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TESTO Prendete, questo è il mio corpo

don Roberto Seregni  

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Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno B) (06/06/2021)

Vangelo: Mc 14,12-16.22-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 14,12-16.22-26

12Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

22E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». 23Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. 24E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. 25In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

26Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.

Miguel è un bambino cicciotto di dodici anni. La sua famiglia è scappata dal Venezuela quattro anni fa e, dopo un viaggio pieno di difficoltà e mille peripezie, è approdata a Carabayllo. Con i genitori, i nonni e gli zii sono entrati a far parte in modo attivo della comunità parrocchiale e, poche settimane fa, Miguelito ha celebrato la Prima Comunione. Era molto emozionato, non riusciva a stare seduto tranquillo sulla sedia. Cosí mi avvicinai per tranquillizzarlo un po', ma Miguel mi disse: “Padre, non posso stare fermo! Il mio corpo è pronto!”.

La risposta del mio giovane amico mi ha fatto sorridere e, allo sesso tempo, riflettere profondamente. Ho pensato all'ultima cena di Gesù e a cosa avranno pensato i discepoli quando il Signore spezzó il pane e disse che era il suo corpo. Miguel, con la freschezza della sua fede, mi ha fatto intuire che l'Eucaristia è un corpo a corpo, è un incontro e, a volte, uno scontro.

Quando Miguel mi disse che il suo corpo era pronto ad accogliere il corpo di Gesù, ricordai il racconto di suo papà. Scapparono da un paese lacerato dalla dittatura e dalla fame, viaggiarono nascosti in un camion che trasportava polli, camminarono per giorni senza mangiare e senza bere un goccio d'acqua e, arrestati dai militari, dovettero pagare la liberazione con gli ultimi risparmi. Arrivarono in Perú con le tasche vuote e il corpo rotto, spezzato, frantumato dal dolore e dalla fame.

Il giorno della Prima Comunione di Miguel, nonostante il mio cuore duro e la mia poca fede, compresi la forza, la bellezza e l'audacia delle parole di Gesù: “Prendete, questo è il mio corpo”. Il suo corpo spezzato ricompone il nostro corpo rotto dagli assalti della vita; il suo corpo donato sana le nostre ferite e intreccia carne e speranza, muscoli e passione, per riplasmarci a Sua immagine nel corpo a Corpo del mistero eucaristico.


don Roberto Seregni
Lima, Perú

 

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