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TESTO Commento su Marco 14,12-16.22-26

padre Paul Devreux

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno B) (06/06/2021)

Vangelo: Mc 14,12-16.22-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 14,12-16.22-26

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

In questa festa del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, suggerisco di provare a metterci nei panni di Gesù.
Siamo durante l'ultima cena, e lui sa che morirà tra poco. Desidera lasciare ai suoi discepoli un segno, qualcosa che li aiuti a ricordarsi di lui, di quello che ha fatto ed è stato. Qualcosa che lo renda presente in mezzo a loro per sempre. Io, cosa lascerei agli amici se mi trovassi nei suoi panni? Una foto, un testamento spirituale, una tomba monumentale? Sono cose che durano forse per una o due generazioni e poi si passa nell'oblio.
Gesù ha un' idea fantastica: sceglie di istituire l'Eucaristia, che noi continuiamo a celebrare ogni domenica, per ricordarci di Lui, ma sopratutto per renderlo presente in mezzo a noi. Grazie a questo, noi possiamo nutrirci di Lui ricevendo la comunione e ascoltando la sua Parola proclamata nel Vangelo.
Gesù prende il pane, che è il frutto della collaborazione tra la terra e l'uomo. Recita la benedizione, ringraziando il Padre per questo dono. Lo spezza per poterlo distribuire a tutti dicendo:”Prendete, questo è il mio corpo”. Poi benedice anche il calice e lo offre a tutti dicendo:”Questo è il mio sangue...”. Con questi due gesti Gesù ci dice che ci ha donato tutto se stesso, e tramite la celebrazione dell'eucaristia, continua a farlo.
Ma guardiamo anche al significato simbolico di questo gesto. Non è il pane che si fa Gesù, ma Gesù che si fa pane. L'essere pane è la sua nuova identità, quello che ha voluto essere per noi. In altre parole Gesù ci dice:”Io mi sono fatto pane per poter nutrire tutti voi. L'ho fatto servendovi tutti e continuo a farlo”.
Oggi, se io desidero essere in comunione con lui, la via è quella di mettermi anch'io al servizio degli altri, con l'aiuto e il sostegno dell'eucaristia, per diventare anche io un dono per gli altri.
In altre parole, se oggi desidero chiedere la comunione, per nutrirmi del suo corpo e del suo sangue durante la messa, posso perfezionare questa comunione con Gesù, vivendola tutta la settimana, amando e servendo i fratelli, che la provvidenza metterà sul mio cammino.
Signore aiutaci ad essere anche noi pane per chi ne ha bisogno.
Buona domenica.

 

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