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TESTO Alle lanterne verdi

don Angelo Casati  

2a domenica Tempo di Avvento (anno C) (21/11/2021)

Vangelo: Mc 1,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 1,1-8

1Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.

2Come sta scritto nel profeta Isaia:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:

egli preparerà la tua via.

3Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri,

4vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. 5Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 6Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. 7E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Inizio e strada. Inizio di un vangelo. O anche di una strada? Una strada da preparare? Preparate la strada. E poi, nel rotolo di Isaia, le molte strade. A farsi compagnia. "Inizio" è parola intrigante. Le batte dentro un suono buono, il suono del nuovo. Prende distanze da "trascinarsi". Trascinarsi è per lo più un verbo senza passione. A meno che tu non sia un ferito dalla vita o da quant'altro, e ciononostante ti trascini. Vedo immagini. Anche voi. E più non mi regge il cuore. Ma per lo più "trascinarsi" è un verbo senza entusiasmi. Non c'è stacco. E una vita, se non ci sono stacchi di inizi, sa di noia, c'è routine, spenta routine. E invece un vangelo, quello di Marco, come prima parola ha "inizio", o, se volete "in principio", un pulsare di nuovo.

Forse ad alcuni di noi ritornano immagini di un pulsare, e, fra tante, forse quella di un bulbo, affidato alla terra, fosse pure in un vaso di città, e un giorno ti sorprendi a un inizio, ti sembra di intravvederlo, o lo stai anticipando per sogno, un rigonfio minimo, nel terriccio, un grumo di colore. Ecco, nella vita, mi trascino o c'è gonfiore? La parola inizio mi mette in guardia dal fare dell'Avvento una stagione che si trascina, rattoppando. Ricordate Gesù che parlava di rattoppi: "Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano" (Mt 9,16-17).

Un conto il rattoppo, un conto l'inizio. E Marco scrive: "Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio". L'inizio della buona notizia è Gesù. Gesù è un inizio, leggi di lui con sorpresa. Qualcuno potrebbe obiettare che quando arrivi alla fine e chiudi il libro, chiudi la sorpresa. Pagine risapute. E invece no, noi abbiamo la cocciutaggine di riprendere dalla prima pagina il vangelo, convinti che ci sia sapore di inizi. Ebbene tra i segni di inizi nel nostro breve brano, il primo riguarda Giovanni. Ci fu un inizio per Giovanni. Secondo alcuni esegeti, è probabile che Giovanni, per un certo periodo, sia stato uno dei membri della comunità di Qumran sorta sulle sponde nord-occidentali del Mar Morto. E probabile che lo sia stato.

"Tuttavia" scrive mons. Borgonovo "la sua attività è ormai agli antipodi di ciò che voleva essere quella comunità, che aveva nella purità alimentare e rituale la sua ricerca prima, insieme all'osservanza scrupolosa della tôr', soprattutto nei comandamenti che riguardavano Dio, il tempo e il luogo di culto, rigettando il tempio di Gerusalemme come luogo ormai immondo. Vestire con tessuto di peli di cammello e con una cinghia di pelle ai fianchi significava rifiutare di osservare la purità dei vestiti: a Qumran si vestivano di solo lino purissimo, unica fibra totalmente vegetale disponibile in quel tempo".

C'è in Giovanni, dunque, il coraggio di un inizio: va nel deserto, dove chiunque può convenire, nelle periferie, geografiche ed esistenziali, diremmo, di cui parla spesso papa Francesco. E chiama a battezzarsi. L'espressione "battezzarsi" si è fatta opaca. Se andiamo all'originale vi sentiamo battere l'invito a un inizio. Il suo significato è immergersi, per poi riemergere, un invito a lasciare nelle acque il vecchio dell'anima, ciò che ci fa vecchi - e noi tutti sappiamo ciò che ci fa vecchi - per riemergere a orizzonti nuovi. E allora se qualcuno mi chiedesse: "Sei battezzato?", non potrei rispondere esibendo un certificato di battesimo. Dovrei dire: "Ho lasciato il vecchio dell'anima, ho sete di orizzonti nuovi".

Siamo andati spigolando tra gli inizi, ma ora ci tocca quello in assoluto il più affascinante, quello che per Marco - ne facevamo ora cenno - è il cuore della notizia buona, in assoluto, l'anima di tutti gli inizi, l'inizio Gesù. Giovanni alle folle accorse a lui nel deserto, ora chiede di accorrere a un altro: un altro è la buona notizia. C'è nell'aria qualcosa di sorprendente e di nuovo. Dice: "Io vi ho immerso in acqua, ma egli vi immergerà in Spirito santo". Essere immersi in Spirito Santo. Siamo immersi? Sento che c'è bisogno di un inizio. E che cosa vuol dire "immersi in Spirito santo"? Al cuore mi vengono le parole del profeta Gioele: "Così dice il Signore Dio: "Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni. Anche sopra gli schiavi e sulle schiave in quei giorni effonderò il mio spirito"" (Gl 3,1-2).

Immergersi nello Spirito. E allora ascolta, ascolta il sogno di Dio. Sono parole sue, le abbiamo ascoltate dal rotolo di Isaia: "In quel giorno ci sarà una strada dall'Egitto verso l'Assiria; l'Assiro andrà in Egitto e l'Egiziano in Assiria, e gli Egiziani renderanno culto insieme con gli Assiri. In quel giorno Israele sarà il terzo con l'Egitto e l'Assiria, una benedizione in mezzo alla terra". Ma dove? Dove le profezie, dove i sogni, dove le visioni, dove una immagine di umanità? Non sto a dirvi che cosa vedo oltre il filo spinato: ve l'ho detto, non mi regge il cuore. Ho visto e vedo il vecchio dell'anima. La fine, non l'inizio. So che anche voi fate fatica a reggere.

Vi lascio due immagini: profezie di ragazzi e sogni di anziani. Una ragazzina. Due nonni, miei amici, vanno in settimana alla scuola, devono accompagnare a casa Ilaria, otto anni, la loro nipotina. Ilaria vede il nonno camminare a fatica, ha un problema, gli tende la mano, gli dice: "Nonno, ti accompagno io, ti do la mano io". E ora una anziana. È una donna polacca. Ornella e Federico, miei cari amici, mi mandano la foto della sua casa nel buio più gelido di notti come queste. La finestra, per fiato di lanterna, è velata di verde. Mi scrivono: "come tenera briciola di speranza per rimanere umani, questa piccola finestra accesa. Casa di una nonna polacca per dare asilo a coloro che riescono a passare il confine della disumanità".

La ragazzina, la nonna polacca. Vi immergerà in Spirito Santo.

 

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