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TESTO Commento a Mt 25, 1-13

Suor Giuseppina Pisano o.p.

XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/11/2005)

Vangelo: Mt 25,1-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: 1Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. 2Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; 4le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. 5Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. 6A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. 7Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. 9Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. 10Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. 12Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. 13Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

Un'altra parabola che descrive il "regno dei cieli ";è forse la più poetica, un piccolo capolavoro nel quale si legge la similitudine più bella che la Scrittura sacra usi per rivelare e descrivere il rapporto che corre tra Dio e l'uomo: un evento sponsale, tale è la comunione col Creatore e Padre.

In questo discorso sul " regno", Gesù evoca il rituale nuziale del tempo, rituale, peraltro, ancora in uso in alcuni paesi anche dell'area mediterranea; due cortei si muovono dalle rispettive abitazioni, dello sposo e della sposa, e si dirigono, per incontrarsi lungo il percorso, verso il luogo della celebrazione delle nozze e del grande banchetto, anche questo simbolo di grande rilevanza all'interno della Scrittura e sinonimo di comunione.. Il corteo della sposa è composto da dieci fanciulle, dieci vergini; l'immagine è contenuta anche nel salmo 44, che descrive le nozze del re, al quale viene condotta la sposa, "...tutta splendore...con lei le vergini compagne...guidate in gioia ed esultanza entrano nel palazzo regale..".

Nel contesto della parabola, non è detto se le nozze siano regali o meno, ma si sa che un legame d'amore ha per se stesso una particolare splendente regalità, che gli è data dalla grandezza del sentimento.

Ora, il cammino si fa lungo e l'attesa sicuramente estenuante: lo sposo tarda, è così che cinque lampade si spengono, appartengono a cinque fanciulle sciocche e sprovvedute, non hanno portato una piccola scorta d'olio, non sono state capaci di mettere in conto l'imprevisto.

E' questo il momento cruciale: le lampade spente all'arrivo dello sposo, manca il segnale dell'attesa e il buio prelude il gelo di quel " Non vi conosco", cui seguirà l'inesorabile chiusura dell'accesso alla sala del banchetto.

Il regno di Dio non è cosa da poco, entrare in comunione con Lui, non è esperienza fortuita, ma desiderio d'attesa e vigilanza incessante.

Anche di recente, la liturgia domenicale, sempre con Matteo, ci ha messo di fronte ad una realtà molto simile, anche allora si parlava di un banchetto di nozze e di un invitato che era entrato nella sala ma non aveva la " veste nuziale "; oggi, al posto della " veste nuziale " c' è la lampada accesa, e la sua fiamma non deve venir mai meno. Il pensiero va al celebre Cantico dei Cantici, la più bella descrizione della relazione d'amore tra Dio e la sua creatura là dove è detto: " le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo.." ( Ct. 8,7 ); la lampada accesa infatti è la fiamma d'amore che niente può spegnere, nemmeno le grandi acque di un fiume in piena; parliamo di un amore vero, profondo, totale, alimentato dal desiderio che sempre si rinnova attraverso, quelle " scorte d'olio " che, chi è saggio, vigilante e fedele, si procura.

Il cammino verso lo Sposo, l'itinerario dell'esperienza personale che conduce all'incontro con Dio, non è rettilineo, non è breve, e non è neppure facile, ma il desiderio guida i passi sempre, oltre ogni difficoltà e ogni stanchezza, incessantemente. In questo camminare incontro al Dio-Sposo, ognuno procede con le proprie forze, con la propria lampada, ma non da solo: siamo una comunità, una intera famiglia che si fa incontro a Lui, ma il desiderio, come l'olio della parabola, non si può prestare, non si può vendere né comprare, esso è personale: nasce dal profondo del cuore, lì vive e si alimenta.

Si, la lampada ben rifornita d'olio, può esser identificata anche con la fede, ma credere è non solo.né principalmente aderire ad una dottrina; credere è lasciarsi ferire dalla verità che è Cristo, accoglierne e viverne la presenza nella propria storia; perciò, in definitiva si tratta sempre di amore, che nutre la fede che illumina il cammino e che realizza la comunione.

Il discorso della parabola è un discorso chiaramente escatologico: e la Chiesa lo ripropone verso la fine dell'anno liturgico.

Chiaramente, e per misericordia sapiente di Dio, nessuno sa quando avverrà l'incontro definitivo col Padre, quando, oltrepassata la soglia del tempo, inizierà la fase dell'esistenza nell'eternità; Gesù, in questa parabola ci richiama a questa realtà ultima, ci esorta ad attenderla con sapienza e vigilanza e la inserisce in un contesto felice, quale è l'incontro e la festa nuziale; non parla di un giudizio, c'è il preludio alla gioia:

" a mezzanotte si levò un grido - sicuramente esultante - :< Ecco lo Sposo! > "; è l'appagamento della piena comunione; c'è la luce splendente dell'amore che illumina la notte più profonda e ripaga la fatica dell'attesa.

Ma, l'incontro con " lo Sposo " avviene, pur nella discontinuità e nella penombra della fede, già nel tempo presente: è la grazia della Sua esperienza che Dio in Cristo e nello Spirito fa', gratuitamente; dono d'amore e di contemplazione, che esige vivo desiderio e vigilanza assidua; e Dio di fa incontrare da chi lo cerca .

Una parabola breve, questa delle dieci vergini, ma densa di stimoli alla riflessione e ricca di spazi che si aprono alla contemplazione del Mistero più grande: Dio è Amore.

 

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