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TESTO Uccelli che non seminano e gigli che non filano...

don Angelo Casati  

II domenica dopo Pentecoste (Anno B) (06/06/2021)

Vangelo: Lc 12,22-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 12,22-31

22Poi disse ai suoi discepoli: «Per questo io vi dico: non preoccupatevi per la vita, di quello che mangerete; né per il corpo, di quello che indosserete. 23La vita infatti vale più del cibo e il corpo più del vestito. 24Guardate i corvi: non séminano e non mietono, non hanno dispensa né granaio, eppure Dio li nutre. Quanto più degli uccelli valete voi! 25Chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 26Se non potete fare neppure così poco, perché vi preoccupate per il resto? 27Guardate come crescono i gigli: non faticano e non filano. Eppure io vi dico: neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 28Se dunque Dio veste così bene l’erba nel campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, quanto più farà per voi, gente di poca fede. 29E voi, non state a domandarvi che cosa mangerete e berrete, e non state in ansia: 30di tutte queste cose vanno in cerca i pagani di questo mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. 31Cercate piuttosto il suo regno, e queste cose vi saranno date in aggiunta.

In questa Domenica, in cui Luca ci racconta di Gesù che parla di "uccelli che non seminano e di gigli che non filano", don Angelo ci propone queste benedizioni pregate, in anni diversi, nella sartoria di Armani in via Borgonuovo,11 a Milano.

Preghiera di benedizione del 28 dicembre 2017

Tu ci vedi riuniti, Signore, nel tuo nome.
Ti invochiamo
nel luogo del nostro lavoro.
Ora sentiamo che il tuo sguardo è su di noi.
Nel libro sacro abbiamo letto
che tu, dopo i giorni della creazione,
vedendo Adamo ed Eva
per la loro colpa nudi e smarriti,
con tenerezza per loro hai cucito un vestito di pelle.
Rivestire l'uomo e la donna è per te
dare dignità alle tue creature.
Benedici l'opera delle nostre mani,
la nostra fatica costruisca bellezza sulla terra.
Tu hai mandato il tuo Figlio
perché stesse fra noi:
Lui ci invitò a guardare i gigli del campi
la loro bellezza,
ci invitò a pensare a te che li rivesti di colori
e a intravedere dietro i colori te,
che hai un pensiero per ciascuno di noi.
Fa' che i nostri occhi dietro ogni bellezza
scorgano il tuo volto di padre,
dietro ogni fatica il contributo delle nostre mani
a rendere più umana la terra,
a sostenere la vita delle nostre famiglie.
Ti affidiamo anche le situazioni più precarie nel lavoro,
il dramma di chi è privo di lavoro,
i drammi e le angosce di questa nostra terra.
Ti chiediamo di benedire e sostenere noi,
le persone che ci sono care,
la città e la terra che abitiamo.
Tu, mandandoci il tuo Figlio,
ci hai voluto dire che nessuno di noi è solo,
che tu hai un cuore,
che il tuo cuore batte per noi,
ora e sempre.
Amen.



Preghiera di benedizione del 3 gennaio 2019

Signore Dio,
all'inizio di questo anno
ci chiedi di benedire
con parole di bellezza.
Queste le parole, le tue,
per chi benedice:
"Dio faccia splendere sopra di voi il suo volto".
Splenda, Signore, il tuo volto
su di noi, sul luogo
della nostra fatica e della nostra creatività.
Le scritture sacre ci raccontano
che, quando tu, nell'in principio, creavi,
ad ogni opera che usciva dalle tue mani
ti fermavi e, quasi stupito,
dicevi: "È una cosa bella".
Dopo aver creato uomo e donna,
stupito, tu dicesti: "E' una cosa molto bella".
Tu hai chiamato in modo particolare noi
a continuare il tuo lavoro,
ad essere artefici di bellezza.
I gesti belli, le cose belle, le parole belle
fanno bella una casa, fanno bella una città,
fanno bello questo nostro paese.
Per rispetto della bellezza,
che qui con il nostro lavoro creiamo,
aiutaci a respingere tutto ciò
che, in vari modi, ferisce la bellezza:
le parole arroganti, i gesti volgari, i progetti disumani,

tutto ciò che fa brutta una casa, una città, il nostro paese,
tutto ciò che ferisce la bellezza
di ogni tua creatura.
Tu che ci hai dato l'arte di cucire
stoffe e colori e forme da ogni dove
per farne armonia,
fa' che il "cucire" diventi
un segno per la nostra società.
E sia questa, secondo le tue parole, la tua benedizione
nella memoria del tuo Figlio, venuto tra noi:
"Vi benedica il Signore / e vi custodisca. /

Il Signore faccia risplendere per voi il suo volto / e vi faccia grazia. /

Il Signore rivolga a voi il suo volto / e vi conceda pace".

Preghiera di benedizione del 2 gennaio 2020

Tu ci vedi riuniti, Signore.
Ci accompagna la memoria
della tua nascita in mezzo a noi:
tu uno di noi,
di noi hai condiviso tutto
l'anima e il corpo, la casa e le strade
la fatica del lavoro e il riposo,
il riso e il pianto,
la gioia di essere profumato
e lo strazio di una morte di croce.
Tutto di noi
perché ti sentissimo
compagno di cammini:
tu non abiti solo i cieli
non abiti solo le chiese
tu abiti ogni spazio
del nostro vivere quotidiano.
Tu sei un Dio che tesse fili e dà colori.
I nostri vestiti a volte sono strappati
o non sono nel segno della bellezza,
tu metti il tuo filo.
Accade che non ce ne accorgiamo
tanto il tuo filo è tessuto con i nostri fili,
tanto il tuo colore è abbracciato ai nostri colori.
Un filo, il tuo, non nel segno della onnipotenza,
ma della vicinanza,
Noi ti ringraziamo:
la tua vicinanza
è segreto per riprendere a sperare,
è appello a non cedere agli strappi
di paure e pessimismi,
a credere invece nel nostro esile filo,
a regalare il nostro insostituibile colore.
Benedici questo luogo di fili e di colori,
benedici le nostre case,
il nostro paese e la nostra terra,
perché siano luoghi dove
donne e uomini tessano fili
e regalino colori di bellezza
Ora e per sempre.
Amen

 

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