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TESTO Commento su Ger 1,4-5.17-19; Sal 70; 1Cor 12,31-13,13; Lc 4,21-30

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (30/01/2022)

Vangelo: Ger 1,4-5.17-19; Sal 70; 1Cor 12,31-13,13; Lc 4,21-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,21-30

In quel tempo, Gesù 21cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

“Qui locutus est per prophetas”: la profezia è un carisma, un carisma gratuito, non è un, e il dono della profezia non è venuto mai meno nella Chiesa, attraverso dono naturale persone scelte liberamente da Dio.
Come vediamo la prima credibilità di una persona è la provenienza sociale e del territorio, come a giustificare che quel che dice è più o meno credibile...e Gesù subisce non da meno la logica umana...”...come può costui dire tali cose? Non è il nostro vicino di casa, non è appunto il figlio di Giuseppe? ...in buona sostanza una fonte non accreditata.
Gesù, invece, va subito alla sostanza: a coloro che lo seguono chiede quanti sono disponibili a essere un provocatore in nome suo? quanto si fidano di lui, della sua parola, mettendo in discussione la propria vita?
Quanti? Pochi. Eppure queste poche persone annunciano la resurrezione di Cristo contro la logica della ragione umana, predetta migliaia di anni fa dai profeti e ancora oggi continuata.
Una delle logiche sono i “miracoli”, i “segni”, che si chiedono ai profeti per cambiare il mondo, ma il miracolo, il segno più significativo profetico è “credere”, è la “fede” in Lui e nella sua Parola, avendo il coraggio e la missionarietà di essere profeta con i propri gesti, la testimonianza, sapendo che Lui ci ha scelti e solo con Lui possiamo realizzare il cambiamento, cominciando dal noi.

“O Dio, che nel profeta che accolta dai non credenti e rifiutato in patria, manifesti il dramma dell'umanità che accetta o respinge la tua salvezza, fa' che nella tua Chiesa non venga mai meno il coraggio dell'annunzio missionario dell'Evangelo” vuol essere preghiera per ognuno di noi, in primis, ma poi, a cascata, per la coppia, per la famiglia, la comunità, per la realtà vicina e lontana, con il piccolo gesto della profezia che sappia donarsi.
Ma quale è la nostra profezia in noi?
Io ogni giorno mi chiedo cosa Lui mi chiede, cosa devo profetizzare per essere un degno suo seguace che agisca verso ognuno che mette sulla mia strada.
Penso, prima di tutto, di essere me stesso con me, con l'altro e con Dio...un perfetto triangolo d'amore. La vita è una perfetta palestra per forgiarmi azioni per crescere nell'altro, in un dare e in un ricevere, nel gioire e nel soffrire, senza interesse se non quello di essere vero testimone e profeta dell'amore umano imperfetto che si trasforma nell'amore perfetto attraverso il sacrificio della Croce, segno di salvezza.
Concludendo richiamo la lettura della seconda lettura di oggi: 1Cor. 12,31-13,13;... la carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà..... Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
Le profezie, le lingue, la missionarietà, i miracoli, e altro sparirà...ma la carità, l'amore perfetto resteranno in eterno, in Dio Padre, in Dio Figlio, in Dio Spirito Santo, nei secoli e nei secoli, amen.

DOMANDA
- Come singolo, come coppia, come famiglia, come comunità, cosa è per me sentirmi profeta dell'amore di Dio?

Claudio Righi

 

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