PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Marco 8,27-35

Omelie.org (bambini)  

Omelie.org (bambini) è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

XXIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (12/09/2021)

Vangelo: Mc 8,27-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 8,27-35

27Poi Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». 28Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». 29Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». 30E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

31E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. 32Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. 33Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà.

Se Gesù tornasse sulla terra e chiedesse a noi, ai nostri genitori, ai nostri amici e a quanti incrociamo sul nostro cammino, chi è Lui, alcuni Gli risponderebbero: “tu sei un guru”, altri: “sei un uomo eccezionale, sei un grande” altri ancora forse direbbero: “tu sei il Figlio di Dio”...

Insomma non risponderemmo tanto diversamente da come hanno risposto gli Apostoli. Se poi Gesù continuasse a parlare e a descriverci tutto quello che sappiamo sulla sua vita, spesa tutta per noi fino a morire su una croce come il peggiore degli impostori, forse anche noi come Pietro ci ribelleremmo e diremmo: “non sia mai che tu abbia a passare attraverso questi fatti”.

Gesù oggi nel Vangelo afferma proprio questo: la sua vita, come anche la vita di tutti noi, va donata, altrimenti non è vera vita.

Vi è mai capitato di vedere una persona in difficoltà aiutare un'altra che si trova magari in una situazione peggiore della sua? Che cosa avete provato?

Una mia amica suora che lavora in un lebbrosario ha visto un giorno un lebbroso che non aveva più le gambe, aiutare un bimbo poliomelitico a camminare. Il piccolo era aggrappato alle sue spalle e lui si trascinava carponi intorno alla capanna. Questa scena l'ha molto toccata e devo confessarvi che ha colpito molto anche me. Per quanto ognuno di noi ci tenga alla sua vita, tuttavia riconosciamo tutti la bellezza di offrirla per gli altri.

Solo in questo modo siamo felici... Sotto un certo aspetto anche noi attendiamo il momento favorevole per donare la nostra vita... magari ci immaginiamo di fare grandi opere come i santi straordinari conosciuti, pensiamo a S. Francesco che ha baciato un lebbroso, a S.Martino che ha dato l'unico suo mantello ad un povero, a Madre Teresa di Calcutta che assisteva i più poveri dei poveri, a San Paolo a cui hanno tagliato la testa perché cristiano o a San Pietro morto crocifisso con la testa all'ingiù.

Il Signore generalmente, però, non ci chiama al martirio o ad una morte eroica straordinaria, ma permette che sopportiamo gli inconvenienti di ogni giorno.

Ad esempio: sei alla fermata del bus e l'autobus non passa mai; inviti un amico e questi non può venire; ti va di giocare e invece devi fare i compiti, il latte esce fuori dal pentolino che lo riscalda, ti va di uscire ma invece devi rimanere a casa, ti va di rimanere a casa e invece devi uscire, ti va di vedere la TV e invece devi badare al nonno o ai fratellini... etc.

Questa è l'offerta gradita a Gesù. Quello che sembra difficile e gravoso diventa possibile insieme a Lui. A questo riguardo vorrei meditare con voi quanto ho sentito da un sacerdote veronese. Predicava spesso: «Mai dire: “non posso”». Aggiungeva:

«Mai dire: non posso” è una parola che pronunciamo con troppa leggerezza, è una parola micidiale, è una parola che spesso pronunciamo perché non ci va di fare quello che ci chiedono, è una parola che uccide la nostra carità. Chiediamo perdono a Dio per tutte le volte che davanti a una carità abbiamo detto: “non posso”. Ci siamo tanto abituati a queste due parole che le portiamo in noi costantemente. E' una risposta preparata dal nostro egoismo. Quand'anche in realtà non possiamo fare qualcosa, possiamo almeno trovare chi potrà farla al posto nostro, se anche non possiamo farla oggi, possiamo farla domani, se non possiamo fare tutto, possiamo almeno fare in parte, possiamo sempre pregare, calarci nel bisogno del fratello e piangere con lui. E' tremendo dire: “non posso”. E' la ghigliottina della carità cristiana. Bisogna bandire queste parole».
In questa Messa preghiamo Gesù così:

“Grazie Gesù per averci donato la tua vita. Grazie per averci insegnato a donarla a nostra volta. Aiutaci a vivere con gioia e serenità la sopportazione delle cose scomode di ogni giorno e a prendere la nostra croce che il più delle volte si traduce nel rifiutare di dire “non posso”. Amen
Commento a cura di Tiziana Mazzei

 

Ricerca avanzata  (53715 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: