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TESTO Commento a Mt 22,34-40

Suor Giuseppina Pisano o.p.

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (23/10/2005)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Ancora a Gerusalemme, ancora un tentativo da parte degli irriducibili avversari, farisei, sadducei, erodiani, dottori della legge, di cogliere in fallo Gesù e screditarlo agli occhi del popolo che lo segue e lo ascolta.

Questa volta ad avviare la disputa intenzionalmente sleale è un " dottore della legge " uno che la custodisce e la insegna, ma, nella selva di leggi e leggine che dovevano regolare la vita del buon israelita, quale il rabbi Gesù avrebbe indicato come fondamentale a scapito delle altre?

Gesù risponde citando la Scrittura "..ascolta Israele...Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze..." ( Dt. 4,5 ) e lo completa, lo esplicita, quasi a renderlo visibile, parlando del " prossimo" da amare indiscriminatamente e incondizionatamente, perché fratello, creato dall'unico Dio e Padre e chiamato a salvezza in Cristo.
Il prossimo: banco di prova dell'amore per Dio.

" Se uno dice: io amo Dio e poi odia il proprio fratello è un mentitore, chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede...." ( I Giov. 4,20 )

Tutto il discorso ruota attorno ad un unico tema, perché uno è il principio di tutta la legge morale: l'amore, via di conoscenza e di comunione; ecco quanto Giovanni il discepolo prediletto, afferma: "...amiamoci gli uni gli altri poiché l'amore è da Dio....chi non ama non ha conosciuto Dio, poiché Dio è amore....se ci amiamo gli uni e gli altri Dio rimane in noi...e noi rimaniamo in Lui..." ( I Giov. 4,7-11 )

" Ama e fai quel che vuoi " sosteneva il grande Agostino ormai convertito; l'amore infatti non solo è fondamento della legge, ma ne è anche "pieno compimento "

La risposta di Gesù, mettendo l'accento sull'amore, apre un orizzonte sconfinato di contemplazione del Mistero, contemplazione che è gaudio, lode e diventa anche implorazione, poiché la via dell'amore è un percorso lungo faticoso e doloroso come lo fu per Cristo che soffrì e morì perché ogni uomo potesse vivere in comunione col Padre, e nessuno con le sole sue forze può portarlo avanti senza l'aiuto della grazia che viene dall'Alto.

Scriveva Quoist: "dopo Cristo amare significa esser crocifissi per un altro ": un percorso affatto scontato, un impegno severo, per niente banale.

In questo senso, amare è anche vocazione dell'uomo; ce lo ricorda S. Paolo nel sublime cantico a Dio salvatore:

" Benedetto sia Dio,
Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti
Con ogni benedizione spirituale, nei ciali in Cristo.
In Lui ci ha scelti
Prima della creazione del mondo
Per trovarci al Suo cospetto

Santi e immacolati nell'amore..." (Ef.1,3-4 ).

Nati dall'amore, siamo chiamati a rendere operativo il medesimo amore che ci accompagnerà oltre il termine ultimo dell'esistenza quando, superato il confine del tempo, entreremo nella piena e visibile comunione con Dio che è Padre, è Figlio ed è Spirito d'Amore.

C'è nella storia della Chiesa una dolcissima figura di donna, una fra i tanti tra santi e sante che hanno testimoniato e cantato l'amore per Dio e per il prossimo, è la giovane Teresa di Lisieux che aveva mirabilmente colto la portata dell'amore come vocazione e motore della vita cristiana e dell'intera vita umana; nel suo celebre Diario così scriveva:

"L'Apostolo ( cita la I ai Corinti ) infatti dichiara che anche i carismi migliori sono un nulla senza la carità, e che questa medesima carità è la via più perfetta che conduce con sicurezza a Dio.........
Avevo trovato finalmente la pace........

Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi trovavo in nessuna delle membra che san Paolo aveva
descritto, o meglio, volevo vedermi in tutte........
La carità mi offrì il cardine della mia vocazione

Compresi che la Chiesa ha un corpo composto di varie membra, ma che in questo corpo non può mancare il membro necessario e più nobile.

Compresi che la Chiesa ha un cuore, un cuore bruciato d'amore. Capii che solo l'amore spinge all'azione le membra della Chiesa e che, spento questo amore, gli apostoli non avrebbero più annunziato il Vangelo, i martiri non avrebbero più versato il loro sangue.

Compresi e conobbi che l'amore abbraccia in sé tutte le vocazioni, che l'amore è tutto, che si estende a

tutti i luoghi e a tutti I tempi in una parola, compresi che l'amore è eterno.

Allora con somma gioia ed estasi dell'animo gridai :< o Gesù mio amore! Ho trovato finalmente la mia vocazione: la mia vocazione è l'amore.

( dai Manoscritti autobiografici )

Una eco vibrante della Parola. splendido inno, che è stato, e si propone ancora come progetto di vita evangelica che, nell'operosità quotidiana, intessuta di carità, rende visibile Dio agli uomini anche nei nostri giorni.

 

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