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TESTO Guardate come si amano!

don Roberto Rossi  

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XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (23/10/2005)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,34-40

In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

O Padre, che fai ogni cosa per amore e sei sicura difesa degli umili e dei poveri, donaci un cuore capace di amare e servire intensamente Te e di amare i fratelli come noi stessi, facendo del comandamento dell'amore la vera strada della nostra vita". Questo è il messaggio e la preghiera di questa domenica, come abbiamo ascoltato soprattutto dalla prima lettura e dal vangelo.

Il pio israelita recitava tre volte al giorno lo "Shermà Israel", cioè il testo del Deuteronomio: "Ascolta Israele, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore, li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa, quando sarai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai".

Una preghiera così continua entra nel cuore e trasforma la vita. Tant'è vero che per Israele il primato di Dio era assoluto, con tutte le sottolineature del timore, dell'adorazione, del servizio, della paura, del castigo, ma anche dell'esperienza dell'amore e della tenerezza del Signore.

Poi la Bibbia riportava tante altre norme e avevano così elencato ben 613 precetti. Allora c'era tutto uno sforzo tra i dottori della Legge per stabilire una graduatoria e metterli in ordine di importanza. Pongono la stessa domanda a Gesù per metterlo alla prova. E Gesù richiama al primo posto l'amore al Signore e mette accanto a quello, come simile, come uguale, l'amore del prossimo, che per certi aspetti era già presente nella Bibbia, ma in mezzo a tutti gli altri precetti, alla pari di quelli, uno fra i tanti.

Gesù non dà una risposta nuova, ma aggiunge la seconda parte e afferma tutta la Legge, cioè tutte le indicazioni di Dio, sta nell'amore, come tutto il senso della vita sta nell'amore.

Si tratta di un amore concreto, non idealistico, non strumentale, come possono fare certi superstar, quando dicono "vi voglio bene", ma lo fanno per se stessi. L'amore non cerca i propri interessi, ma offre se stesso e la propria vita, anche nel sacrificio, come ha fatto Gesù.

Abbiamo sentito gli esempi di questo amore concreto nella prima lettura nel testo del profeta. E sappiamo che S. Paolo indica l'amore come la realtà che durerà per sempre e scrive il suo grande cantico dell'amore, nella lettera ai Corinti: "La carità è benigna, non è invidiosa, è paziente. tutto crede, tutto spera, tutto sopporta".

I primi cristiani venivano riconosciuti e stimati per l'amore vicendevole. Si diceva di loro "Guardate come si amano" e i pagani si convertivano perché vedevano la bellezza e l'importanza del loro volersi bene. L'amore si vede, non è virtuale, è reale. I pagani vedevano i cristiani che mettevano in pratica l'amore di Dio e l'amore del prossimo, cioè che realizzavano il comandamento di Dio, così ne venivano attratti.

Si realizza con l'amore concreto l'annuncio del vangelo.

Questo avviene anche oggi. Celebriamo la giornata missionaria mondiale. Come portare il vangelo nel mondo di oggi, all'umanità immersa nei gravi problemi che l'attraversano, nelle speranze di sviluppo che la animano? Noi ora lo sappiamo: con l'amore concreto.

Abbiamo profondamente viva l'amicizia e la testimonianza dei Missionari che sono stati tra noi: hanno seminato intensamente il vangelo nella nostra comunità con il loro amore e la loro consacrazione a Dio e con un amore appassionato ai poveri del mondo, sperimentato in tanti anni di missione in mezzo a loro.

Gesù dice: l'Amore a Dio e l'amore al prossimo, sono uguali. Vanno di pari passo: uno richiama ed esige l'altro. Non c'è l'uno senza l'altro. E il prossimo diventa il segno di Dio, la presenza di Dio, il volto terreno e concreto di Dio. Sta qui la novità portata da Gesù, il comandamento "nuovo" di Gesù, il distintivo di Gesù e dei "suoi": "Da questo conosceranno che site miei discepoli se avrete amore". Gesù rende molto semplice, molto concreto e verificabile il rapporto con Dio: basta essere in rapporto di amore con il prossimo. "Qualunque cosa avete fatto a uno di questi poveri, l'avete fatto a Me".

Gesù non si mette ad elencare una graduatoria tra i vari precetti, ma offre una prospettiva di fondo. Con atteggiamento di amore tutti i comandamenti, anche i più piccoli, diventano importanti perché sono espressione di un amore profondo e costante. Ne facciamo esperienza tutti i giorni nelle famiglie, nell'affetto alle persone care. Questo è l'anima della vita del cristiano che vive questo ardito accostamento di due amori messi in perfetta posizione di parità: "il secondo è simile al primo", cioè importante come il primo.

Dimensione verticale, l'amore a Dio, e dimensione orizzontale, amore al prossimo, si costruiscono insieme, si incrociano. Non per niente la croce di Cristo è la massima espressione di questo unico amore a Dio e all'umanità.

Quello che mi colpisce è questa sottolineatura, tipica nello stile orientale: "amerai il Signore Dio tuo, con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutta la mente, con tutte le forze". Noi siamo sempre molto deboli, fragili, limitati nelle dimensioni del nostro amore. C'è bisogno di riscoprire, contemplare tutto l'amore di Dio fino a commuoversi (così facevano S. Francesco e tanti altri santi), per rispondere con l'amore del nostro cuore all'amore infinito di Dio. E tutta la Bibbia è la storia di questo amore. Amore paterno, materno, nuziale. "Non siamo stati noi ad amare Dio ma è Lui che ci ha amati per primo". C'è come un ritornello in tutta la Bibbia: "Dio ama il suo popolo" che si trasforma in un appello costante: "Ama il Signore con tutto il cuore!"

Ma è nell'amore al prossimo che diventiamo concreti. Il prossimo così com'è; non solo quello simpatico, quello amico, quello che ti ricambia. Ma il prossimo nella sua povertà, nel suo bisogno di amore, di aiuto, di dignità, di vita, di perdono, di redenzione. Siamo chiamati ad un amore universale. Già l'Antico Testamento diceva: "Lo straniero che dimora tra voi lo tratterete come chi è nato tra voi. Tu l'amerai come te stesso". "Non molesterai il forestiero né l'opprimerai, non maltratterai la vedova e l'orfano; non comportarti da usuraio, non tenere il pegno del tuo prossimo". Poi Gesù dirà: "Io vi dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, pregate per i vostri persecutori". Gesù non si fermerà a dire: Ama il prossimo come te stesso, ma "amatevi come Io vi ho amati", cioè dando la vita.

Tutto questo è molto bello e giusto, perché non sono parole, ma sono azioni concrete. E l'amore è la cosa più grande che possiamo dare ed è la cosa di cui tutti abbiamo bisogno. Dice l'apostolo Paolo: "Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno". L'amore è un arricchimento reciproco, è contemporaneamente dare e ricevere, è un perdere solo apparente perché in realtà si ottiene molto di più di quanto si dà. E' la tipica esperienza di quanti fanno volontariato con i malati o i poveri.

Dice Giovanni: "Chi ama Dio, ami anche il suo fratello. Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede".

Il Signore ritiene fatto a Sé quello che facciamo al prossimo, specie al prossimo bisognoso. Per questo potrà dire: "Entra nella gioia del tuo Signore".

 

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