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TESTO Mettici passione, mettici l'anima

don Angelo Casati  

IX domenica dopo Pentecoste (Anno B) (25/07/2021)

Vangelo: Mc 8,34-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 8,34-38

34Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. 36Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? 37Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? 38Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi».

Lui, l'affresco, l'affresco con l'immagine del Messia, l'aveva da poco, da pochissimo, un istante prima, scrostato nella mente dei suoi discepoli. Non un Messia da trono, da trionfi mondani, ma uno che paga il prezzo della nostra libertà con la dura opposizione dei capi, con morte di croce. Per Pietro, Pietro che resisteva, resisteva allo scrostamento, aveva avuto parole dure: "Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini". Immediate, senza cesure le parole di oggi ed è come se Gesù volesse dilatare l'orizzonte dell'uditorio, non i soli discepoli. Marco scrive: "Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro...". Da una parte mi intriga dall'altra mi incanta questa dilatazione.

Non sono parole per circoli ristretti. Lui ha passione che non sbaglino il bersaglio, il bersaglio della vita, tutti coloro che vogliono seguirlo, anzi tutti, discorso alla folla. E nella folla, semplicemente folla, ci sono anch'io. Vedete, il discorso si dilata, diventa messaggio universale: non è forse questo il problema dei problemi, il problema sotto tutti i cieli? Perdere o trovare la vita? Sfocarla o illimpidirla? Viverla o svuotarla? Di senso, di tutto! E così, dopo aver scrostato l'immagine del Messia, del Maestro, ora Gesù ripete la stessa operazione con l'immagine dei discepoli. Che ricalcano orme, le orme del Maestro. E' impegnativo ma anche emozionante!

Poco fa venendo a leggervi il brano di Marco, mi prendeva un sussulto, pensando a voi che, in momenti diversi della vita, anche in questo, fate sosta, indugiate alle tracce del Maestro nel desiderio di seguirlo: "Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua". Avete notato, Gesù nomina la croce dentro un'avventura, quella di tenere dietro a lui, l'avventura di seguirlo. Si affaccerà la croce. E la prenderai. Non è un invito a cercarla e nemmeno a inventarla. La croce non la cerchi. E' Gesù che cerchi, sono gli altri che cerchi. Non la croce per la croce, non la mistica della croce. Non avrebbe senso cercare la croce per la croce. La croce ti viene da un cammino.

Ci sono momenti nella vita in cui seguire, amare, partecipare, essere fedeli alla coscienza, costa, ha un prezzo. E' la tua croce, la tua. Diversa da quella di ogni altro, perché dentro le situazioni, le tue, diverse da quelle di ogni altro. La croce, che intende Gesù, ha nomi diversi, ma per tutti scaturisce, viene da una fedeltà, da una passione. Viene dal vivere con passione. Vorrei aggiungere che mi attrae, nell'insegnamento di Gesù, la parola "anima". Gesù non naviga in astrattezze. Attinge a sapienze antiche, argomenta con concretezza. Sentitelo: "Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima?". A confronto sono il mondo intero è l'anima. Cioè quel soffio che ci fa essere umani e non disumani, "senz'anima"! Ci fa essere umani e non manichini. Il manichino è il vuoto dell'anima, del sentire, dell'appassionarsi, del vivere.

Se sono scolorito dentro, il risultato è che scolorisco la vita. Mi sembra affascinante questo legame anima e vita. Se perdi l'anima che vita è? Oggi si parla poco di anima, la cura dell'anima. Forse anche perché, per troppo tempo, si è contrapposto arbitrariamente anima e corpo. Eppure se perdiamo l'anima, se diventiamo senz'anima, il risultato finale e triste - direbbe una mia amica - sarebbe una vita di plastica, un alberello di plastica sulla tavola della casa. Potremmo passare in rassegna la vita. Accenno disordinatamente. Amare, svuotato d'anima, che altro sarebbe se non una routine stanca, senza accensioni? Pregare senza metterci l'anima che altro sarebbe se non una cantilena del nulla? Partecipare senza metterci un'anima che altro sarebbe se non grigio gregarismo? Parlare senza metterci l'anima che altro sarebbe se non gioco di parole per interesse ed esibizione? E un'autorità senz'anima? Una religione senz'anima? Una cultura senz'anima? Una politica senz'anima? Un paese, una chiesa, senz'anima?

Noi leggiamo queste parole di Gesù come le abitasse un desiderio, quello che sia custodito il colore della vita: "perdere la vita per causa sua e del vangelo" non è soffocamento della vita, è viverla nel segno del dono. Rinnegare se stessi è guardarsi dal pericolo di soffocamento per via di un ego ipertrofico. Che fa il vuoto della vita, anche se mi illudo di aver guadagnato il mondo intero. C'è un termine che si è accostato spesso, acriticamente, alla croce la parola "mortificazione", usata sovente non come morte dell'uomo vecchio, ma morte del corpo, della sensibilità, del pensiero, della passione, della libertà. Con l'esito di creature pallide e intristite. Gesù non è venuto per mortificare, ma per salvarci da ogni attentato, piccolo o grande che sia, alla vita, alla mia, alla tua, a a quella di ogni essere vivente.

Dovrebbe dispiacerci, lo dico sinceramente, che la fede, in cui ci riconosciamo, abbia assunto a volte, nei tempi, questa aria un po' triste, crucciata, quasi mortificante dell'umano, quasi un'aria di contenimento della vita e della gioia e non di espansione. E' semplicemente il contrario. Anche la danza di Davide oggi ne era quasi una conferma.. So che il riferimento non è del tutto pertinente, ma mi perdonerete. Mi ha sempre affascinato questo passaggio del discorso del monte e lo vorrei porre nella sua bellezza a conclusione di questi miei vagabondaggi di pensieri. Quel giorno sul monte disse: "E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.

Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà" (Mt 6,16-18).

 

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