita, ci è entrato, eccome.
Al punto che non pescherai più per vivere, ma vivrai per pescare, per tirare fuori uomini e donne dal mare della Vita, da quel mare nel quale tutti siamo immersi, un mare che non sempre dà soddisfazioni, che a volte è la nostra certezza, a volte la nostra speranza, a volte il nostro fallimento.
Proprio come la Vita, la Vita di ogni giorno. E in questo mare della Vita continueremo, come sempre, a immergerci: ma ora, nella Vita, non saremo più soli.