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TESTO Si mise in cammino

don Roberto Seregni  

IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (30/01/2022)

Vangelo: Lc 4,21-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,21-30

In quel tempo, Gesù 21cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

22Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». 24Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

È davvero sorprendente constatare che, la prima apparizione pubblica di Gesù in una sinagoga, si concluda con il desidero di toglierlo di mezzo. Proprio coloro che - teoricamente - avrebbero dovuto comprenderlo e accoglierlo, sono i primi a apporsi al maestro. Luca, fin dalle prime pagine del suo Vangelo, mette in scena il tema del rifiuto che prefigura l'ostilità di Israele nei confronti di Gesù e del Vangelo.

Mi sembra interessante notare che nei primi versetti tutti sono “meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca” e, poco dopo, “tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno”. Dalla meraviglia allo sdegno in una manciata di versetti... Sembra proprio un'anticipazione di quello che succederà a Gerusalemme: tutti gridano “Osanna al figlio di Davide” e, pochi giorni dopo, “Crocifiggilo, crocifiggilo”. Il cuore dell'uomo è un mistero infinito.

Gli abitanti di Nazareth non accettano che Gesù, il figlio di Giuseppe, compia miracoli e guarigioni fuori dal suo territorio. C'è una pretesa egoistica alla base dello sdegno dei suoi compaesani: vogliono l'esclusiva, non accettano che Gesù compia prodigi fuori dal territorio di Nazareth.

La risposta del maestro è chiara e, i due esempi biblici riguardanti l'attività di Elia e di Eliseo non lasciano dubbi: Gesù è per tutti, la prospettiva della sua missione è universale, l'altrove è il suo programma.

Ci fa bene rileggere questa pagina.

O forse dovrebbe farci male, ferirci, metterci un po' soqquadro e farci riflettere seriamente sullo stile delle nostre comunità. L'altrove dovrebbe essere anche il nostro programma pastorale: raggiungere tutti o, almeno, fare in modo che tutti possano essere raggiunti dalla Parola. Stare dove non ci aspetterebbe, come faceva il maestro che non si faceva problemi a stare seduto a tavola con i peccatori o dialogare in pubblico con gente poco raccomandabile.

Alla fine vogliono lanciare Gesù in un dirupo, ma Lui, tranquillo, “passando in mezzo a loro, si mise in cammino”. Gesù cammina, va, non si stanca, non si spaventa. La buona notizia è per tutti. Non c'è tempo da perdere.

don Roberto Seregni

 

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