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TESTO E non richiudete i cieli

don Angelo Casati  

Domenica nell'Ottava del Natale (26/12/2021)

Vangelo: Gv 1,1-14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

Festa di Santo Stefano, legata stretta stretta, pensate, alla solennità del Natale. Perdonate se ritorno su pensieri che mi hanno accompagnato negli anni e perdonate se le mie saranno solo suggestioni, su questo abbracciarsi di feste. La prima suggestione riguarda i cieli aperti: Gesù, Stefano e i cieli aperti. Il libro degli Atti ci presenta spezzoni del processo in cui viene condannato Stefano. Anche lui - e come fa pensare questa costante! - condannato dagli uomini religiosi, dagli uomini di chiesa, diremmo.

Ebbene, chi è Gesù per Stefano? Potremmo forse dire che per lui è il Signore dei cieli aperti: "Contemplo" dice "i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio". I cieli aperti! "Se tu squarciassi i cieli e scendessi": era stata l'invocazione struggente dell'antico Israele. Natale appare come risposta tenera a quella struggente invocazione. Per Stefano i cieli sono aperti, squarciati, per sempre. E non è forse vero che al Battesimo di Gesù "si aprirono i cieli e Giovanni vide lo Spirito di Dio scendere su di lui"? (Mt 3, 16). Il Dio dei cieli aperti.

Perché la tentazione, la tentazione degli uomini religiosi, falsamente religiosi, è sempre quella di richiudere il cielo, di rimpicciolirlo. Di chiudere i cieli, o evocando un Dio sdegnato, fulminatore, o di chiuderli nell'osservanza delle loro norme e tradizioni: "Guai a voi" diceva Gesù "scribi e farisei ipocriti che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente, di fatto non entrate e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare" (Mt 23,13). La seconda suggestione riguarda il tempio: Gesù, Stefano e il tempio. La questione del tempio era diventata un capo di accusa dei detrattori di Stefano.

E' scritto: "Presentarono quindi falsi testimoni, che dissero: "Costui non fa' che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato"". Il tempio è sacro, ma Dio non può essere imprigionato nel tempio. Il tempio non può diventare un assoluto. Tutti voi ricordate - ed è un passaggio intrigante - come Dio a fatica si era rassegnato con Davide alla costruzione del tempio. "Ma come?" gli diceva "mi vuoi chiudere, quando io sono stato per te il Dio del cammino e ti ho accompagnato dovunque tu sei andato?".

Accompagnamento allora invisibile. Ora - voi mi capite - visibile: il Natale viene a raccontarci un accompagnamento nella carne, visibile. Lo vedi camminare. Con noi, Emanuele, che significa Dio con noi. Rileggete il discorso di Stefano al sinedrio e vi accorgerete che il punto di rottura avvenne quando, giunto a ricordare Salomone e la costruzione del tempio, citando Isaia, Stefano dirà: "L'Altissimo tuttavia non abita in costruzioni fatte da mani di uomo, come dice il profeta: Il cielo è il mio trono e la terra sgabello dei suoi piedi. Quale casa potrete costruirmi, dice il Signore, o quale sarà il luogo del mio riposo? Non è forse la mia mano che ha creato tutte queste cose? Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie, voi opponete sempre resistenza allo Spirito santo. Come i vostri padri, così anche voi".

Dunque la gente che condanna Stefano è gente che non ammette una presenza libera di Dio nella storia, ha chiuso Dio in uno schema religioso. Ha richiuso il cielo. Gesù è il Dio dei cieli aperti, Dio del cammino. Attenzione dunque a non richiudere, a non richiudere ancora una volta i cieli, quei cieli che nella sua nascita, e non bisogna scordarlo, si sono aperti con un canto di angeli. E si sono aperti, e non bisogna scordarlo, non nello spazio sacro del tempio, ma sull'umile rifugio dei pastori, i pastori considerati razza anomala, diversa, impura.

E, da ultimo, la suggestione del volto di Stefano. Un volto giovane, che racconta freschezza, dice sogni, annuncia futuro, futuro di Dio e futuro della vita, a confronto di volti di vecchi che non li smuove nessuno. Mi dà sussulti di bellezza il volto di Stefano. Vi devo confessare che mi capita anche oggi di esserne investito, quando, vecchio come sono, mi capita, per grazia, di incontrare un prete giovane, aperto, con sogni dentro. Mi prende entusiasmo, vedo il futuro. Il volto di Stefano. Gli brillavano gli occhi, quando parlava di Gesù. "Nel sinedrio" - è scritto - "videro il suo volto come quello di un angelo". Si illuminava, capite, gli si illuminavano gli occhi.

I testimoni si illuminano. Non assomigliano a noi che parliamo di lui come carta stampata e i volti incartapecoriti, senza un'accensione, senza un trasalimento, senza una emozione. Spassionati! Gli occhi dell'amore si illuminano. E' l'amore che fa vedere l'invisibile. Stefano vede, contempla, al presente. E' scritto: "Ma egli, pieno di Spirito Santo, fissando il cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio e disse: "Ecco, contemplo i cieli aperti e il Figlio dell'uomo che sta alla destra di Dio"". Un'esperienza, quella della fede, che ci consente di parlare a Gesù, come a un vivente.

Come fa Stefano che, sepolto dalle pietre, gli parlava e diceva: "Signore Gesù, accogli il mio spirito". Le pietre si coprirono il volto, non poterono cancellare la bellezza di un viso. "Signore Gesù, accogli ilmio spirito". Vi confesso che vorrei, per grazia, come Stefano, essere capace di consegnarmi, consegnare il mio spirito a colui che lo ha insufflato in questo uomo di terra che sono io, argilla povera plasmata dalle sue mani. Poterlo consegnare.

Ultima consegna. Come Stefano. Pur se argilla povera.

 

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