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TESTO Cana, Gesù, la nostra famiglia

don Roberto Rossi  

II Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (16/01/2022)

Vangelo: Gv 2,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».

11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Il Vangelo delle nozze di Cana dà una luce particolare alla vita delle nostre famiglie. Come va la nostra vita di famiglia? Il Signore ci vuole bene ed è vicino a noi, è con noi, nelle nostre case, per darci la grazia del suo amore, nella nostra vita di ogni giorno, per aiutarci nel nostro rapporto di amore con le persone che abbiamo più vicine. Cana è il primo miracolo di Gesù. La cosa colpiva molto il papa buono, San Giovanni XXIII, il quale riteneva questo racconto del Vangelo particolarmente significativo. Diceva: ‘Gesù non ha compiuto il primo miracolo per guarire un malato, per dare la vista a un cieco, per liberare dal demonio, per sfamare le folle, per calmare una tempesta paurosa - farà anche tutto questo - ma il primo miracolo lo ha compiuto per la gioia di due sposi. Due sposi che iniziano la loro vita insieme e che già da subito hanno incontrato un problema che li avrebbe turbati e messi in difficoltà. Il comportamento di Gesù e prima ancora di Maria, dimostrano tutta l'attenzione che il Signore ha per la vita di famiglia, per la vita di coppia. Il Signore si fa vicino, è presente con la sua grazia, con il suo aiuto, con la potenza di un miracolo.

Questo è l'amore del Signore per le famiglie, questa è la gioia, la forza, la speranza che vuole offrire agli sposi, a quanti vivono l'esperienza di famiglia. Ora possiamo applicare a noi questo, pensando ciascuno alla propria famiglia, così com'è. Può essere una famiglia numerosa o con poche persone, può vivere momenti di gioia, può vivere momenti di preoccupazione, di disagio, di relazioni delicate, uno può essere rimasto solo e vivere da solo, con una unione spirituale con quanti ha avuto cari. Qualunque sia la nostra situazione, la nostra vita oggi, il Signore si fa vicino, vive con noi, ci da forza, grazia, vuole farci sperimentare la gioia vera che il suo amore sa dare. Possiamo chiederci: c'è Maria Ss. con noi, nella nostra casa, nella nostra vita di famiglia? C'è Gesù? Lo abbiamo invitato, lo accogliamo? C'è Gesù nella nostra famiglia, Lui, il Cristo, il salvatore? Vogliamo che questo diventi una preghiera, un proposito, un'esperienza profonda di vita umana e cristiana. Maria Ss. è presente a Cana, è la “donna”, è presente sul Calvario, è presente alla Pentecoste per gioire dello Spirito, assieme ai discepoli.

Maria sempre indica Gesù perché ascoltiamo Lui e sappiamo accogliere la sua salvezza. “Fate quello che Lui vi dirà”. Possiamo fare anche alcune sottolineature. Il racconto di Cana ci fa intravvedere già in prospettiva la salvezza piena del Signore Gesù nella sua Pasqua, nella sua “ora”. Attraverso la passione (l'acqua), tre giorni dopo, si passa alla risurrezione, alla gioia (il vino). Gesù è il salvatore potente, è lo sposo, è l'innamorato dell'umanità. Nel testo di Isaia si dice: “Il Signore troverà in te la sua delizia, la terra avrà uno sposo. Come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te”. Sono immagini di una sublimità unica. Il Signore gioisce, perché ci ama, perché vive con noi, può riversare tutto il suo amore. Possiamo prendere poi alcuni elementi della lettera di Paolo ai Corinti. Prendiamo consapevolezza che abbiamo tanti doni di Dio; i doni di Dio vanno fatti fruttare. Dice: “A ciascuno è stata data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune, per il bene comune. Comprendiamo come i doni di Dio non vanno tenuti per se stessi, ma vanno offerti e messi a servizio, come esperienza vera di amore per gli altri, nella propria famiglia, nella società, nella grande famiglia della comunità cristiana.

 

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