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TESTO Commento Lc 16,12

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Sabato della XXXI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (05/11/2005)

Vangelo: Lc 16,9-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? (Lc 16,12)

Come vivere questa Parola?

Il vangelo odierno esordisce con un invito: "Fatevi amici con la disonesta ricchezza". Ovviamente non si intende avallare l'uso di "coprire" l'iniquità di certi giri economici, fondati sullo sfruttamento dei più deboli (vedi multina-zionali o lavoro non equamente retribuito di extra-comunitari) con generose elargizioni a scopo di "beneficenza", bensì di riportare l'uso dei vari beni nell'ordine stabilito da Dio, cioè in funzione di una circolazione d'amore. La bramosia smodata che spinge all'accumulo indebito di beni di ogni genere, al fine di garantirsi sicurezza prestigio potere, si oppone decisamente alla signoria di Dio. Ecco allora fronteggiarsi Dio e mammona: l'umile riconoscimento della propria radicale dipendenza da Colui che solo può salvare, e l'orgogliosa, ma inconsistente, pretesa di "salvarsi" con le proprie forze. Un tentativo tanto più nocivo e ingannevole quanto più ammantato di apparente giustizia. È su questo inganno fatale che vuole richiamarci Gesù. L'autovalutazione e il giudizio degli uomini possono essere distorti da fatiscenti apparenze, per cui si può giungere ad esaltare ciò che in realtà è detestabile. "Ma Dio conosce i nostri cuori", è in grado di smascherare certe pseudosicurezze, mettendoci paternamente sull'avviso: se non siamo capaci di amministrare fedelmente ciò che ci è stato affidato perché maturi in noi l'identità del "figlio", non potremo raggiungerne il possesso definitivo che è appunto legato alla realizzazione di questa stupenda realtà: perché figli, anche eredi!

Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò in silenziosa adorazione del Crocifisso. Lascerò che quella nudità mi provochi e metta in luce i miei velleitari tentativi di assicurarmi una " mia giustizia". Pregherò:

Padre, che mi segui e mi richiami con amore, non permettere che rimanga irretito negli inganni del mio amor proprio o di affanni eccessivi per un domani che è tutto nelle tue mani.. Donami un cuore umile e fraterno, un cuore di fan-ciullo capace di abbandono fiducioso alla tua Provvidenza e, al tempo stesso, sensibile al grido di chi è nel bisogno.

La voce di un "testimone" del XX secolo

Il benessere è necessario, ma oltre un certo limite diventa un ostacolo. Dietro la creazione di bisogni illimitati si na-sconde una trappola. La soddisfazione dei bisogni materiali deve avere dei limiti, altrimenti degenera in culto della materia. È il rischio che stanno correndo gli europei, e che avrà effetti devastanti se non compiranno un cambia-mento radicale.
M.K Gandhi

 

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