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TESTO La fantasia di Dio

Paolo De Martino  

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2021)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

I personaggi di cui Luca narra le nascite sono Giovanni il battista e Gesù. Due annunci, dove gli uomini fanno fatica a credere mentre le donne sembrano più aperte alla fantasia di Dio. Zaccaria era un sacerdote della classe di Abia (l'ottava delle ventiquattro classi in cui i sacerdoti ebrei erano ripartiti). Mentre svolgeva il suo servizio nel tempio di Gerusalemme, l'angelo gli annuncia che il suo desiderio di avere figli è stato soddisfatto, ma la sua incredulità lo farà diventare muto. Eh sì, perché desiderare una cosa, non significa crederci. Zaccaria, in fondo, non credeva che potesse accadere. Non sapeva che Dio quando chiama ti coinvolge, ti chiede di partire per qualcosa che non sai, ti chiede sempre l'impossibile perché se fosse possibile, lo faremmo noi. Dio non chiede mai cose possibili, a questo ci pensano gli uomini, chiede solo cose impossibili che grazie a Lui possono accadere.
Donna

L'angelo poi va a Nazareth, un minuscolo paesino di 400 abitanti considerati dei trogloditi, dei primitivi perché vivevano in grotte.

L'angelo prima si era rivolto a un uomo, ora si rivolge a una donna. A quel tempo, era pura fantasia, una follia. Com'è venuto in mente a Dio di rivolgersi a una donna? Nell'Antico Testamento l'unica volta che Dio si era rivolto a una donna, era stato per rimproverare Sara, la moglie di Abramo, e da allora non aveva più rivolto la parola a nessuna donna. Eppure...
Nazareth

Dio sceglie Nazareth di Galilea per scovare la madre del Salvatore. Non poteva trovare posto peggiore. Noi avremmo certamente scelto una città importante ma le valutazioni di Dio non seguono quelle degli uomini. Ci pensi amico lettore? Dio sceglie di farsi uomo e in un luogo preciso. In fondo poteva trovare altri modi per raccontarsi, è Dio. Sceglie un paesino di poche case, mai nominato nella Bibbia e va da una ragazzina di tredici anni di nome Maria. Nella Bibbia esiste un'unica Maria, la sorella di Mosè, maledetta da Dio con la lebbra. Insomma le premesse non erano delle migliori.

L'angelo arriva e la saluta: «Rallégrati, piena di grazia». Maria è “piena di grazia” non “piena di meriti”, non ha fatto nulla per meritarsi quello che sta per accadere perché le cose di Dio non si meritano, si accolgono. Al centro c'è la gratuità di Dio, c'è il gratis nel quale “tutto è possibile”. Le chiamate di Dio non sono un premio per le nostre capacità o i nostri meriti ma un appello ad aprirsi al suo estro imprevedibile. Amico lettore, sei convinto di essere pieno di meriti? Allora rilassati un po'. Se invece ti senti un anonimo puntino dell'universo, alza la testa e lasciati raggiungere dall'Amore. Dio non vuole altri, vuole te perché non può fare nulla senza di te, ma può fare tutto con te.

Luca ci sta ricordando che, almeno davanti a Dio, non dobbiamo essere i migliori. Davanti a Lui conta la disponibilità a lasciarsi plasmare dalla Sua mano.
Rassicurazioni

«Non temere», dice l'angelo a Maria. “Non temere Maria se Dio non prende la facile strada della grandezza, non temere se Dio, l'Infinito, si nasconde in un embrione. Non temere Maria se Dio si muove lontano dagli incensi del tempio e dalle luci della città”.

«Non temere», dice l'angelo a ognuno di noi. Per trecentosessantacinque volte nella Bibbia ritornano queste parole, quasi un invito per ogni giorno dell'anno. Il mattino, appena alzati, prima di ogni cosa dovremmo sentire nel cuore l'eco di queste parole sulle labbra di Dio: “Non temere. Qualsiasi cosa oggi accada, non temere. Non temere di perdonare anche se questo perdono non sarà accettato. Non temere di seminare amore sempre e comunque. Non temere di ricominciare, tu non sei i tuoi errori. Non temere di dire quel "Sì". Non temere, perché io sono con te”.
Turbamenti

L'angelo parla tre volte e tre sono le risposte di Maria: il turbamento, la voglia di capire, il servizio.

Maria non risponde subito sì. Che Dio potesse avere un figlio era una bestemmia. Maria dubita, è sconcertata e cerca di capire ciò che le sta accadendo. Chiede di conoscere il modo col quale si realizzerà ciò che le è stato annunciato. Curioso vedere questa ragazzina tenere testa all'angelo che forse non si aspettava queste domande. La verginità di Maria non è semplicemente una questione di natura sessuale: si tratta di una verginità prima di tutto del cuore. Maria è consapevole che non c'è uomo che possa generare con lei ciò che ha descritto l'angelo. Trovo questa incertezza di Maria pacificante. E' bello sapere che Maria, la madre di Dio, non ha pronunciato subito il suo Sì.
Eccomi

L'adolescente Maria alla fine si fida, non pensa al futuro ma vive pienamente il “qui e ora”. “Sarò capace? Sarò in grado di essere la madre del figlio di Dio? Non lo so, eccomi”.

“Eccomi”, è l'espressione più bella perché è una dichiarazione d'amore per l'oggi, per il “qui e ora”. Dovremmo imparare a pronunciarlo ogni giorno, più volte al giorno, in ogni occasione. Felici o tristi dovremmo pronunciare il nostro “eccomi”, mi fido. Non mi è tutto chiaro ma metto ciò che sono ora. Il primo miracolo di Maria è non essere scappata. Gesù viene al mondo per la consapevole incoscienza di questa ragazzina, che non comprende tutto e subito, ma dice “Si” a ciò che le è posto dinanzi.

Amico lettore, anche a te Dio continua a chiedere il tuo “eccomi”, di solito senza spiegarti tutti i perché. Sappi però che il fiume della tua vita, in parte contorta, finirà certamente nel mare del Suo Amore.
Fretta

Dopo l'annuncio, Maria si mette in viaggio «in fretta» per andare da Elisabetta. Perché «in fretta»? Mi piace pensare che non abbia voluto crogiolarsi nei pensieri, nella preoccupazione di non avere tutte le forze necessarie per fare ciò che l'angelo le aveva chiesto. Maria corre nei giorni più fastidiosi della gravidanza, chissà come l'avrà presa Giuseppe. Don Tonino Bello, ha notato argutamente, come «quel pellegrinaggio di Maria fatto sino a casa della cugina, fosse stata la prima processione del Corpus Domini della storia».
Grandezza

Oggi l'angelo ripete ancora per noi le tre parole essenziali: non temete, verrà il Signore e vi riempirà la vita. Lasciamoci stupire da questo Dio che viene ad abitare in mezzo a noi.

La bella notizia di questo brano? Siamo grandi, siamo al mondo per uno scopo ben preciso e dobbiamo lasciare un segno. E' stato così per Maria, che non aveva nulla in più di noi: ha solo creduto in sé. Perché credere in Dio, è facile, ma credere in se stessi è difficile. Crediamoci: "Siamo grandi".

 

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