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TESTO Commento su Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35

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XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (01/08/2021)

Vangelo: Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,24-35

24Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. 25Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».

26Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. 27Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». 29Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

30Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? 31I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». 32Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. 33Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». 34Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». 35Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!

Le letture di oggi agli occhi di chi imposta la propria visione della vita e della società sul legalismo e sul giustizialismo risultano sconvolgenti se non addirittura scandalose.
Le pecore lontane (agnostici, atei, sbandati, mangiapreti, scettici, anticlericali, femministe, peccatrici e peccatori cioè tutti noi!) sono stati lasciati (o fatti!) allontanare dall'incuria o dalla errata concezione della missione dei pastori che avrebbero dovuto curarli annunciando loro la buona notizia del Vangelo di Gesù già preannunciata nel salmo: Il Signore è il mio pastore!!
Non ci sono gerarchie di pastori, non ci sono recinti divisori, non ci sono cani rabbiosi che radunano le pecore a suon di latrati, non ci sono separazioni di merito tra le pecore più belle e disciplinate e quelle zoppicanti, curiose, magari intraprendenti!
Il richiamo per tutte è la voce dell'amore dell'unico pastore che le conosce una ad una, conosce i loro temperamenti, la loro testardaggine, la loro ricerca di vie nuove, la loro insofferenza alle costrizioni dei lacci dei decreti, delle imposizioni, i loro momenti di pavidità, di ignavia, le loro vigliaccherie!!
Ma lontano da Lui usare la frusta, l'ordine perentorio, la punizione ”educativa” anzi....”Egli ha abolito la legge fatta di prescrizioni e di decreti ”perché “ le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco esse mi seguono”
In duemila anni da Gesù in poi forse abbiamo impegnato troppo spesso le nostre forze a costruire divieti, regole, gerarchie di potere, a scagliare anatemi, scomuniche, a imbastire dispute sull'ortodossia, a negare assoluzioni, a catalogare gli altri in buoni e cattivi, a misurare quantitativamente i meriti e i demeriti praticando ognuno di noi un piccolo o grande potere; in una parola (che viene dal Vangelo):” mettete sulle spalle degli altri pesi che non tocchereste nemmeno con un dito!!”
Per fortuna ogni tanto nella storia e nella moltitudine sorgono uomini e donne che si ricordano che “il Signore è il mio (cioè di ognuno) pastore” e che l'unica voce che riconoscono tutte le pecore, anche quelle più lontane, è la voce piena di Amore senza giudizio! Essi si sono accompagnati con umiltà e semplicità agli esclusi, agli emarginati, ai poveri, ai disadattati; non li hanno imbottiti di prediche e di reprimende ma li hanno accolti come fratelli e sorelle e li hanno accompagnati con Amore lasciando che fosse il Padre a conquistarli nel modo che solo Lui sa e che non tocca a noi valutare.
Le regole sono necessarie per la vita della comunità umana ma non possono esserne il fine; le relazioni umane hanno bisogno di comprensione, di ascolto, di rispetto, di riconoscimento di dignità e di libertà, di ricordo che ogni uomo e ogni donna è figlio, figlia di Dio e che solo a Lui è dato entrare nel mistero dell'anima!!

Domande per la RdV
Com'è il nostro sguardo sul mondo, sugli altri, su chi ci sta attorno?
Il nostro metro è il giudizio o la misericordia?
Il nostro riferimento è il Vangelo cioè la buona notizia o regole che richiedono solo obbedienza senza discernimento?
“Ama e fa ciò che vuoi” (Sant'Agostino): il nostro operare, il nostro dire, il nostro vivere sono mossi sempre dall'amore?

Marinella Gualchi di Torino.

 

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