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TESTO Uno sprone per l'Avvento

padre Gian Franco Scarpitta  

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2021)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Nel grembo di Maria sarà concepito colui che aspettiamo e al quale ci prepariamo spiritualmente seguendo il monito alla conversione da parte di Giovanni. E lei, Maria, in questa attesa fervente e costruttiva che avviene nella conversione ci aiuta sia in qualità di Madre di Dio sia come modello dell'attesa e della fiducia. La visita dell'angelo apre a questa semplice fanciulla di Nazareth un percorso forse inaspettato che costituisce una prova schiacciante per la sua fede ma allo stesso tempo le offre l'occasione di esercitare strenuamente questa virtù associata a tante altre, per ritrovarsi indomita e vittoriosa sulle intemperie e le difficoltà. Maria reagisce alla visita dell'angelo infatti non con rassegnazione o abbandono al fatalismo, ma con fiducia e apertura, senza opporre resistenza e senza dubitare che Colui che la sta chiamando a questa particolare missione è il Signore, il Dio in cui lei aveva sempre creduto e sperato, al quale aveva esternato un proposito di verginità perpetua e che adesso sta riconoscendo come il fautore di un disegno speciale su di lei. Sa benissimo che esso comporterà non poche rinunce e mortificazioni e che la esporrà a pericoli e avversità pressanti, tuttavia è convinta già sin dall'inizio che lo stesso Signore che lei ha sempre servito, amato e riverito, la condurrà egli stesso passo dopo passo consentendole che quanto da lui impostato giunga finalmente a compimento. In tal modo Maria è la donna della fede che tocca anche l'imprevisto e che affronta le sfide, della fede coltivata e vissuta con radicalità. E di conseguenza è anche la donna modello dell'attesa e della speranza: Colui che concepirà nel suo grembo per opera straordinaria dello Spirito Santo è il Verbo che si incarna e pertanto, nonostante prove e dolori, la sua attesa si incentiva nella speranza e nella letizia. Come potrebbe la sua fede non essere spronata e fortificata dalla certezza che lei partorirà addirittura il Dio che si fa uomo? Come potrebbe non trasformarsi in attesa fervorosa e dinamica, all'insegna della gioia e dell'esultanza? Fede, fiducia e gioia in Maria sono contrassegnate però dalla conversione costante, che in lei si evince nella continua tenacia nel non demordere di fronte alle possibili tentazioni di abbandonare o di gettare la spugna. Maria sa che di fronte ad ogni ostacolo occorre guardare all'obiettivo, all'ideale che ci si staglia davanti senza lasciarsi impressionare dai possibili sentimenti di sconfitta e questo per lei significa cercare Dio in ogni momento. Ecco perché ben le si addice che lei sia Madre e modello di conversione e sprone per la nostra attesa in questo tempo liturgico.

Mentre guardiamo a Lei come maestra di cammino nel tempo di Avvento, oggi però siamo invitati ad esaltarla come Immacolata, cioè priva di qualsiasi macchia di peccato o di imperfezione, anche minima. "Piena di Grazia" è l'aggettivo con cui l'angelo si rivolge a Maria iniziando la sua rivelazione divina. Esso, dall'originale greco Kekaritomene significa: "che ha ricevuto tutte le grazie e i favori divini; che è stata rivestita di ogni privilegio"; che ha ottenuto assoluta dignità, perfezione e illibatezza. E quale maggiore vantaggio potrebbe ottenere Maria se non quello di essere preservata dal peccato originale e da qualsiasi altra macchia morale che la renderebbe incompatibile con la missione di essere Madre?

Deve essere stata per forza resa oggetto di grazie speciali, prima fra tutte la perfezione e l'illibatezza. Nel suo concepimento quindi lei è Immacolata, venuta cioè al mondo senza lacune o pecchie, priva anche del peccato che caratterizza qualsiasi essere umano che viene al mondo. Nella sua onnipotenza, Dio l'ha preservata dal peccato originale, facendo in modo che la sua concezione fosse immacolata e perfetta. Non poteva essere adombrata da una qualsiasi imperfezione la carne di una donna che Dio aveva scelto come luogo d'ingresso nella contingenza temporale. E' vero che il "Verbo si è fatto carne per abitare in mezzo a noi"(Gv 1, 14) e per rivestirsi della nostra precarietà e limitatezza, ma egli era pur sempre il Verbo divino, la Perfezione assoluta e la magnificenza, che non è compatibile con l'imperfezione e di conseguenza non doveva nascere che da un seno immacolato. I Padri della Chiesa hanno visto in Maria, ricolmata di ogni grazia sovrannaturale, il contraccolpo alla prima donna per colpa della quale l'umanità ha perso la grazia, cioè Eva. Se la disobbedienza della "prima donna" ha determinato la disfatta dell'umanità, l'obbedienza e la fede di Maira ne hanno risollevato le sorti. Se l'ignavia di Eva aveva acconsentito al peccato trasmesso poi a tutte le generazioni, la ferma volontà di santità di Maria ci è di sprone a farla finita con il peccato e la stessa concezione straordinaria ci motiva all'acquisto della perfezione. Esaltando la Vergine a proposito del suo ruolo nella salvezza, Karl Rahner scriveva: "Questa persona che chiamiamo Maria, in tutta la storia della salvezza, è come il punto sul quale cade direttamente dall'alto, in questa storia, tutta la salvezza di Dio". Sia in quanto lei è Madre del Verbo, quindi apportatrice di Colui che viene a salvarci, sia perché è Immacolata nella sua concezione e nella sua scelta vocazionale e in questo si fa orientamento per tutti collaborando con l'opera stessa del suo Figlio.

Come si diceva all'inizio, il tempo di Avvento trova nella Vergine un ulteriore monito, la presenza di una donna pura e illibata che ci si propone come modello di perfezione non può che incoraggiarci a cercare sempre Dio e a disporre il nostro animo al Natale del suo Figlio, predisponendo così le sue vie che si sostituiscono alle nostre.

 

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