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TESTO La “Gelosia” che ci libera

don Mario Simula  

III Domenica di Quaresima (Anno B) (07/03/2021)

Vangelo: Gv 2,13-25 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 2,13-25

13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.

18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

23Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. 24Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti 25e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

Il Signore nostro Dio è “un Dio geloso”. L'amore per noi lo consuma, lo rende vicino, come colui che “si prende cura”. E' un amore attento, premuroso. Dio è padre e madre. Sempre “sveglio” sulla nostra vita.
Ogni uomo e ogni donna, nato dalle sue mani, lo intenerisce. Per noi Dio vuole soltanto il bene. Tutto il bene. Vuole la felicità profonda, quella felicità che scaturisce dalla pace di un cuore buono.
Questa dolce relazione che Dio stabilisce con noi è un vero patto di alleanza, di amicizia indistruttibile, di amore indelebile.
Le Dieci Parole, che noi chiamiamo “comandamenti”, sono il segno più premuroso di Dio che ha interesse per me, si interessa a me. Nella maestosità del Monte, il Signore scrive la Legge su tavole di pietra, in modo che nessuno possa mai cancellarle.
Dio va oltre. Per amore, le scrive nel nostro cuore. Mette la sua Legge dentro di noi. Lavora con cura piegato sulla nostra vita, perché sia sempre una vita di risposta amorosa. Una risposta al patto che ha stabilito con noi.
Vivere nell'amore, vivere nella pace gioiosa del cuore, significa entrare in noi stessi e rileggere nel flusso del nostro sangue e ad ogni battito vitale, la Legge che ci libera dalla condizione servile.
Avere idoli ai quali affidare la propria esistenza vuol dire non amarsi, vuol dire condannarsi con le proprie mani ad una prigionia infinita.
Gesù lo sa bene. Lui, che interpreta fedelmente l'amore del Padre, entra nel Tempio, casa della preghiera e della lode, e nota che è diventato una spelonca di ladri, un luogo di affari. Si vende di tutto.
Ogni sentimento di lode, la fede, la preghiera sono sacrificati sull'altare dell'avere e dell'egoismo. La moneta e le cose prendono il posto di Dio e aprono la strada alle peggiori forme di chiusura e di ingordigia. L'idolo conta più del Dio vivente. Impone la sua legge. Fa sfiorire ogni bellezza: dal piccolo fiore spontaneo al grande cetaceo a rischio di estinzione. L'inondazione delle brutture prende il posto del corallo.
L'idolo appaga il bisogno immediato. È al servizio del tornaconto ma è nemico dell'uomo. Insuperbisce l'ingordo e schiaccia l'anonimo figlio di Dio che grida.
Gesù scatena la sua ira. Senza mezze misure. Senza riguardi. Senza calcolare le perdite. Rovescia tutto. Scaccia i blasfemi. Richiama con sguardo di fuoco e con parole di indignazione coloro che hanno orecchi e non sentono, hanno occhi e non vedono. La bellezza della persona è deturpata dall'inflessibile legge dell'idolatria.
“Chi ti credi, Gesù di Nazareth? Quale autorità hai ricevuto per fare questo disastro?”.
Gesù non ha parole per accreditare le sue scelte. Ha soltanto la sua vita. “Distruggete il tempio del mio corpo e lo vedrete risorto dopo tre giorni”.
Gli avversari di Gesù, non comprendono questo messaggio di speranza. Inseguono il filone dei loro affari. Noi poveri, capiamo Gesù. Lo sentiamo dalla nostra parte. Amico di Lazzaro, di me Lazzaro di questi giorni, che marcisce sotto la tavola del ricco senza nome.
Devo, tuttavia, stare molto vigile per non cadere nella spirale che privilegia il potere e l'avere.
Sacrificherei su un altare vuoto la libertà di figlio di Dio.
Perderei il Dio vero e fedele. Il Dio del Patto di amore. Mi troverei ad adorare, al suo posto, ogni falsa divinità riservandole un posto prioritario nel cuore che dovrebbe essere abitato soltanto da Dio.
Stiamo con Gesù, il vero Figlio dell'unico Dio, nostro Padre.
Certamente il tema “morire, risorgere” suona come un vero scandalo per chi ama la ricchezza, il potere e il successo. Una provocazione. Una inaudita e stravolta visione delle cose. E' tuttavia la nostra strada: “Chi vuole andare dietro a Gesù, prende ogni giorno la sua croce e lo segue con umiltà e amore, con abbandono e con totale fiducia”.
Paolo, che conosce come batte il cuore del Maestro, ci aiuta a comprendere la gelosia di Dio che ci vuole felici e ci offre i mezzi per esserlo.
Il credente innamorato di Gesù annuncia soltanto Cristo crocifisso. Cristo libero e liberante. Cristo appassionato alla nostra vita come il Padre.
E' una prospettiva che può farmi paura, ma rimane l'unica che possa affascinare il mio cuore debole.
Se scelgo lo scandalo della croce e trovo in me il coraggio di annunciare soltanto Cristo crocifisso, sperimenterò che la Croce è “potenza di Dio e sapienza di Dio”. Capirò che dalla croce viene la vittoria su ogni forma di idoli che possono allettarmi. Capirò che solo nella debolezza della croce scopro il senso vero della vita e la potenza di Dio in me.

Gesù, sto comprendendo una rivelazione meravigliosa. Quei comandamenti che tante volte mi sono sembrati catene insopportabili, in realtà manifestano la gelosia di Dio, tuo Padre e quindi anche tua verso di me.
Tu Gesù, non vuoi che io mi perda. Non vuoi nemmeno che la mia vita diventi priva di senso alla ricerca di idoli che non appagano la sete che mi brucia per Te.
Sarei un vagabondo che attinge ad ogni cisterna screpolata e pericolosa per trovare risposte.
Gesù la vera risposta per me sei Tu.
Tu coraggioso Fuoco che distrugge, facendoli cadere dai loro piedistalli, tutti gli idoli che dominano la nostra e la mia vita.
Mi affascina il tuo sguardo penetrante e dritto, ficcato nel cuore per dirmi: “Io sono l'Unico. Perché cerchi lungo le piste del figlio andato via di casa in cerca di divertimento e di facili piaceri? Io sono l'unico. Te ne vuoi andare cercando tesori inesistenti?”.
Da chi posso andare, Gesù, Tu solo hai parola di vita eterna. Tu solo ti pieghi sulla mia debolezza e la fai diventare potenza di Dio.
Nelle tue mani, Gesù si ristabilisce la novità della mia vita, la freschezza della mia libertà, la soavità di quel profumo di immortalità che hai versato sul mio capo, sulle mie mani, sul mio cuore per guarirlo.
Forse, Gesù, anche io, vedrò rovesciati i tavoli delle mie idolatrie. Non temere di far andare a male la mia mercanzia contraffatta.
Soltanto il tuo amore mi rende Figlio del “Dio Geloso”.

 

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