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TESTO Commento su Giovanni 14,1-11a

don Michele Cerutti

III domenica T. Pasqua (Anno B) (18/04/2021)

Vangelo: Gv 14,1-11a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,1-11a

1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via».

5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

Gli Atti degli Apostoli mettono in evidenza come la forza della Parola di Dio non subisce imprigionamenti. Pietro in qualche capitolo precedente era stato arrestato e viene liberato. Paolo e Sila in prigione vengono liberati da un terremoto e non scappano la loro preoccupazione è la salvezza fisica e dell'anima del carceriere.
Leggendo questi brani in cui gli apostoli vengono messi in prigione mi risuona sempre la storia del Cardinale vietnamita Van Thuan.
15 anni di carcere in uno dei più oppressivi regimi comunisti, eppure, questo Vescovo ha cercato di vivere la sua prigionia offrendola anche per la conversione dei suoi carcerieri.
Van Thuan afferma che il carcere è stato la sua cattedrale e in quel lungo periodo carcerati e carcerieri si sono convertiti.
Chiamati a vivere la nostra vita sull'esempio di questi testimoni non nella logica della vendetta e della ritorsione, ma nello stile evangelico del perdono.
Il carceriere della pagina degli Atti vive il tutto nel rendimento di grazie e nella lode mettendosi a servizio e facendosi battezzare
In queste pagine notiamo proprio che il Vangelo e la proposta cristiana si diffondono per contagio.
Non si parla di proselitismo, ma di gesti concreti che parlano di amore di Dio.
Pensiamo a grandi progetti pastorali, ma il cristianesimo si abbraccia solo se chi lo propone è un testimone credibile.
Paolo ha vissuto la sua fede in Cristo, una volta convertito non sottraendosi mai alle prove difficili che doveva subire.
Ha sofferto unendosi ai patimenti di Gesù e tutto ciò ha favorito la diffusione della fede cristiana.
Come lui tutti gli apostoli sono stati segnati dalla prova e dalla sofferenza per amore di Gesù, ma questa è stata la molla che ha diffuso il Vangelo.
Nella pagina evangelica, Giovanni, l'evangelista, riporta il discorso di Gesù in cui il Maestro sferza i suoi discepoli.
Sono smarriti e vivono la difficoltà di un distacco. Essi non si capacitano del fatto che, Lui, che si presenta come il Messia, ora afferma che se ne va.
Essi hanno un'attesa messianica ancora troppo politica e non si capacitano di questa assenza.
Gesù ancora una volta parla loro del suo Regno che non appartiene a questo mondo.
Egli è il volto del Padre e la sua incarnazione con la sua Passione e risurrezione.
Tre letture queste che ci offrono una idea di cristianesimo che smonta la logica di forza. La fede cristiana non si impone, ma si propone non prende vie e logiche umane dettate dal potere o dalla vendetta.
Oggi si parla molto di Islam e della necessità di difendersi da una invasione islamica dell'Europa. Si parla di scristianizzazione dell'Occidente. Si è abitati dall'idea che la fede è fatta di grandi numeri perché ci pervade la logica umana del potere.
Lo stile che le letture ci offrono ci dicono ancora una volta che non dobbiamo avere paura.
La logica che dobbiamo abbracciare è indicare al mondo un altro Regno e il diffondersi del cristianesimo non avviene per imposizione, ma come proposta di uno stile che ci indica Gesù e ci segnala Paolo.
Il cristianesimo si diffonde per contagio e quindi questo è possibile con l'accrescere della nostra testimonianza fatta sull'esempio dei campioni del calibro dell'apostolo delle genti o del Cardinale Vietnamita.

 

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