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TESTO Il senso della vita: donare

don Roberto Rossi  

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V Domenica di Quaresima (Anno B) (21/03/2021)

Vangelo: Gv 12,20-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 12,20-33

20Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. 21Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». 22Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. 23Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. 24In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. 25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. 27Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! 28Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

29La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». 30Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. 31Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. 32E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». 33Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

Ci sono delle domande che è bene che ci poniamo spesso: “Che senso do alla mia vita? Quali sono le cose importanti per me?” C'è tutta la vita di ogni giorno: momenti di serenità, di pace, il lavoro, a volte preoccupazioni, difficoltà, problemi. La vita di famiglia, il nostro amore alle persone più care, il vivere in questa nostra società, in un tempo così delicato e difficile per tutti... richiede di dare alla vita un senso vero, profondo, non superficiale, non mondano, non consumistico. Noi siamo credenti, sappiamo quant'è importante la fede, la preghiera, il sentire l'amore di Dio che ci ha chiamati alla vita, che ha fatto esistere questo universo, che ci segue come Papà buono ogni giorno della nostra esistenza. Tuttavia possiamo avere delle difficoltà anche nella preghiera. Noi diciamo che il Signore ci ascolta sempre, ci corre incontro, ci viene a cercare. Ma, quando mi sembra che Lui non mi ascolti, non esaurisca la mia preghiera, le mie richieste, che non mi aiuti nel mio pianto, nel mio grido, nel mio dolore? Come mi comporto in quel momento? Cominciamo da questo e lasciamoci illuminare dalla parola di Dio, così forte e chiara in queste domeniche di Quaresima, in cui ci avviciniamo a meditare, a contemplare, a sentire tutto l'amore di Gesù e la sua passione, morte e risurrezione.

La parola di Dio nella lettera agli Ebrei dice così: “Cristo nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere, suppliche, conforti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a Lui, venne esaudito. Gesù ha pregato intensamente, conforti grida e lacrime, ha chiesto tutto l'aiuto del Padre, ha affidato al Padre la sua vita. Qui si dice: “Venne esaudito”. Ma come? Gesù è stato messo in croce, Gesù è morto davvero; come si può dire che è stato esaudito? Dio Padre non ha dato la vita a suo Figlio per un altro po' di tempo sulla terra, ma gli ha dato tutto: la vita piena e definitiva nella gloria dei cieli. Quella è la preghiera pienamente esaudita, per una vita che è una eternità luminosa e gloriosa. Ho pensato: quando capiterà a me o a qualcuno di noi, di essere ammalati o di sentire vicino il passaggio all'eternità, sentiremo il bisogno e dovremo pregare intensamente, gridare al Signore... Ma se non ci sentiamo esauditi in quella richiesta immediata, dobbiamo avere la certezza che il Signore ci dà la salute, la vita, nella sua beatitudine eterna, una vita che sarà la nostra pienezza. Accostando il testo del Vangelo, vediamo la bella richiesta di alcuni greci quanto dicono: “Vogliamo vedere Gesù”.

Gesù si fa vedere e si fa conoscere nel suo modo di essere: è un Dio fatto uomo che salva l'umanità attraverso la morte, nel dono pieno del suo amore per tutti, davanti al Padre e per la salvezza di tutti gli uomini. Afferma che “è venuta l'ora in cui il Figlio dell'uomo sarà glorificato”. E' lui è il chicco di grano caduto in terra che muore e porta molto frutto. Lui è il figlio di Dio fatto uomo, che innalzato da terra sulla croce attira tutti a sè. Lì è la sua glorificazione, la luce unica del suo amore infinito, li è la nostra salvezza per la vita sulla terra e per l'eternità. Da Gesù impariamo la via dell'amore, impariamo a dare un senso pieno e profondo alla nostra vita, nelle grandi scelte e nello svolgersi più ordinario di ogni giorno... E Lui ci dice: “Chi ama la propria vita, cioè la vive in maniera egoistica, la perde; chi odia la propria vita in questo mondo, cioè vive non in maniera materiale, egoistica, pensando solo a sé, ma la offre come amore a Dio e al prossimo, conserva la sua vita per l'eternità, cioè giunge alla pienezza della realizzazione di sé, che è l'amore su questa terra e sarà il vivere nell'amore, nella gioia, nella luce e nella pace per sempre, per l'eternità.

Riporto a questo proposito la testimonianza di Annalena Tonelli, martire dei poveri: "La vita ha senso solo se si ama. Nulla ha senso al di fuori dell'amore. La mia vita ha conosciuto tanti e poi tanti pericoli, ho rischiato la morte tante e poi tante volte. Sono stata per anni nel mezzo della guerra. Ho esperimentato nella carne dei miei, di quelli che amavo, e dunque nella mia carne, la cattiveria dell'uomo, la sua perversità, la sua crudeltà, la sua iniquità. E ne sono uscita con una convinzione incrollabile che ciò che conta è solo amare. Se anche DIO non ci fosse, solo l'amore ha un senso, solo l'amore libera l'uomo da tutto ciò che lo rende schiavo, in particolare solo l'amore fa respirare, crescere, fiorire, solo l'amore fa si che noi non abbiamo più paura di nulla, che noi porgiamo la guancia ancora non ferita allo scherno e alla battitura di chi ci colpisce perché non sa quello che fa, che noi rischiamo la vita per i nostri amici, che tutto crediamo, tutto sopportiamo, tutto speriamo... Ed è allora che la nostra vita diventa degna di essere vissuta. Ed è allora che la nostra vita diventa bellezza, grazia, benedizione. Ed è allora che la nostra vita diventa felicità anche nella sofferenza, perché noi viviamo nella nostra carne la gioia del vivere e del morire.

 

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