VIDEO #2minutiDiVangelo Martedì III Quar. B - Perdonare sempre e tutti. Fine del programma.
don Marco Scandelli don Marco Scandelli
Martedì della III settimana di Quaresima (09/03/2021)
Vangelo: Mt 18,21-35

21Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
23Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. 27Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
28Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. 29Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. 30Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
31Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. 32Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Commento al Vangelo della Martedì III di Quaresima Anno B - a cura di don Marco Scandelli
#2minutiDiVangelo
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Mt 18 21-35
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Domanda tipica che mi rivolge la gente quando dico che bisogna perdonare sempre: “Ma se poi l'altro se ne approfitta?”. Risposta che do sempre alla gente a questo punto: “pace”. Il male che l'altro ci fa è come il veleno iniettato nella nostra caviglia dai denti da un serpente velenoso. Se vogliamo evitare di morire, la prima cosa che dobbiamo fare è fermare questo male con un bel laccio e poi sputare fuori il veleno... non certo mettersi a inseguire il serpente per schiacciarlo o ucciderlo. E così vale appunto per il male che gli altri ci fanno: sputarlo fuori, non ripagare nessuno con la sua moneta malvagia ed evitare che il male continui a circolare dentro di noi. Ma allora perché Gesù dice che il primo servo, dopo essere stato scoperto dal padrone di non aver avuto misericordia, lo castiga? Anzitutto fate attenzione: il padrone non lo castiga per un torto che ha subito, ma per un torto che una terza persona ha subito. Secondariamente, il padrone lo castiga perché quel servo non ha usato quel “metodo” di vita che gli era stato insegnato e che avrebbe dovuto renderlo una persona migliore. Anzi. si dimostra persona avida, taccagna e furba. E qui torniamo al problema che si diceva prima: e se poi qualcuno se ne approfitta? C'è Dio che ci penserà a dargli la ricompensa che si merita. Ma tu sta buono e tranquillo. Perdona come ti è chiesto e non lasciare che il male di determini. Mai! Mai!