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TESTO Profumo di pane per strade

don Angelo Casati  

IV domenica dopo il martirio di S. Giovanni il Precursore (Anno B) (26/09/2021)

Vangelo: Gv 6,41-51 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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41Allora i Giudei si misero a mormorare contro di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». 42E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».

43Gesù rispose loro: «Non mormorate tra voi. 44Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 45Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. 47In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.

48Io sono il pane della vita. 49I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; 50questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

Storie di focacce e di pane, di acqua e di vino.

Una focaccia, cotta su pietre roventi, e un orcio d'acqua, in pieno deserto, per Elia. E Gesù che dice: "Io sono il pane, il pane della vita. Disceso dal cielo". E, nella lettera ai Corinzi, il ricordo delle prime comunità cristiane. Che facevano memoria di Gesù come noi oggi - allora però nelle case - spezzando il pane e bevendo al calice. Sempre pane e acqua e vino. Per non venir meno lungo il cammino. Nell'attesa della sua venuta.

Le parole che oggi abbiamo ascoltato nel vangelo, le parole di Gesù, hanno tutto un retroterra: non parla di pane all'improvviso. Sono le parole del giorno dopo. Il giorno prima, su una radura verde intagliata sul monte, era accaduto un segno: si trattava di interpretarlo. Era accaduto che cinque pani d'orzo di un ragazzo innominato, condivisi fra tutti, sfamassero i cinquemila sul monte. Volevano farlo re. Gesù si eclissò, solo sul monte. Poi nella notte raggiunse i discepoli, in ansia di tempesta, sul lago. Sbarcano a Cafarnao, la gente è sulle tracce. Ed ecco il dialogo - a tratti uno scontro - nella sinagoga a Cafarnao.

Pretendevano che lui si pronunciasse, che sostenesse il confronto con Mosè, con i giorni in cui i loro padri avevano mangiato la manna nel deserto. E Gesù replica: "In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo" Erano fermi al passato, succede anche a noi. E c'era un oggi, un verbo di Dio al presente: "Oggi il Padre vi dà il pane dal cielo, quello vero". Bellissimo: "Discende dal cielo e dà la vita al mondo". Gesù, un pane che "dà la vita". "Al mondo": nessun paese escluso, nessuna donna, nessun uomo, niente escluso. Al mondo.

Voi capite, si definiva pane. E alla fine volle lasciarsi come pane, nell'eucaristia. Perdonate se mi esprimo così: come se per evocare lui, la sua storia dovessimo riandare al pane e alla sua storia. E allora, ecco l'invito: osserva il pane, sulla tavola. E ascolta il racconto. Racconto di un viaggio, il viaggio del grano, che viene dalla terra, diventa farina; impastato di acqua e di fuoco, diventa pane. Trovi tracce di Gesù. Perdonate, a volte mi sembra che il pane racconti una tristezza o un lamento, tristezza e lamento per la perdita del profumo. Quasi gli avessero rubato il profumo. O non sarà, il mio - me lo chiedo - un eccesso di rimpianto per i giorni passati? Profumo di pane per le strade.

E così penso a Gesù. Che è stato un profumo di pane, per le nostre strade. Seguo tracce, poche e piccole tracce del pane, lasciando a voi di prolungare. Semplice, il pane, cosa umile, qualcuno la direbbe cosa feriale. Eppure noi lo celebriamo la domenica, il giorno del pane sacro. Umile e sacro il pane, come Gesù. Feriale. Dicono: "Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: "Sono disceso dal cielo?". Feriale, troppo feriale Gesù: sì, il divino nel feriale.

Immagino che anche ad alcuni di voi sia capitato di sentire raccontare quello che accadeva in tempi nemmeno tanto lontani: se cadeva un pezzo di pane dalla tavola, lo si raccoglieva e lo si baciava, anche se non lo si poteva più mangiare. Il pane che si riveste di un significato sacro. Ogni pezzo di pane, anche il più piccolo, anche quello che ad alcuni sembra da scartare. E' la storia di Gesù. Voi sapete come aveva concluso la giornata prima, quella sulla radura verde del monte. Dicendo: "Raccogliete i frammenti". Raccolsero dodici canestri di pane sbocconcellato. Ha una suggestione, nella versione latina, il comando del Signore "colligite fragmenta ne pereant". Perché non vadano nel nulla. Nel nulla della vita.

Pensate quanto colme di evocazione siano queste parole oggi: "Raccogliete, perché non vadano perduti". "Sono venuto" diceva "perché nessuno vada perduto". Sfuggendo alla logica dello scarto, Gesù guarda i frammenti del pane, E non solo del pane e chiede attenzione. Quasi una educazione a rispettare tutto ciò che sa di frammento, l'orfano, la vedova, lo straniero, i bambini, gli anziani. Tra i frammenti sacri lo straniero. Oggi si celebra la giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Papa Francesco le ha dato un titolo significativo: "Verso un noi sempre più grande". Come a dire: "il noi non rimpicciolitelo, non erodetelo, non feritelo a morte".

Verso un noi sempre più grande: Il pane è fatto da un impasto, non da un isolamento. Da un impasto di tanti chicchi di grano. Mi fermo qui, sui frammenti di pane, e sulla preghiera che conclude il messaggio di Papa Francesco "verso un noi sempre più grande".

Padre santo e amato,
il tuo Figlio Gesù ci ha insegnato
che nei Cieli si sprigiona una gioia grande
quando qualcuno che era perduto
viene ritrovato,
quando qualcuno che era escluso, rifiutato o scartato
viene riaccolto nel nostro noi,
che diventa così sempre più grande.
Ti preghiamo di concedere a tutti i discepoli di Gesù
e a tutte le persone di buona volontà
la grazia di compiere la tua volontà nel mondo.
Benedici ogni gesto di accoglienza e di assistenza
che ricolloca chiunque sia in esilio
nel noi della comunità e della Chiesa,
affinché la nostra terra possa diventare,
così come Tu l'hai creata,

la Casa comune di tutti i fratelli e le sorelle. Amen.

 

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