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TESTO Commento su Giovanni 15,1-8

padre Paul Devreux

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V Domenica di Pasqua (Anno B) (02/05/2021)

Vangelo: Gv 15,1-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,1-8

1«Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. 2Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 3Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato. 4Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. 5Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 6Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 7Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. 8In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.

“Io sono la vite vera e il Padre mio è l'agricoltore”.
Padre e Figlio sono la fonte della vita, quella bella, gustosa.

“ Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto”.
I tralci siamo noi. Il Padre non vuole separare i buoni dai cattivi, ma fa tutto quello che può perché ognuno di noi possa portare frutto, perché è quello che ci rende belli e da senso alla nostra vita.

“ Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato”.
Quindi è la parola che ci purifica, perché è come una spada che ci fa capire cosa è bene e cosa è male.

“Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me”.
Questo è il punto chiave: Rimanete in me! Cosa significa? Come si fa? Penso sia come con le persone. Ci sono persone che vedi o senti spesso, altre meno, ma sai che ci puoi contare. E' un discorso di intensità di relazione. Cosi è con il Signore. Posso rimanere in lui con la preghiera del cuore, che è una preghiera continua di ringraziamento, che nasce dalla gratitudine. Lui rimane in me e io in lui mantenendo la comunione d'intenti, che è sempre la carità.

“ Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla”.
Perché senza di lui non posso fare nulla? Mi disturba quest'affermazione. Ma se capisco che il frutto è sempre qualcosa che nasce dall'amore e dal servire, chiunque fa del bene, anche se non consce il Signore, è in comunione con lui.

“Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano”.
Questo è il tragico epilogo di una vita vuota: ritrovarsi angosciati, con un pugno di mosche in mano. Meglio attaccarsi alla vite, per trovare qualcosa che dia bellezza alla nostra vita.

“ Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto”.
La comunione nasce anche dal desiderio di mettere in pratica la sua parola. A quel punto, quello che chiederò, sarà in comunione con quello che vuole anche lui; perciò mi ascolterà.

“In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».
In altre parole, il Padre è contento, quando noi siamo contenti. La famosa volontà di Dio è tutta qui. Dio desidera solo vedermi felice. Non vuole altro.
Buona domenica.

 

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