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TESTO Commento su Marco 10,1-12

don Michele Cerutti

III domenica dopo Pentecoste (Anno B) (13/06/2021)

Vangelo: Mc 10,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Partito di là, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. 2Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 5Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 10A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

In un contesto come quello attuale, caratterizzato dalla velocità della comunicazione e dalla logica usa e getta, anche le relazioni rischiano di essere incorniciate all'interno di questa prospettiva e non sono esenti quelle matrimoniali.
La pagina evangelica ci esorta a riconoscere invece nell'istituzione del matrimonio una realtà indissolubile.
Non dobbiamo, tuttavia, pensare che ai tempi di Gesù la situazione fosse poi coì rosea. I farisei, che cercano sempre un appiglio per screditare Gesù e perfino di eliminarlo, non perdono l'occasione di accusarlo per fargli fare la fine del Battista.
In quel periodo Erode Antipa si era invaghito di Erodiade e con Lei aveva avuto una relazione. Il precursore aveva accusato questo rapporto, ma infastiditi i due amanti lo uccidono. La notizia di questa relazione girava per tutta la Palestina ponendo le domande che il Vangelo ci presenta, ovvero il tentativo dei farisei di tirare il tranello a Gesù e riuscire a eliminarlo. Il Maestro invece scuote i rivali con un'altra domanda per far scoprire a loro stessi che ciò di cui si scandalizzano li riguarda anche loro.
Diceva un politico come Nenni, non cristiano: “A fare a gara a fare i puri, trovi sempre uno più puro di te”. Possiamo dire che Gesù riesce a smascherare l'ipocrisia dei farisei. La legge di Mosè, tanto osannata da questi cultori, prevedeva il ripudio a causa della durezza dei cuori del popolo. Si è voluto in quel tempo normare una pratica diffusa in quel tempo.
Gesù ribadisce il principio e il fondamento del matrimonio che non può essere annacquato da tentativi atti a scegliere progetti alternativi per non scegliere strade e percorsi meno impegnativi e non assumersi delle responsabilità.
La storia è stata attraversata da tentativi atti a sminuire l'istituzione del matrimonio.
Pensiamo alla disputa tra il Papa e Enrico VIII con lo scisma della Chiesa anglicana fortemente osteggiata da Tommaso Moro e Giovanni Fischer. In Italia negli anni 70 la legge sul divorzio e il referendum che ne consegue.
L'indissolubilità del matrimonio trova il fondamento in quel consenso espresso dai coniugi e non può diventare un'avventura che se poi prende pieghe che non convincono si può abbandonare.
Colpisce come la liturgia ambrosiana ponga questa icona offerta da Marco all'interno delle domeniche successive alla Pentecoste.
Il dono dello Spirito ci è stato offerto proprio perché le nostre scelte siano consapevoli e portate avanti con determinazioni e coraggio.
Quello che ci viene presentato richiede di essere vissuto certo con radicalità e oggi sicuramente richiede forza maggiore perché le sollecitazioni diventano forti.
Esempi e testimonianza di fedeltà non mancano.
Atti di grande eroicità sono offerte da quelle coppie di uomini e donne che tengono duro in mezzo alle tempeste della vita per la malattia di un coniuge, di un figlio o in grado di soprassedere a piccole e grandi infedeltà.
Questo, tuttavia, non ci deve portare a essere giudici nei confronti di coloro che per causa non a nostra conoscenza hanno dovuto intraprendere scelte difficili con la conseguenza di un inevitabile fallimento del proprio matrimonio.
Rimane lo stile che Papa Francesco ribadisce alle coppie negli incontri e che ha un fondamento paolino: Non tramonti il sole sopra la vostra ira.
Il Santo Padre lo concretizza esortando le coppie, al termine di scontri, a fare pace con le tre espressioni che dovrebbero caratterizzare il rapporto familiare: scusa, permesso, prego.

 

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